Mercoledì 30 novembre la Commissione Europea ha presentato ufficialmente la sua proposta per la revisione della legislazione Ue sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio (link in basso, ndr). Com’è noto si tratta di un Regolamento, ovvero di un provvedimento vincolante per tutti gli Stati membri senza possibilità di recepimenti differenti, che va ad emendare la Direttiva 94/62/CE. Il documento verrà ora esaminato dal Parlamento e dal Consiglio europei nell’ambito della procedura legislativa ordinaria.
La proposta della Commissione conferma in sostanza quanto anticipato dall’ultima bozza uscita, quindi obiettivi inferiori di riuso rispetto alla prima bozza, target uguali su riciclo e contenuto riciclato degli imballaggi, mentre vengono confermati il Deposito Cauzionale (DRS) per bottiglie di plastica e lattine in alluminio e la possibilità di immettere sul mercato altri imballaggi compostabili oltre a sacchetti di bioplastica ultraleggeri, bustine tè, cialde per caffè, etichette adesive su frutta e verdura, a condizione che siano riciclabili e non interferiscano con il riciclo di altre frazioni di rifiuti. Il documento propone inoltre che i prodotti in plastica biodegradabile abbiano un’etichetta per mostrare quanto tempo impiegheranno a biodegradarsi, in quali circostanze e in quale ambiente. (Sempre su questo fronte, parallelamente alla proposta di Regolamento, la Commissione ha anche approvato una Comunicazione non giuridicamente vincolante sulle bioplastiche, con l’obiettivo di fornire una migliore comprensione delle sfide e dei vantaggi che derivano dal loro utilizzo).
La proposta di Bruxelles persegue tre macro-obiettivi principali. In primo luogo prevenire la produzione di rifiuti di imballaggio, ridurne la quantità, imporre restrizioni agli imballaggi inutili e promuovere soluzioni di imballaggio riutilizzabili e ricaricabili. In secondo luogo promuovere il riciclaggio di alta qualità (“riciclaggio a circuito chiuso”), rendendo tutti gli imballaggi presenti sul mercato dell’UE riciclabili in modo economicamente sostenibile entro il 2030. Infine ridurre il fabbisogno di risorse naturali primarie e creare un mercato ben funzionante di materie prime secondarie, aumentando l’uso della plastica riciclata negli imballaggi attraverso obiettivi vincolanti.
Più nello specifico:
- L’obiettivo principale è ridurre i rifiuti di imballaggio pro capite per Stato membro del 15% rispetto al 2018 entro il 2040. Ciò porterebbe a una riduzione complessiva dei rifiuti nell’UE del 37% circa rispetto allo scenario che si prospetterebbe senza una modifica della normativa. Il tutto avverrà attraverso sia il riutilizzo che il riciclaggio.
- Per favorire il riutilizzo o la ricarica degli imballaggi, diminuiti fortemente negli ultimi 20 anni, le imprese dovranno offrire ai consumatori una determinata percentuale dei loro prodotti in imballaggi riutilizzabili o ricaricabili, ad esempio per i cibi e le bevande da asporto o per le consegne relative al commercio elettronico. Vi sarà inoltre, in una certa misura, la standardizzazione dei formati degli imballaggi e una chiara etichettatura degli imballaggi riutilizzabili.
- Per affrontare il problema degli imballaggi chiaramente inutili saranno vietate alcune forme di imballaggio, ad esempio quelli monouso per cibi e bevande consumati all’interno di ristoranti e caffè, quelli monouso per frutta e verdura, flaconi in miniatura per shampoo e altri prodotti negli hotel.
- Molte misure sono volte a rendere gli imballaggi totalmente riciclabili entro il 2030; ciò include la definizione di criteri di progettazione per gli imballaggi, la creazione di sistemi vincolanti di vuoti a rendere su cauzione per le bottiglie di plastica e le lattine di alluminio e chiarire quali tipologie molto limitate di imballaggi dovranno essere compostabili, in modo che i consumatori possano gettarli nell’organico.
- Vi saranno inoltre tassi vincolanti di contenuto riciclato che i produttori dovranno includere nei nuovi imballaggi di plastica. Ciò contribuirà a rendere la plastica riciclata un prodotto di maggior valore, come dimostra l’esempio delle bottiglie in PET nel contesto della direttiva sulla plastica monouso.
La proposta eliminerà la confusione in merito a quali contenitori per il riciclaggio utilizzare per gli imballaggi: ogni imballaggio dovrà essere munito di un’etichetta che indichi di quali materiali si compone e in quale categoria di rifiuti dovrebbe essere conferito. I contenitori per la raccolta dei rifiuti avranno le stesse etichette e in tutta l’UE si utilizzeranno gli stessi simboli.
Target ambientali, economici e sociali
Entro il 2030 le misure proposte dovrebbero ridurre le emissioni di gas a effetto serra derivanti dagli imballaggi a 43 milioni di tonnellate rispetto alle 66 milioni di tonnellate di emissioni che verrebbero liberate se la legislazione non fosse modificata; si tratta di una riduzione che equivale grossomodo alle emissioni annue della Croazia. Il consumo di acqua si ridurrebbe di 1,1 milioni di m3. I costi dei danni ambientali per l’economia e la società si ridurrebbero di 6,4 miliardi di € rispetto allo scenario di base per il 2030.
Le industrie degli imballaggi monouso dovranno investire nella transizione, ma le ripercussioni complessive sull’economia e sulla creazione di posti di lavoro nell’UE saranno positive. Si calcola che, entro il 2030, la sola promozione del riutilizzo dovrebbe portare a oltre 600 000 posti di lavoro nel settore del riutilizzo, molti dei quali presso piccole e medie imprese locali. Ci aspettiamo molte innovazioni nelle soluzioni di imballaggio che rendano conveniente ridurre, riutilizzare e riciclare. Si prevede inoltre che le misure comportino dei risparmi: ogni europeo potrebbe risparmiare quasi 100 euro all’anno se le imprese trasferissero quanto risparmiato ai consumatori.
Vicepresidente Frans Timmermans
“Nessuno vuole mettere fine alle pratiche di riciclo che funzionano bene o mettere in pericolo gli investimenti sottostanti. So che in Italia moltissimo già è stato fatto sul riciclo, vogliamo ancora di più, non di meno, non c’è competizione tra i due approcci”. Così il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, parlando in italiano nel corso della presentazione della proposta sul packaging. “Non tutte le pratiche di riciclo funzionano veramente bene, ma il riutilizzo non è in competizione con il riciclo, abbiamo bisogno di entrambi gli strumenti, come di più impianti per il trattamento dei rifiuti”, ha detto.
Proposta di revisione della legislazione dell’UE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio