Qualità dell’aria, inverno meno critico in Lombardia ma l’inquinamento resta un’emergenza

Lo dice Legambiente Lombardia, che spiega come nei primi due mesi del 2025 le frequenti perturbazioni hanno limitato l’accumulo di inquinanti in Pianura Padana, evitando prolungate fasi di alta pressione. Tuttavia, nei pochi episodi di stabilità atmosferica, le concentrazioni di polveri sottili hanno raggiunto livelli allarmanti, fino a tre volte superiori ai limiti OMS. Milano resta la città con più superamenti, mentre nelle zone agricole e zootecniche della Bassa Pianura si registrano valori critici. L’associazione chiede interventi urgenti

Qualità aria Lombardia Milano

Legambiente Lombardia presenta il bilancio della qualità dell’aria nei primi due mesi del 2025, evidenziando come l’inverno sia stato caratterizzato da frequenti perturbazioni che hanno limitato le prolungate fasi di alta pressione tipiche della Pianura Padana. L’assenza di inversione termica prolungata ha contribuito a contenere l’accumulo di inquinanti, evitando che l’aria diventasse una trappola di smog, come spesso accade nella stagione invernale.

Dal punto di vista della qualità dell’aria, gennaio e febbraio 2025 si sono rivelati tra i meno critici degli ultimi anni. In particolare, le correnti orientali hanno favorito un miglior ricambio atmosferico nell’Est della Lombardia, riducendo la concentrazione di polveri sottili. Tuttavia, non si può parlare di un netto miglioramento: nei due episodi di alta pressione verificatisi nel bimestre, seppur di breve durata, le concentrazioni di particolato hanno comunque raggiunto livelli allarmanti. Complessivamente, i valori medi registrati sono risultati fino a tre volte superiori ai limiti raccomandati dall’OMS, con un quadro ancor più critico per le polveri ultrafini (PM2.5), particolarmente pericolose per la salute respiratoria e cardiovascolare.

Le aree più colpite: oltre a Milano, i capoluoghi della Bassa Pianura

Come già osservato negli anni precedenti, a registrare i livelli più elevati di inquinamento sono stati Milano e i capoluoghi della Bassa Pianura, in particolare Cremona e Lodi. Tuttavia, i dati delle stazioni di monitoraggio di ARPA Lombardia confermano che non sempre l’aria peggiore si respira nei grandi centri urbani: in numerosi comuni agricoli della regione – come Viadana, Bertonico e Crema – le concentrazioni di polveri sottili si sono attestate su valori simili a quelli dei capoluoghi provinciali, mentre in aree con alta densità di allevamenti intensivi, come Codogno e Soresina, le polveri sottili hanno raggiunto livelli persino superiori.

L’impatto degli allevamenti intensivi sulla qualità dell’aria

“L’elevata densità di allevamenti intensivi in Lombardia e la conseguente produzione di decine di milioni di tonnellate di liquami rappresentano un fattore chiave per il cattivo stato della qualità dell’aria nella nostra regione,” dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Pur riconoscendo il peso della zootecnia nell’economia agroalimentare lombarda, è urgente interrogarsi sulla sostenibilità di un modello che concentra milioni di capi in poche migliaia di chilometri quadrati. Ripensare le filiere dell’allevamento non è più rinviabile: si tratta di una necessità per la salute pubblica e per il benessere animale.”

Milano e i picchi di inquinamento: il ruolo del traffico veicolare

Diverso il discorso per i picchi di inquinamento, che vedono Milano in testa alla classifica con oltre un giorno su tre di superamento dei limiti di polveri sottili. In questi episodi acuti, il traffico veicolare gioca un ruolo determinante, confermando l’urgenza di misure più efficaci per ridurre la congestione urbana.

“Ci chiediamo cos’altro debba accadere affinché le città lombarde si decidano a fare fronte comune con il governo nazionale e regionale per una gestione più sostenibile della mobilità,” afferma Federico Del Prete, responsabile mobilità e spazio pubblico di Legambiente Lombardia. “Nonostante l’emergenza smog e i relativi impatti sulla salute pubblica, assistiamo ancora a scelte anacronistiche come la distruzione di aree verdi per nuove autostrade. È indispensabile un cambio di rotta: servono investimenti concreti nel trasporto pubblico e misure efficaci per limitare l’invasione del traffico motorizzato, a partire da una revisione delle politiche della sosta su suolo pubblico.”

Legambiente Lombardia ribadisce dunque la necessità di un piano d’azione integrato per migliorare la qualità dell’aria, con strategie mirate alla riduzione delle emissioni, alla mobilità sostenibile e a una gestione più responsabile delle attività zootecniche nel territorio.

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