Con l’esibizione di lunedì 26 agosto degli LCD Soundsystem (preceduti da Giulia’s Mother, Khompa e Nation of Language) il Todays entra nel vivo e fino al 2 settembre animerà le serate torinesi all’interno del Parco della Confluenza.
Nonostante sulla stampa generalista e di settore (quello musicale) la nuova gestione del festival messa in piedi dalla Fondazione Reverse è stata salutata positivamente (e ci mancherebbe vista la lineup, nda), sui quotidiani locali e sui social i gruppi ambientalisti sono riusciti a far sentire la propria voce in merito alla presunta inadeguatezza del Parco della Confluenza a ospitare un “grande evento”.
Il pomo della discordia è l’estrema vicinanza (parliamo di qualche metro) dell’area del festival al Sito della Rete Natura 2000 – ZPS IT1110070 “Zona di Protezione Speciale del Meisino (Confluenza Po – Stura)”.
A dare il via libera ufficiale alla manifestazione, anche se con tempistiche abbastanza curiose, è stata la determinazione n°186 del 14 agosto (a dieci giorni dalla prima esibizione) dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese, che ha vincolato la realizzazione del festival ad alcune prescrizioni da seguire obbligatoriamente per tutelare al meglio la zona di protezione speciale.
Non è la prima volta (e non sarà nemmeno l’ultima) che il mondo dello show business entra in contrasto con quei cittadini che vogliono preservare e salvaguardare quel po’ di natura sfuggita alla fame di suolo dei sapiens. Ovviamente a Torino lo “scontro” (se così possiamo definirlo) non è ai livelli dello storico concerto dei Pink Floyd a Venezia nel lontano 1989 o dei più recenti Jova Beach Party ma il tema è lo stesso: l’impatto ambientale. Una tematica troppo importante che merita di essere approfondita da tutti i soggetti coinvolti in un continuo confronto costruttivo, per il bene dell’ambiente e dei cittadini.
Per questo ci siamo fatti un giro al Parco della Confluenza per toccare con mano il nocciolo della questione, ascoltare dell’ottima musica e per vedere come è cambiato il Todays (rispetto al 2019 e 2022).
Mobilità
Torino non è Tokyo, quindi le distanze da un capo all’altro della città sono relativamente brevi. Per muoverci da Porta Palazzo verso piazza Sofia abbiamo scelto la bicicletta, anche perché attirati dalla messa a disposizione di “un parcheggio bici presidiato, non custodito”. Aspettative non ce n’erano e quindi non siamo rimasti stupidi dal dover legare le biciclette a cavalcioni sulle ringhiere che delimitano l’area verde della piazza. Le bici non erano molte, forse una cinquantina, ma l’area presidiata e non custodita ha svolto il suo compito: a fine serata le bici c’erano e non erano nemmeno vandalizzate. Fatto che a Torino non si può mai dare per scontato.
Degno di nota, sempre a fine serata durante il deflusso del pubblico, la fila di autobus che attendeva gli spettatori per riaccompagnali in centro città. E per essere un normale lunedì sera di fine agosto il trasporto pubblico ha fatto la differenza.
Mentre per chi fosse intenzionato a raggiungere il festival utilizzando monopattini e bici in sharing esiste anche un’area dedicata al loro parcheggio. Insomma ci sono tutti i presupposti per lasciare l’auto a casa.
Rifiuti
Dal punto di vista della produzione rifiuti, la scelta degli organizzatori di usare i bicchieri riutilizzabili in plastica dura è stata premiata (e a nostro giudizio dopo decenni di festival dei più disparati, risulta sempre la scelta vincente) infatti a fine serata il pratone era sostanzialmente pulito tranne per i bicchieri riutilizzabili abbandonati.
Purtroppo i bicchieri non erano propriamente “riutilizzabili”, nel senso che lo spettatore non è coinvolto in un sistema che premia il riutilizzo del bicchiere attraverso un deposito cauzionale, ma riportava al banco il bicchiere per puro senso civico. Inizialmente siamo stati tratti in inganno dalle scritte sul prezziario “solo bicchiere 2€” e “non buttarmi: sono riutilizzabile!”. Pensavamo erroneamente che ci fosse un deposito cauzionale di 2€ ma alla fine ci siamo accorti di aver acquistato, oltre alle bevande, anche i bicchieri. Pazienza.
