“La filiera della carta e del cartone è un campione nazionale che fattura 25 miliardi di euro, pari a 1,5% del PIL e 200.000 addetti diretti. Esso garantisce il riciclo, immette sul mercato imballaggi rinnovabili e sostenibili ed ha gia’ iniziato la digitalizzazione. Attraverso le risorse del Recovery Fund dedicate alla transizione ecologica abbiamo una opportunità storica: far compiere al Paese degli ulteriori passi avanti per ottimizzare ulteriormente la filiera del riciclo, ampliando cosi i risparmi energetici e riducendo le emissioni. Inoltre, sostenendo la conversione energetica dal gas al biometano, potremo lavorare alla creazione di nuovi prodotti bio-based, rinnovabili e riciclabili, in particolare nel settore degli imballaggi e dei prodotti monouso. La carta è biodegradabile, riciclabile, compostabile, rinnovabile. Ha un tasso di circolarità di oltre il 60% e registra performance da record nel riciclo degli imballaggi dove si è oltre l’80%. Un Recovery sulla carta è per la transizione ecologica dell’Italia”. Lo afferma Amelio Cecchini, presidente del Consorzio Comieco, dopo l’audizione del 1° marzo 2021 sul PNRR in Commissione Ambiente, al Senato della filiera che produce, trasforma, recupera e ricicla la carta.
“Ogni punto percentuale di riciclo corrisponde a 84.000 tonnellate di carta da riciclare che viene sottratta alla discarica, ma viene immessa nei processi produttivi” aggiunge Medugno “Con 5 punti percentuali in più di riciclo produrremmo 400 mila tonnellate in più di carta (con un corrispondente vantaggio nella diminuzione del conferimento in discarica) in sostituzione di materiali fossili e migliorando la sostenibilità nel campo dell’imballaggio”.
Federazione Carta e Grafica e Comieco hanno sviluppato una posizione comune sul Recovery Plan nella certezza di poter supportare lo sforzo richiesto all’Italia sulle questioni cruciali da noi evidenziate in audizione:
– l’applicazione del digitale alla gestione e alla tracciabilità dei materiali destinati ad assumere nuova vita come Materia Prima Seconda;
– lo sviluppo di una impiantistica per recuperare gli scarti del riciclo, finalmente adeguata a diminuire drasticamente il tasso ancora troppo elevato di conferimento in discarica;
– un quadro normativo che dia certezza e prospettiva agli investimenti della filiera nella valorizzazione, anche energetica, dei rifiuti e degli scarti derivanti dai processi di recupero e riciclo: ad esempio incentivando il biometano per uso industriale ;
– maggiore innovazione tecnologica per i processi di selezione e il passaggio della logistica dalla gomma al ferro per contribuire alla decarbonizzazione dei processi e della gestione.
Su ognuno di questi punti Federazione Carta e Grafica e Comieco hanno sviluppato delle proposte, tutte finalizzate a raggiungere obiettivi che sono realistici e a portata di mano quale quello dell’abbattimento al 10 per cento del tasso di conferimento in discarica dei rifiuti prodotti dall’industria cartaria. Un obiettivo raggiungibile con soli due impianti dedicati al recupero degli scarti di riciclo dell’industria cartaria, con molto anticipo sugli obiettivi al 2035. L’abbattimento al 10% del tasso di conferimento in discarica dei rifiuti e il contestuale aumento del recupero energetico degli stessi porterebbe l’Italia sulla media europea come Francia e Germania dove il recupero energetico dei rifiuti del processo cartario è del 50%.
Recovery, Tarallo (Unirima): “Con Governo Draghi economia circolare sia motore di una nuova stagione di modernizzazione dell’Italia”
“Ci auguriamo che il nuovo Governo guidato da Mario Draghi segni un cambio di passo importante in materia di sostenibilità e di economia circolare. La creazione del Ministero della Transizione Ecologica costituisce un segnale strategico che fa ben sperare. Ora è necessario garantire, senza più esitazioni, interventi a sostegno delle imprese di trattamento rifiuti che operano nel settore del recupero e riciclo di carta e cartone. Purtroppo all’interno dell’ultima versione del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza non vi era sufficiente attenzione per queste realtà. Una lacuna che bisogna colmare immediatamente. Basti pensare che si tratta di un comparto industriale storico che si configura come il cuore pulsante dell’economia circolare: gli impianti di trattamento rifiuti che producono circa 6,6 milioni di tonnellate di Materia Prima Secondaria- End of Waste Carta, sono circa 600 con circa 15.000 addetti ed un fatturato annuo di circa 3,5 Miliardi di euro. Numeri che devono essere sostenuti da politiche in grado di rendere l’economia circolare pilastro e motore di una nuova stagione in cui il nostro Paese recuperi competitività grazie a una profonda opera di modernizzazione”.
E’ quanto affermato da Giuliano Tarallo, Presidente di Unirima, Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri, nel corso dell’audizione. La richiesta è contenuta all’interno di una memoria che Unirima ha depositato in Commissione assieme ad Assofermet e Assorimap.