“Anche se il 2024 non è ancora concluso, è già possibile tracciare un bilancio sulla qualità dell’aria in Lombardia“. Così Legambiente in una nota, dove sottolinea un miglioramento generale per quanto riguarda la concentrazione del PM10, il particolato sottile considerato l’inquinante più pericoloso. I dati medi annuali consolidano il trend positivo del 2023, anno in cui si sono registrati i migliori risultati da quando la regione dispone di una rete di monitoraggio”.
Tuttavia, non tutte le aree hanno beneficiato allo stesso modo, spiega l’associazione. I maggiori miglioramenti si sono verificati nei capoluoghi dell’Est Lombardia, come Brescia e Mantova, e nelle città pedemontane di Lecco, Sondrio e Varese. Al contrario, la situazione di Milano si è aggravata: le concentrazioni medie di PM10 sono salite da 27,8 a 30 microgrammi per metro cubo rispetto al 2023, segnando un peggioramento del 7,6% in un solo anno. Questo dato negativo pone Milano in competizione con Cremona per il titolo di città più inquinata della Lombardia.
Gli esperti attribuiscono tale peggioramento all’aumento della motorizzazione privata nel capoluogo, che ha superato la soglia di un’automobile ogni due abitanti. Federico Del Prete, responsabile mobilità e trasporti di Legambiente Lombardia, critica duramente le politiche locali, affermando che Milano continua a dare priorità all’automobile privata e alla logistica su gomma, responsabili di oltre il 40% del PM10, trascurando il trasporto pubblico e la mobilità attiva.
A livello regionale, i dati del 2024 confermano una lenta ma costante riduzione delle concentrazioni di inquinanti nella Pianura Padana. Tuttavia, questa tendenza resta insufficiente, soprattutto in relazione ai nuovi parametri della direttiva europea sulla qualità dell’aria, che stabiliscono una soglia di 20 microgrammi/mc per il PM10. Attualmente, solo Sondrio, Lecco e Varese rispettano questo standard.
Un altro aspetto preoccupante riguarda il numero di giornate di smog sopra i limiti di legge, che è aumentato quasi ovunque, con l’eccezione di Mantova. Questo fenomeno è legato al regime meteorologico del 2024, caratterizzato da una piovosità record tra febbraio e ottobre, che ha ridotto le concentrazioni medie ma non i picchi di inquinamento, concentrati nei mesi di gennaio, novembre e dicembre. Questi mesi hanno registrato il 75% dei superamenti annuali delle soglie critiche di concentrazione, che attualmente tollerano un massimo di 35 giornate annue. Solo Varese, Como, Lecco e Sondrio rispettano tale limite.
Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia, sottolinea come si stia consolidando l’immagine di una Lombardia a due velocità: da un lato, le città pedemontane beneficiano delle misure di abbattimento delle emissioni; dall’altro, la bassa pianura resta intrappolata in un mix di inquinanti, causato anche dall’eccessiva concentrazione di allevamenti intensivi.
L’analisi del 2024 offre dunque un quadro complesso: progressi significativi in alcune aree, ma anche nuove sfide che richiedono interventi strutturali per migliorare la qualità dell’aria in tutta la regione e adeguarsi ai parametri europei.