Più risorse per la gestione dei rifiuti, a fronte di una migliore raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggi compostabili assieme agli scarti di cucina biodegradabili che, trasformati in compost, contribuiranno a donare salute ai terreni agricoli e a contrastare i cambiamenti climatici. Sono molti i vantaggi derivanti dalla convenzione firmata tra Consorzio di Area Vasta COVAR 14, che copre una popolazione di oltre 250mila abitanti nell’area metropolitana di Torino, e Biorepack, consorzio nazionale di filiera del sistema CONAI per il riciclo organico degli imballaggi in bioplastica compostabile, che devono essere conferiti insieme all’umido.
“Il nostro Consorzio ha concluso l’accordo con Biorepack, che è il primo consorzio al mondo per il riciclo organico degli imballaggi in plastiche biodegradabili e compostabili. Questi materiali sono un ulteriore passo in avanti per raggiungere l’obiettivo di massimizzare il recupero dei rifiuti prodotti”, ha dichiarato Leonardo Di Crescenzo, presidente del COVAR14.
In base all’accordo, il consorzio garantirà la gestione dei rifiuti di imballaggio in bioplastica compostabile insieme alla frazione umida, dalla raccolta differenziata fino al riciclo organico, il compostaggio, in linea con la nuova normativa nazionale che ha introdotto l’obbligatorietà della raccolta differenziata dell’umido urbano insieme alle bioplastiche compostabili dal 1° gennaio scorso.
La convenzione sottoscritta prevede che il COVAR 14, promuova la raccolta differenziata della bioplastica compostabile assieme alla frazione umida e garantisca il successivo avvio a riciclo organico e favorisca la riduzione dei materiali estranei non compostabili. A fronte di questo impegno il Consorzio BIOREPACK riconoscerà dei corrispettivi economici attraverso un sistema premiale, basato sulla qualità della frazione umida raccolta in modo differenziato; più elevata sarà la qualità della frazione umida raccolta e maggiori saranno i corrispettivi riconosciuti dal Consorzio BIOREPACK.
Fondamentale sarà il ruolo attivo dei cittadini: dovranno infatti porre la massima attenzione a non conferire rifiuti incompatibili con i rifiuti umidi, in particolare la plastica tradizionale. In questo modo, il consorzio BIOREPACK potrà riconoscere al Comune il massimo dei corrispettivi per raccolta, trasporto e trattamento delle bioplastiche compostabili, ovvero fino a circa 250 euro a tonnellata.
“Questo sistema di corrispettivi a scalare è essenziale per incentivare una raccolta della frazione umida di maggiore qualità possibile” spiega Marco Versari, presidente di BIOREPACK. “In questo senso, ricordiamo di usare sempre i sacchi biodegradabili e compostabili, come le buste della spesa o i sacchetti frutta e verdura, per raccogliere la frazione organica. È anche grazie a questi strumenti se l’Italia è diventato il Paese europeo che raccoglie più frazione organica. Per aumentare ancora queste percentuali di raccolta, insieme all’umido possono essere conferiti anche gli imballaggi alimentari, le cialde del caffè e le stoviglie purché realizzati in bioplastica compostabile certificata, su cui sono apposti gli appositi marchi”.
L’aumento di rifiuti organici correttamente trattati sottrae materiali allo smaltimento in discarica o nell’’inceneritore e produce compost, un concime naturale che, diversamente dai fertilizzanti sintetici, “restituisce” sostanza organica ai terreni. A giovarsene non sono solo le piante e la produttività agricola (che, al contrario, in presenza di suoli degradati sta pericolosamente diminuendo), ma anche la lotta al cambiamento climatico e al riscaldamento globale. La sostanza organica, infatti, è costituita essenzialmente di carbonio che viene immagazzinato nei terreni, migliorando la fertilità, anziché introdotto in atmosfera sotto forma di CO2,, una delle principali cause dell’effetto serra. I suoli sono il secondo più grande magazzino di carbonio nel Pianeta dopo gli oceani. Più carbonio nel terreno significa quindi meno CO2 in atmosfera.