“Risulta attualmente già superata l’opzione Napoli per l’invio di 100 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno”. Lo scrive Ama in una nota, in cui comunica di aver “trovato ulteriore capienza presso un proprio fornitore fuori regione già contrattualizzato e attivo” e di averlo comunicato alla Regione Lazio. Nei giorni scorsi c’era stata un’interlocuzione tra l’azienda dei rifiuti capitolina e Sapna, società della Città Metropolitana di Napoli, per valutare il conferimento nel napoletano di circa 100 tonnellate al giorno di rifiuti indifferenziati provenienti dall’area metropolitana della Capitale. Il possibile accordo, confermato anche dal sindaco partenopeo De Magistris, pare dunque che non sia più necessario.
“Come richiesto dalla Regione all’interno dell’Ordinanza Z10 dello scorso primo aprile, per gravare meno sul ciclo dei rifiuti regionale e risolvere le problematiche causate dalla chiusura della seconda discarica in 18 mesi (dopo Colleferro ora anche Roccasecca), – prosegue la nota di Ama – l’azienda ha perlustrato vari possibili sbocchi cercando tutte le soluzioni possibili. Fin da subito la Municipalizzata capitolina per l’Ambiente ha, in parallelo, contattato anche i suoi fornitori tradizionali fuori regione. La soluzione alternativa, nell’immediato e fino al 31 maggio, è stata contrattualizzata e comunicata alla Regione Lazio lo scorso giovedì 8 aprile“.
“Ama in coordinamento con Roma Capitale sta assicurando anche in questo frangente come sempre fatto negli ultimi 18 mesi la massima collaborazione, mettendo in campo tutte le soluzioni logistiche possibili, a tutti gli enti territoriali e nazionali competenti in materia – aggiunge ancora l’azienda – : Regione Lazio, Città Metropolitana di Roma, Prefettura di Roma e Ministero dell’Ambiente, al fine di garantire la puntuale raccolta dei rifiuti in città seppur all’interno di un quadro complesso. Ama si augura che, dopo la scelta condivisa dalle istituzioni preposte sul sito per la discarica individuato a fine 2019, possano essere trovate in modo trasparente delle soluzioni strutturali condivise e definitive nel Lazio in tempi brevissimi poiché i costi di questa ennesima crisi per i maggiori oneri di smaltimento fuori regione stanno gravando sull’azienda che è in fase di risanamento e indirettamente sulla collettività”.