Nuova procedura di infrazione contro l’Italia da parte dell’Unione europea per non aver rispettato i propri obblighi in materia di qualità dell’aria, ai sensi di una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) emessa nel 2020. Mercoledì 13 marzo la Commissione Ue ha dichiarato di aver aperto l’infrazione con una lettera formale di messa in mora.
Bruxelles rileva che in Italia nel 2022 i livelli di inquinamento hanno superato i limiti giornalieri in “24 zone di qualità dell’aria”, con una zona che ha addirittura superato i limiti annuali consentiti. Questo persistente quadro di inadempienza ha spinto la Commissione a prendere provvedimenti. L’Italia ha ora due mesi per rispondere e “colmare il divario”.
In assenza di una risposta “soddisfacente”, Bruxelles spiega che potrebbe rinviare l’Italia alla CGUE. Si tratta di una situazione che richiede un’azione rapida e decisa da parte delle istituzioni italiane, al fine di garantire il pieno rispetto degli standard ambientali europei e tutelare la salute dei cittadini.
I valori limite applicabili alle concentrazioni di particolato PM10 sono stati sistematicamente e persistentemente superati tra il 2008 e il 2017.La Corte ha aggiunto che “la Repubblica italiana ha manifestamente omesso di adottare in tempo utile le misure” necessarie per affrontare il problema.