Nel 2022 Erion WEEE – Consorzio del Sistema Erion dedicato alla gestione dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche domestiche – ha gestito su tutto il territorio italiano oltre 246.000 tonnellate di RAEE, pari al peso di più di 680 Airbus A380, in diminuzione di circa il 7% rispetto ai risultati del 2021 (266.614 tonnellate).
La flessione ha riguardato, in generale, tutti i Raggruppamenti a eccezione delle sorgenti luminose, R5, che con circa 211 tonnellate raccolte registrano l’unico dato positivo (+13% sul 2021). Sono i piccoli elettrodomestici, R4,a subire il calo più significativo (-14%) con 20.107 tonnellate (23.357 nel 2021). A determinare questo risultato sono purtroppo i comportamenti scorretti dei cittadini che – come confermato da un recente studio realizzato da Ipsos per Erion – non si dimostrano particolarmente virtuosi quando si tratta di dismettere RAEE di dimensioni ridotte: 1 su 6 lo fa in modo inappropriato, gettandoli nel sacco dell’indifferenziata, nel cassonetto stradale o nel bidone della plastica (ai primi posti per gestione scorretta: asciugacapelli, 22%; tostapane e frullatore, 20% e caricabatterie per cellulari, 18%). Numeri ai quali sono da sommare tutti i piccoli RAEE che gli italiani tengono in casa anche se rotti o non funzionanti. Calo anche per il Raggruppamento R3 (Tv e Monitor) che, dopo la crescita esponenziale del 2021 dovuta all’effetto del “bonus rottamazione TV”, si ferma a circa 44.632 tonnellate segnando un -10% rispetto all’anno precedente. Diminuzione anche per R1 (freddo e clima) con 77.464 tonnellate raccolte (-2%), così come per i rifiuti elettronici “più pesanti”, ossia quelli che al loro interno contengono elevate quantità di materie prime recuperabili: -9% per i grandi elettrodomestici, R2,che passano dalle oltre 114.700 tonnellate del 2021 alle 104.551 tonnellate del 2022.
Questi risultati mettono ancora una volta in evidenza l’esistenza di circuiti di gestione non ufficiali e l’inadeguatezza dei controlli lungo la filiera. Il Consorzio – che rappresenta una quota di responsabilità pari al 69% sull’intero sistema italiano – stima, infatti, che il Paese sia distante oltre 35% punti percentuali dal target di raccolta europeo (fissato al 65% rispetto all’immesso sul mercato nei tre anni precedenti). Mancano quindi all’appello oltre 400.000 tonnellate di RAEE Domestici, vale a dire quasi 3 milioni di grandi elettrodomestici (come frigoriferi, condizionatori e lavatrici) e più di 400 milioni di piccoli elettrodomestici (come cellulari, microonde, radio). Una perdita che ha dei riflessi importanti a livello nazionale, ancor più in un periodo di grave carenza di risorse come quello attuale. Infatti, se l’Italia riuscisse a intercettare tutti i RAEE oggi dispersi e ad avviarli a corretto trattamento si potrebbero riciclare altre 380.000 tonnellate di materie prime, di cui 209.000 tonnellate di ferro, pari al peso di 28 Torri Eiffel; 18.000 tonnellate di rame pari a 198 volte il peso del rivestimento della Statua della Libertà, circa 14.000 tonnellate di alluminio, pari a 16 milioni di moka da caffè e, infine, 106.000 tonnellate di plastica, pari a 42 milioni di sedie da giardino. Una mancata opportunità da imputare soprattutto al cosiddetto “mercato parallelo”, spesso illecito, spinto dall’eccezionale caro-materie prime, con operatori borderline o soggetti non autorizzati che cercano di massimizzare i propri profitti estraendo dai RAEE le materie più facili senza curarsi dell’impatto ambientale del trattamento: come il ferro (il cui valore è cresciuto del +64% tra il 2020 e il 2022), il rame (+57%) e alluminio (+76%).
“Siamo di fronte a una situazione allarmante, che non può essere trascurata. Com’è possibile che ancora oggi non si sia in grado di intervenire con azioni decise per contrastare questi fenomeni che danneggiano il Pianeta e l’economia? Sono ancora troppi i Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche che finiscono nelle mani sbagliate” ha dichiarato Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE. “A questo si aggiunge un problema di consapevolezza dei cittadini sull’importanza di fare una corretta raccolta differenziata di questi rifiuti. Occorre investire maggiormente in sensibilizzazione affinché gli italiani capiscano che anche i RAEE – così come la plastica, il vetro, la carta e l’umido – non possono essere gettati nella spazzatura indifferenziata o abbandonati in qualche cassetto, in soffitta o in cantina. Bisogna cambiare prospettiva, comprendere che le azioni di tutti noi hanno un peso e che quando parliamo di RAEE, anche di quelli più piccoli, parliamo di importanti materie prime che potrebbero essere riciclate, cioè riutilizzate in nuovi cicli produttivi con tutto ciò che di positivo ne consegue. Non possiamo più aspettare: per questo Erion WEEE ha lanciato la campagna di comunicazione DireFareRAEE, una serie di iniziative che nei prossimi 18 mesi cercheranno di raccontare agli italiani cosa sono i RAEE e come farne una corretta raccolta differenziata: c’è davvero bisogno del contributo di tutti”.
Nonostante la decrescita, i risultati operativi di Erion WEEE confermano quanto il settore dei RAEE sia strategico per l’economia circolare italiana: il tasso di riciclo delle Materie Prime Seconde è stato infatti pari al 89.5% del peso dei RAEE. In dettaglio, dalle oltre 246.000 tonnellate di RAEE Domestici gestiti, il Consorzio ha ricavato più di 125.000 tonnellate di ferro, circa 5.000 tonnellate di alluminio, oltre 5.000 tonnellate di rame, e 32.000 tonnellate di plastica.
Il corretto trattamento di questa tipologia di rifiuti ha contribuito in maniera significativa anche alla lotta al cambiamento climatico, evitando l’immissione in atmosfera di circa 1,7 milioni di tonnellate di anidride carbonica, come la quantità di CO2 che verrebbe assorbita in un anno da un bosco di 1.760 kmq (esteso quanto la provincia di Cremona), e generando un risparmio di oltre 370 milioni di kWh, superiori ai consumi domestici annui di una città come Bari (315.000 abitanti).
Nella tabella di seguitosono riportate le quantità di RAEE Domestici gestite da Erion WEEE in ciascuna regione italiana.