Durante la riunione del G7 su Clima, Energia e Ambiente a Venaria Reale (Torino), è emerso l’intento di concentrare gli sforzi sull’economia circolare e sulla riduzione dello spreco di materie prime, con un’attenzione particolare alle catene del valore e ai settori ad alto impatto, come i minerali e le materie prime critiche, il tessile e la moda. Per affrontare la sfida della moda veloce, che genera uno spreco significativo di risorse con abiti destinati presto alle discariche, l’Alleanza del G7 sull’efficienza delle risorse si è impegnata a sviluppare entro la fine del 2024 un’Agenda volontaria comune sul tessile e la moda circolari, coinvolgendo governi, imprese, stakeholder e partner.
Alessandro Stillo, presidente di Rete ONU, ha commentato che il riutilizzo occupa il primo posto nella gerarchia dei rifiuti e ha sottolineato la necessità di intervenire nei processi produttivi senza escludere i grossisti, gli ambulanti, i recettori di rifiuti e le microimprese, nonostante alcune problematiche presenti in alcuni settori della filiera.
L’importanza del chiaro impegno del G7 sul tessile risiede nel fatto che il corretto smaltimento dei beni usati invenduti deve essere regolamentato tramite normative governative che ne garantiscano una gestione adeguata. Alessandro Giuliani, portavoce di un’associazione di categoria, sottolinea che ciò è essenziale per raggiungere l’obiettivo del G7 di promuovere un cambiamento sistematico e trasformativo all’interno dell’industria tessile e della moda, favorendo pratiche di economia circolare lungo l’intera catena del valore e promuovendo un futuro sostenibile, etico e circolare a livello globale.