Il 27 aprile 2023 gli esperti nazionali degli Stati membri dell’Ue discutono le normative sulle caldaie in un Forum di consultazione straordinario sulla progettazione di ecodesign e l’etichettatura energetica, presieduto dalla Commissione europea. In ballo il divieto alle caldaie alimentate a combustibili fossili, metano su tutti. ECOS, l’Ufficio europeo dell’ambiente (EEB) e gli esperti di Coolproducts, insieme ad altre parti interessate, partecipano alla riunione che si svolge a porte chiuse.
Per gli ambientalisti “questo è un momento cruciale per il riscaldamento domestico in Europa, e il tempismo è fondamentale. Il riscaldamento delle abitazioni e dell’acqua costituisce l’80% del consumo energetico medio delle famiglie europee, di cui oltre la metà è generato da fonti di combustibili fossili. L’eliminazione graduale delle vendite di nuove caldaie “autonome” alimentate da combustibili fossili comporterebbe una notevole riduzione delle emissioni e una minore dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili”.
Secondo Marco Grippa, Programme Manager – Heating Decarbonisation, ECOS – Environmental Coalition on Standards, “il forum di consultazioni determinerà il futuro dell’ambiente costruito. “Impedire l’installazione di nuove caldaie non ibride a combustibile fossile entro questo decennio – ha aggiunto Grippa – è il minimo indispensabile che la Commissione europea deve fare per garantire che l’UE raggiunga la neutralità climatica entro il 2050”.
Grippa ha spiegato che le soluzioni pulite attualmente disponibili si caratterizzano per essere più efficienti, meno inquinanti e meno costose rispetto ad altre opzioni. “Ad oggi, le tecnologie pulite, quali ad esempio le pompe di calore, non costituiscono più una mera alternativa, ma sono divenute ormai parte integrante del panorama tecnologico. Inoltre, le norme sulla progettazione di ecodesign emanate dall’Unione Europea possono favorire la diffusione di prodotti basati su tecnologie pulite”.
Dello stesso avviso anche Davide Sabbadin, vice responsabile delle politiche per il clima dell’Ufficio europeo dell’ambiente (EEB), secondo il quale, “a un anno dalla guerra in Ucraina assistiamo ancora a una solida resistenza da parte di diversi stakeholder e Stati membri contro l’eliminazione graduale del gas dalle nostre case, sia nelle riunioni di alto livello che in quelle tecniche come quelle sull’ecodesign.
Le imminenti norme sulla progettazione di ecodesign e sull’etichetta energetica non possono continuare a consentire nell’Ue l’installazione di un’altra generazione di caldaie a gas, perpetuando la nostra dipendenza dal gas russo e da altre fonti di energia straniera per i decenni a venire. Le tecnologie efficienti e rinnovabili sono l’unica strada percorribile dal punto di vista finanziario e ambientale”.
La campagna Coolproducts, promossa congiuntamente da ECOS e dall’EEB, mira a elevare al 115% la soglia di efficienza energetica dei dispositivi di riscaldamento, con l’obiettivo di porre fine alla commercializzazione delle nuove caldaie “autonome” a combustibili fossili in Europa. Questo obiettivo verrebbe raggiunto in quanto tali apparecchi non soddisferebbero i requisiti minimi di efficienza energetica, rendendo quindi impossibile la loro permanenza sul mercato.
Come spiegano i due promotori, “considerando che ogni caldaia di questo tipo può durare dai 20 ai 25 anni, per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, l’installazione di caldaie a combustibili fossili dovrebbe essere interrotta il prima possibile, possibilmente entro il 2025. Benché la proposta della Commissione europea di vietare la vendita di caldaie a combustibili fossili in tutta l’Unione a partire dal settembre 2029 rappresenti un passo importante, ritardare tale iniziativa fino al 2029 significherebbe perdere del tempo prezioso per garantire un futuro a zero emissioni in Europa”.
La campagna di Coolproducts ritiene che la data di eliminazione graduale delle caldaie a combustibili fossili dovrebbe essere fissata il più vicino possibile al 2025 e il 2027 potrebbe essere un compromesso accettabile.