Le attività del progetto Vivilibron non si fermano mai. Ci sono sempre un libro da recuperare e un nuovo lettore da accontentare, nonostante la seconda ondata del Coronavirus e l’impraticabilità degli storici punti di distribuzione del progetto.
Se prima i libri di Vivilibron potevano essere intercettati in bar, festival, giardini, circoli Arci nonché nei teatri della Città di Torino, adesso i luoghi dove spacciare cultura e promuovere la lettura sono in continuo cambiamento. Sparita la distribuzione nelle attività commerciali come i bar, ora chiusi o a mezzo servizio, i libri “salvati dall’inceneritore” oggi si possono ritrovare in alcuni dei centri dedicati alla consegna degli aiuti alimentari alla popolazione accanto ai pacchi viveri. Con la chiusura dei teatri e dei luoghi di aggregazione culturale e ricreativa, ora sono le scuole e gli studenti i nuovi fruitori del progetto promosso dal Tavolo del Riuso, Eco dalle Città, Vivilibron e sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo.
Un incontro virtuoso quello col mondo della scuola, nato quasi per caso e che fin da subito ha fatto emergere la voglia di rinascita di un parte importante della società duramente colpita dalla pandemia. Anche per questo riportiamo la lettera che ci ha inviato il Maestro Guido, il quale ha spalancato le porte della scuola media Gabelli e della sua biblioteca in Barriera di Milano ai libri salvati dagli Ecomori e da Graziano Esposito.
L’incontro tra la scuola e Vivilibrun
Gli insegnanti di Italiano hanno ovviamente la passione per la lettura e l’incontro con gli amici di Vivilibron è stata un’esperienza davvero entusiasmante.
Il libro, la carta, le pagine che scorrono sono piccoli attimi di infinita fantasia che fluiscono tra le mani.
Ogni libro è un piccolo tesoro in grado di aprire le porte di universi meravigliosi da percorrere insieme ai bambini. I ragazzi, oggi immersi in un mondo tecnologico e virtuale, hanno ancora la necessità di viaggiare con la fantasia, slegata dalle immagini e dagli input derivanti dallo schermo e, mai come adesso, un libro può spalancare scenari che un videogioco o un Tik Tok non sono in grado di offrire.
Per me un testo è sempre stato qualcosa da custodire gelosamente e pensare a un libro accanto al cassonetto dei rifiuti è davvero un’immagine che fa male al cuore.
Da quando gli amici di Vivilibron si sono messi in contatto con noi, ho avuto davvero la sensazione di trovarmi di fronte a piccoli eroi delle parole e della loro conservazione.
Eroi silenziosi capaci, nella semplicità dei loro gesti, di salvare quello di cui ho più caro: le parole!
Quelle parole che tante volte mi hanno accompagnato nella vita e che oggi, come insegnante, cerco di regalare ai miei studenti.
Ogni parola è un gradino verso l’infinito, ogni racconto un passo verso la realizzazione di nuovi sogni, una storia, una strada verso idee sconosciute.
Agli amici di Vivilibron, guidati dall’amico Graziano, va il nostro riconoscimento in quanto uomini e donne che, con saggezza e pazienza, raccogliendo quanto scartato da animi distratti donano vita a testi non scelti e riescono a regalare attimi di gioia a piccole menti in crescita.
La loro opera è davvero un encomiabile e meritano davvero il plauso della comunità. Parlando con i ragazzi venuti presso la nostra scuola a consegnare i libri ho apprezzato la presenza di alcuni rifugiati, gli Ecomori, che si impegnano in modo del tutto gratuito per la comunità che li ospita, un perfetto esempio di integrazione e inclusione sociale che deve far riflettere.
I libri continuano ad avere la loro valenza didattica e culturale e la diffusione della tecnologia non ha assolutamente incrinato la loro bellezza, ma anzi ne ha aumentato le potenzialità. In una zona come la nostra, con grandi problematiche sociali ed economiche, la biblioteca scolastica assume un valore notevole per l’accesso alla lettura e la possibilità di avere a disposizione il maggior numero possibile di testi è davvero fondamentale.
La certezza del loro operato è resa chiara dallo stupore di alcuni ragazzi che mi hanno aiutato a trasportare i libri ricevuti. Youssef, che, una volta aperta una cassa ha esclamato: “Ma davvero qualcuno ha gettato questi libri? Ma perché non ce li hanno regalati subito?” ne è l’esempio.
Nella sua semplicità, Youssef ha chiuso un cerchio che, solo grazie alla volontà di Vivilibron non ha avuto un epilogo diverso.
Il cerchio della lettura!
Grazie!
Maestro Guido