A conti fatti gli unici rifiuti che sono stati prodotti (dagli spettatori) sono quelli legati al consumo di cibo che sono finiti in “comodi” contenitori dell’indifferenziato. Semplicemente perché in tutta l’area non c’era nessun cassonetto per la raccolta differenziata. Insomma, niente differenziata.
A onor del vero c’erano dei cassonetti che sui coperchi riportavano impressi i nomi della frazioni per la raccolta differenziata (ne abbiamo contati sette) ma erano sistemati in luoghi così distanti dal vivo della manifestazione che difficilmente qualcuno si sarebbe mai avventurato per gettare qualcosa. Infatti a fine serata erano completamente vuoti.
Sempre sul fronte della raccolta differenziata (ma questa volta parliamo dei rifiuti prodotti dagli stand) non ci è parso che ci fosse una differenziazione o, se veniva fatta, questa non è avvenuta durante le nostre ore di osservazione. Comunque sia, da regolamento comunale, rimane l’obbligo di differenziare i rifiuti o per lo meno provarci.
Altro aspetto, comune alla maggior parte dei festival ma non a tutti, è quello legato ai mozziconi di sigaretta che anche questa volta rimarranno nel prato per i prossimi vent’anni o più. Ci aspettavamo di trovare dei posacenere portatili come avvenuto lo scorso anno a Stupinigi in occasione del Sonic Park organizzato dalla stessa Fondazione Reverse. E invece no. Pazienza.
Inquinamento luminoso e acustico
Dal punto di vista dell’inquinamento luminoso, non essendoci portati dietro un luxometro, le osservazioni si sono basate su quanto percepito dai nostri occhi. Sicuramente possiamo affermare che abbiamo avuto difficoltà a individuare l’ingresso perché scarsamente illuminato.
Per quanto riguarda l’impianto luci, nonostante i notevoli giochi di luce dello spettacolo, queste erano tutte orientate verso sud e sul pubblico, quindi in direzione opposta alla zona di protezione speciale del Meisino. Mentre a conclusione dell’evento l’illuminazione non era eccessiva o abbagliante come spesso capita per segnalare il percorso di deflusso. Probabilmente sono state seguite alla lettera le indicazioni dell’Ente di Gestione delle Aree protette del Po Piemontese.
Dal punto di vista dell’inquinamento acustico, e grazie a OpenNoise l’app dell’Arpa Piemonte che rileva l’intensità del rumore, qualche rilevazione siamo riusciti a farla.
Al centro dell’area dove era posizionato il pubblico, in pieno concerto, l’intensità del suono non ha superato gli 82 dB, mentre durante l’ultimo cambio palco (durato più di trenta minuti, una infinità, ma ne valeva la pena) l’app ha registrato picchi di 66 dB. Sempre in pieno concerto ma nell’area bagni, i decibel non hanno superato la soglia dei 53. All’ingresso, praticamente in piazza Sofia, mentre si esibiva il secondo gruppo, il picco massimo è stato di 48 dB (mentre era di 58 dB a fine concerto durante il deflusso ma in questo caso entrano i gioco i rumori emessi dal bus e il vociare degli spettatori).
In estrema sintesi il Todays, in base alle nostre osservazioni, non spicca per aver messo in campo soluzioni nuove e incisive per stimolare il pubblico a comportamenti virtuosi volti a ridurre l’impatto ambientale. Tuttavia gli organizzatori hanno messo in campo accorgimenti per ridurre e attenuare l’impatto generale dell’evento sulla Zona di Protezione Speciale del Meisino per quanto è stato possibile osservare.
Resta il dibattito aperto dalle associazioni ambientaliste sull’opportunità di sfruttare spazi come la Confluenza per eventi musicali (anche a prescindere dal bando comunale per l’organizzazione del Todays).
Non resta dunque che attendere il concerto dei Massive Attack del 2 settembre per vedere se l’area del festival, che questa volta ha ospitato qualche migliaio di spettatori, può reggere un’affluenza stimata di 7000 mila persone (come dichiarato dagli organizzatori all’Ente che si occupa della gestione del Sito della Rete natura 2000 del Meisino).
E se vi sta a cuore il Meisino sabato 31 agosto alle ore 10,30 presso l’omonima Spiaggia c’è l’appuntamento conclusivo (per questa stagione) di Trashexpress la manifestazione che attraverso il plogging (ma non solo) ripulisce il parco dai rifiuti.