Sul riciclo organico delle bioplastiche compostabili, l’Italia si conferma già oltre gli obiettivi fissati sia per il 2025 sia per il 2030. Il tasso di riciclo al netto degli scarti è stato infatti pari al 56,9% dell’immesso al consumo (44.338 tonnellate a fronte di 77.900 immesse sul mercato). La quota di popolazione nazionale servita dalle convenzioni siglate con i Comuni o con i soggetti da questi delegati, gestori della raccolta, sale di 10 punti rispetto all’anno scorso e sfiora i ¾ del totale nazionale. I corrispettivi economici riconosciuti ai Comuni e alle aziende che si occupano della differenziata hanno superato i 9,4 milioni di euro. Sono questi, in estrema sintesi, i risultati più rilevanti contenuti nella relazione annuale di gestione relativa all’anno 2023 di Biorepack, consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile, presentata oggi (martedì 28 maggio, ndr) a Milano nel corso dell’assemblea dei consorziati.
“I risultati 2023 confermano l’efficacia dell’operato del consorzio e sottolineano l’importanza di costruire alleanze e sinergie con gli enti che sul territorio si occupano della raccolta dei rifiuti. In questo modo, si possono offrire migliori servizi per i cittadini e soprattutto si riesce a valorizzare le matrici organiche e compostabili, risorse preziose perché possono essere restituite alla terra sottoforma di compost, contribuendo a contrastare degrado, desertificazione e dipendenza dai fertilizzanti chimici”, commenta il presidente di Biorepack, Marco Versari.
Quest’anno per calcolare i risultati di riciclo 2023, Biorepack ha preso come valore di riferimento il dato ufficiale contenuto nel Rapporto Rifiuti Urbani pubblicato dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) a dicembre 2023 anche se riferito all’anno 2022 (ultimo dato ufficiale disponibile). In tale rapporto, la quantità di rifiuto umido urbano trattato negli impianti di riciclo organico risulta pari a 5 milioni di tonnellate, mentre lo scorso anno per il calcolo del risultato di riciclo 2022 si era utilizzata una stima di 5,3 milioni di tonnellate basata su calcoli del CIC (Consorzio Italiano Compostatori).
La minor quantità di rifiuto umido urbano considerato come base di partenza ha quindi portato in primo luogo all’aggiornamento del dato di riciclo 2022 delle bioplastiche compostabili, che risulta pari a 58,3% anziché 60,7%. Inoltre, nella relazione di quest’anno Biorepack ha basato i propri calcoli sui dati ufficiali ISPRA, assumendo che la quantità di rifiuti umidi trattati negli impianti nel 2023 sarà pari a quella del 2022. A dicembre 2024, quando l’ISPRA pubblicherà il suo nuovo rapporto rifiuti urbani 2023, si provvederà a eventuali rettifiche del risultato di riciclo 2023.
“Le correzioni dei valori percentuali – prosegue Versari – sono il frutto di una sempre maggiore precisione dei dati a disposizione del Consorzio e non modificano un dato di fondo, che rimane evidente: i risultati di riciclo organico delle bioplastiche compostabili sono positivi e confermano la bontà del modello utilizzato dall’Italia per avviare a riciclo la frazione organica dei propri rifiuti che – è bene ricordarlo – rappresenta oltre il 35% del totale di tutti i rifiuti prodotti nelle case italiane. Il binomio bioplastiche compostabili-scarti organici è la via più efficace, efficiente ed economica per massimizzare lo sfruttamento di materie prime preziose che anziché andare in discarica o incenerimento possono diventare compost da destinare al settore agricolo”.
L’impatto negativo dei materiali non compostabili
C’è però un aspetto in chiaroscuro che merita di essere approfondito con attenzione: il risultato di riciclo 2023 è lievemente inferiore al 2022 (rettificato come sopra) e tale diminuzione è dovuta a una riscontrata maggiore presenza di bioplastiche negli scarti: il 17,3% delle bioplastiche che entrano negli impianti di riciclo organico, viene infatti sottratto al riciclo a causa di diversi fattori. Il più importante è l’elevata presenza di “materiali non compostabili” (MNC): rifiuti composti principalmente da plastiche tradizionali, vetro e metalli che all’interno degli impianti di trattamento devono essere eliminati attraverso complesse e costose operazioni di separazione. Tali azioni eliminano le matrici compostabili, principalmente scarti di cucina e verde, e, purtroppo anche le bioplastiche compostabili.
“Ogni kg di MNC da separare sottrae al riciclo anche 1,65 kg di matrici compostabili. Il tasso di riciclo delle bioplastiche potrebbe quindi essere già ora ben maggiore, qualora si riducesse la presenza di frazioni estranee nell’umido. È su questo che occorre concentrare gli sforzi di tutti gli attori coinvolti” sottolinea Versari. “Il consorzio Biorepack si impegnerà in prima persona per favorire lo sviluppo e la diffusione di buone pratiche a vantaggio dei risultati di riciclo per tutta la filiera dei materiali compostabili, imballaggi compresi”.
Soggetti convenzionati in crescita. Boom delle Isole
Proprio la corretta comunicazione su come si effettua la raccolta differenziata dei rifiuti umidi e compostabili è una delle attività che il consorzio Biorepack sta portando avanti, collaborando con gli enti locali convenzionati. Un numero che continua a crescere in modo rilevante: nel corso del 2023, i Comuni serviti sono arrivati a 4624, pari al 58,5% del totale. Undici punti percentuali in più rispetto all’anno prima. Analoga crescita per la popolazione servita, che ha superato nel 2023 i 43,6 milioni di cittadini, pari al 74% del totale (erano 37,8 milioni pari al 64,4% l’anno prima).
