Rapporto Ecomafia, presentazione in Piemonte: 12° posto in Italia con oltre 1.359 reati nel 2023

Riceviamo e condividiamo il comunicato stampa di Legambiente Piemonte dopo la presentazione del rapporto Ecomafie 2024. Nel 2023 i reati ambientali scoperti in Italia sono stati 35.487, con un incremento del 16,7% rispetto al 2022. Il Piemonte si colloca al dodicesimo posto nella classifica generale e all’ottavo per gli illeciti nel ciclo dei rifiuti, con 466 reati accertati (+58,5%). Crescono anche i reati legati al cemento illegale (+13,7%) e gli incendi boschivi (168 casi). Legambiente propone misure più severe per contrastare la criminalità ambientale, con un focus sul traffico illecito di rifiuti e la tutela della fauna

Ecomafia 2024

Nel 2023 i reati ambientali scoperti hanno toccato quota 35.487 (+16,7% rispetto al 2022), alla media di oltre 98 reati al giorno, 4 ogni ora.  Si registra l’incremento delle persone denunciate, ben 22.001 (+15.8% rispetto al 2022) e dei sequestri effettuati, che hanno raggiunto la cifra di 5.348, valore quasi invariato rispetto al 2022 che ne conta 5.312.Un ulteriore elemento di preoccupazione è rappresentato dalla crescita dei reati ambientali accertati nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), esattamente 15.429, pari nel 2023 al 43.5% del totale nazionale.  

Il Piemonte si colloca al dodicesimo posto nella classifica generale nazionale e all’ottavo per quanto riguarda l’illegalità nel ciclo di rifiuti, che si conferma come una delle maggiori criticità a livello regionale. 

È questo, in sintesi, quanto emerge dalla presentazione del Rapporto Ecomafia 2024, tenutasi questa mattina a Torino e organizzata da Legambiente Piemonte in collaborazione con Libera Piemonte. All’incontro, coordinato dal giornalista Enrico Fontana, sono intervenuti Alice De Marco, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle D’Aosta; Andrea Turturro, co-referente di Libera Piemonte; Domenico Rossi, Presidente Commissione permanente per la Cultura della Legalità e contrasto dei fenomeni mafiosi della Regione Piemonte; Secondo Barbero, Direttore Generale Arpa Piemonte; Matteo Ravera, Vice Prefetto aggiunto della Prefettura di Torino; Tommaso Pastore, Capo del Centro Operativo della DIA di Torino; Mauro Anetrini, Presidente di Barricalla. 

I PRINCIPALI DATI DEL RAPPORTO SUL PIEMONTE 

Tra le informazioni presenti nel Rapporto Ecomafia 2024, spicca l’ottava posizione in classifica a livello nazionale del Piemonte per gli illeciti nel ciclo dei rifiuti con 466 reati accertati nel 2023, il 5% del totale nazionale, in crescita del 58.5% rispetto al 2022, con 468 denunce, 99 sequestri e 11 arresti. Una criticità che viene confermata anche dai dati relativi al periodo che va dal 1997 al 2023, con 7.044 reati relativi al ciclo dei rifiuti e la conferma dell’ottava posizione a livello nazionale. 

Per quanto riguarda il ciclo illegale del cemento nel 2023 sono stati contati 533 reati rispetto ai 469 nel 2022, un aumento del 13.7%, con 597 persone denunciate, 2 persone arrestate e 26 sequestri. Con questi dati il Piemonte si classifica a livello nazionale al decimo posto con una percentuale del 4.1% sul totale dei reati nazionali. 

In merito al tema della corruzione, nell’ultimo anno in materia ambientale in Piemonte si contano 4 inchieste, il 5.3% sul totale nazionale, con 9 persone arrestate, 10 denunciate e 4 sequestri effettuati. Fra le inchieste al Nord sono state condotte indagini dalle procure di: Alessandria, Asti, Belluno, Cuneo, Ivrea, Torino.  

Nella classifica regionale degli incendi boschivi e di vegetazione dolosi, colposi, generici in Italia nel 2023 il Piemonte si piazza decimo posto con 168 reati, il 4.6 % del totale nazionale, con 40 denunce e 2 sequestri. Nella classifica provinciale degli incendi del 2023 emerge Torino al diciannovesimo posto con 59 reati.  

La classifica regionale dell’illegalità contro la fauna nel 2023 colloca il Piemonte al quattordicesimo posto con 165 reati, 97 persone denunciate e 7 sequestri. Un’inchiesta condotta dai Carabinieri forestali tra Liguria e Piemonte ha consentito di scoprire un traffico illecito di cani da caccia. Le indagini sono scattate dopo la segnalazione di vendite “anomale” di esemplari di razza segugio nei pressi dei caselli autostradali, per acquirenti di Savona, Alessandria, Cuneo, Imperia e Asti. L’organizzatore era un uomo di origine serba che portava illegalmente in Italia cani addestrati alla caccia al cinghiale (non è noto con quali metodi), con documenti di accompagnamento falsi, in alcuni casi anche privi del microchip identificativo e delle certificazioni sanitarie, venduti a cifre comprese tra gli 800 e i 2.000 euro ciascuno. 

RIFIUTI CONNECTION 

Nel 2023 il ciclo dei rifiuti resta il settore maggiormente interessato dai fenomeni più gravi di criminalità ambientale: nella classifica provinciale dei reati connessi al ciclo dei rifiuti spicca Torino, al quindicesimo posto su base nazionale, con 127 reati accertati. Fra le inchieste sulle attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, compaiono fra le procure che hanno condotto indagini quelle di Alessandria, Ivrea, Mondovì, Novara, Torino e Verbania. Fra le tipologie di rifiuti sequestrati (a livello nazionale dal 2002 al 2024) troviamo nell’ordine rifiuti industriali e metalli pesanti, fanghi di depurazione contaminati.  

La classifica degli incendi negli impianti di trattamento, smaltimento, recupero dei rifiuti in Italia (2013- settembre 2024) purtroppo conferma la quinta posizione del Piemonte a livello nazionale con 123 incendi negli impianti, l’8.4 % sul totale nazionale di inchieste.  

LE PROPOSTE DI LEGAMBIENTE: 

Per rendere più efficace il sistema di prevenzione e repressione dei fenomeni di criminalità che minacciano l’ambiente, Legambiente propone di:  

1) RECEPIRE quanto prima in Italia la Direttiva europea per la tutela penale dell’ambiente, approvata dal Parlamento europeo il 27 febbraio 2024, con l’introduzione di nuovi delitti nel Codice penale e la definizione di una strategia nazionale contro gli ecocrimini; 

2) APPROVARE il disegno di legge contro le agromafie, che introduce i delitti a tutela del patrimonio agroalimentare del nostro Paese, del vero “made in Italy” e della salute delle persone, come chiede da anni anche l’Osservatorio promosso da Coldiretti;  

3) INTRODURRE nel titolo VI-bis del Codice penale sanzioni adeguate per i crimini contro gli animali (fino a 6 anni di reclusione e 150.000 euro di multa) e contro i traffici di specie protette, come prevede la direttiva comunitaria del 2024 sulla tutela penale dell’ambiente;  

4) INASPRIRE le sanzioni per la gestione illecita dei rifiuti, trasformando in delitti i reati di natura contravvenzionale (art. 256 e art. 259 del Testo unico ambientale) e innalzare le pene per il traffico organizzato di rifiuti (art. 452 quaterdecies del Codice penale), da 3 a 8 anni (10 per i rifiuti radioattivi). 

“Grazie alla presenza territoriale dei nostri circoli e alla diffusione delle buone pratiche – dichiara Sergio Capelli, direttore di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – possiamo ricoprire un ruolo da attore protagonista per diffondere il concetto di giustizia, in grado di ridurre divari e disuguaglianze sociali da una parte e tenere a debita distanza corrotti, inquinatori ed ecomafiosi dall’altra. Siamo pronti a dare il nostro contributo, insieme a Libera, per approfondire maggiormente il tema delle ecomafie all’interno della Commissione permanente per la promozione della cultura della legalità e contrasto ai fenomeni mafiosi”  

È stata lanciata oggi come Legambiente l’idea di costruire un Protocollo di Legalità unendo al tavolo ARPA Piemonte, Regione Piemonte, Prefettura di Torino e la Commissione Legalità del Piemonte per operare congiuntamente al contrasto della criminalità ambientale, soprattutto nel ciclo dei rifiuti, nella Provincia di Torino, drammaticamente al 15° posto tra tutte le provincie italiane.  

Link di approfondimento 

NoEcomafia Legambiente – Le storie e i numeri della criminalità ambientale