Giovedì 15 giugno la Commissione Ambiente (ENVI) del Parlamento europeo ha adottato la sua posizione sulla revisione delle norme quadro quadro comunitarie per la progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili, il cosiddetto nuovo regolamento “Ecodesign”: 68 i voti a favore, 12 i contrari, 8 le astensioni. Il documento dovrebbe essere adottato durante la seduta plenaria di luglio e costituirà la posizione negoziale del Parlamento con il Consiglio, per arrivare alla definizione finale della legislazione.
Le nuove norme, riunite sotto l’acronimo ESPR (ecodesign for sustainable products regulations), derivano dalla proposta presentata a marzo 2022 dalla Commissione Europea, per stabilire nuove regole di progettazione ecocompatibile per quasi tutti i prodotti sul mercato interno (ad eccezione di alimenti, mangimi, medicinali, organismi viventi), mentre quelle attuali si concentrano esclusivamente sui prodotti connessi all’energia. La posizione dei parlamentari rafforza in alcuni punti quanto proposto da Bruxelles.
Punti principali dell’ENVI
La posizione di Strasburgo vieta l’obsolescenza prematura, il che significa che i produttori non devono limitare la durata di un prodotto attraverso caratteristiche di progettazione e devono “rendere disponibili aggiornamenti software, materiali di consumo, pezzi di ricambio e accessori per un periodo adeguato”. I prodotti dovrebbero anche essere facili da riparare e i consumatori dovrebbero avere accesso alle linee guida per la riparazione.
Inoltre si propone che gli oggetti vengano venduti solo se accompagnati da un “passaporto del prodotto”, contenente informazioni accurate e aggiornate. Un documento che dovrebbe consentire ai consumatori e alle imprese di fare scelte informate al momento dell’acquisto, che faciliterebbe le riparazioni e il riciclo e aumenterebbe la trasparenza sull’impatto ambientale di ciò che si sta acquistando. I deputati chiedono che i consumatori possano confrontare i passaporti dei prodotti attraverso una piattaforma online.
Divieto di distruzione dei prodotti invenduti
Il documento approvato propone inoltre che gli operatori economici che distruggono beni invenduti comunichino il numero annuo e la percentuale di prodotti che hanno scartato, nonché le relative ragioni. Sulla base di queste informazioni, i parlamentari chiedono alla Commissione di identificare i prodotti per i quali dovrebbe essere introdotto un divieto di distruzione; su questo si chiede un divieto specifico di distruzione di prodotti tessili e calzature invenduti e di apparecchiature elettriche ed elettroniche, un anno dopo l’entrata in vigore della legge.
Ancora: si propone che la Commissione Ue dia la priorità a una serie di gruppi di prodotti nel suo primo piano di lavoro da adottare entro tre mesi dall’entrata in vigore delle nuove regole. Questi prodotti prioritari includono: ferro, acciaio, alluminio, prodotti tessili (in particolare indumenti e calzature), mobili, pneumatici, detergenti, vernici, lubrificanti e prodotti chimici.
La relatrice, l’italiana Alessandra Moretti, ha dichiarato: “È ora di porre fine al modello ‘prendi, produci, smaltisci’ che è così dannoso per il nostro pianeta, la nostra salute e la nostra economia. Questa legge garantirà che i nuovi prodotti siano progettati in modo da portare benefici a tutti, rispettare i confini del nostro pianeta e proteggere l’ambiente. I prodotti sostenibili diventeranno la norma”.
Soddisfatti gli ambientalisti dello European Environmental Bureau: “Accogliamo con particolare favore le disposizioni rafforzate in materia di riparazione, un divieto immediato alla distruzione di prodotti tessili ed elettronici invenduti e una definizione estesa di sostanze pericolose. Ci complimentiamo inoltre con gli eurodeputati per aver proposto maggiori orientamenti su come allineare le misure future con gli obiettivi di sostenibilità dell’Ue e per aver chiesto una maggiore coerenza tra i diversi strumenti di politica dei prodotti, come gli appalti pubblici verdi, i marchi di qualità ecologica e altri incentivi economici”.