A destare soddisfazione è in particolare la riduzione del gap territoriale tra Nord e Sud, che, sebbene ancora consistente, inizia a colmarsi. Positivo in particolare il dato delle Isole, in cui la popolazione servita è salita dal 29% del 2022 al 52% del 2023. Tuttavia, i territori più virtuosi rimangono ancora quelli del Nord Est, nei quali i comuni convenzionati arrivano all’83% del totale e gli abitanti serviti sono pari al 90%. Ma crescono sensibilmente il Nord Ovest (dal 53 al 77% la quota dei comuni convenzionati, dal 65 all’87% la popolazione) e il Centro (Comuni convenzionati: dal 44 al 51%. Popolazione: dal 70 al 75%).
Ai soggetti che hanno attivato la convenzione con Biorepack sono stati erogati nel 2023 corrispettivi economici pari a 9,4 milioni di euro, a copertura dei costi di raccolta, trasporto e trattamento degli imballaggi in bioplastica compostabile conferiti insieme ai rifiuti organici (dato lievemente superiore rispetto ai 9,3 milioni erogati nel 2022).
Educare e comunicare
Insieme ai soggetti consorziati, Biorepack anche nel 2023 ha sviluppato iniziative di comunicazione, per aiutare gli enti locali a rendere più consapevoli i propri cittadini sul valore collettivo e ambientale degli scarti umidi e degli imballaggi compostabili. Al fine di sostenere economicamente le campagne degli enti locali, è stata realizzata la seconda edizione del “Bando comunicazione locale”, finanziato con 200.000 euro. Una Commissione di valutazione Anci-Biorepack ha selezionato i 15 migliori progetti proposti da altrettanti soggetti convenzionati, nelle diverse aree del Paese. In questo modo è stato possibile raggiungere un bacino di 2 milioni di cittadini e più di 50mila studenti, ai quali sono state dedicate iniziative specifiche.
Ai progetti portati avanti dai territori si sono affiancate le iniziative di comunicazione direttamente ideate dal consorzio. Da segnalare in particolare, la campagna integrata per TV, radio, stampa, social e digital “I Buttadentro”, sviluppata dall’agenzia Connexia e vincitrice dell’Engage Spot Parade di giugno 2023, veicolata sui canali televisivi di RAI, Mediaset, CairoRCS Media, SKY, Warner Bros, Discovery e Netflix, oltre che sulle frequenze radiofoniche del Gruppo Editoriale GEDI e di CNR Media, sulle piattaforme Google e Meta e sui maggiori quotidiani e periodici nazionali cartacei.
Nel corso dell’anno è inoltre proseguito il percorso di sviluppo del marchio Biorepack di riconoscibilità degli imballaggi in bioplastica compostabile conformi a tutti i requisiti normativi. In questo caso, l’obiettivo è rendere le bioplastiche ancor più agevolmente distinguibili dalla plastica, favorendone il corretto conferimento nell’umido domestico. Il percorso è stato finalizzato nelle settimane scorse con il deposito della domanda di registrazione del marchio collettivo consortile.
Le azioni contro gli imballaggi illegali
Altrettanto rilevanti, nell’ottica di ottimizzare la raccolta e il riciclo delle bioplastiche, sono le iniziative di contrasto all’illegalità. Un problema tutt’altro che marginale, visto che ancora oggi sono molto diffusi gli imballaggi – buste della spesa, in primis – in plastica tradizionale o contraffatti, senza le caratteristiche tecnico-ambientali richieste dalla legge. Oltre ad arrecare danni economici alla filiera, in termini di concorrenza sleale e di aggravio di costi industriali, i fenomeni illeciti producono un chiaro impatto negativo sull’ambiente. Tra le azioni di contrasto sviluppate da Biorepack va ricordata la piattaforma realizzata in collaborazione con l’associazione di categoria Assobioplastiche: i cittadini e le imprese possono utilizzarla per segnalare i fenomeni illeciti e permettere al Consorzio, dopo i doverosi controlli e l’istruttoria giuridica, di presentare denuncia alle autorità competenti.
Nelle scorse settimane inoltre è stato sottoscritto un Protocollo d’intesa con Assobioplastiche e con le filiali italiana e belga del gruppo internazionale TÜV AUSTRIA, uno dei più noti enti di certificazione dei prodotti compostabili. Obiettivo: condividere dati e informazioni per migliorare le attività di controllo e contrasto alla diffusione di bioshopper e imballaggi in bioplastica compostabile contraffatti. Grazie all’accordo sottoscritto, Assobioplastiche e Biorepack forniranno informazioni specifiche alle due filiali di TÜV AUSTRIA circa i casi di illegittimità in relazione a prodotti di bioplastica compostabile muniti di marchi di conformità rilasciati da TÜV AUSTRIA. Quest’ultima fornirà invece l’elenco sia dei prodotti da lei certificati sia degli usi ingannevoli e impropri dei suoi marchi. Un’azione che aiuterà a tutelare i cittadini e favorirà il consolidamento della filiera di produttori che operano nella legalità e che subiscono la concorrenza sleale causata da chi opera fuori dalle regole.
“Una realtà come Biorepack – conclude Versari – è un aiuto per l’intero sistema Paese. Da un lato, con il miglioramento anno dopo anno dei risultati delle sue azioni permette all’Italia di rimanere fra gli Stati UE più virtuosi; dall’altro, rappresenta e promuove a livello internazionale il modello italiano di riciclo organico”.