Va avanti il progetto dell’inceneritore di Roma. Dopo il passaggio di fine ottobre, in cui il CdA di Acea aveva votato la proposta rimodulata del progetto, mandando a Roma Capitale il documento per le valutazioni finali, il 16 novembre è stato pubblicato il bando di gara per la realizzazione dell’impianto.
L’annuncio è stato dato dal Sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, nel corso della presentazione del suo secondo anno di mandato che si è svolta all’Auditorium. “Con la gara per realizzare un moderno termovalorizzatore – ha sottolineato Gualtieri – vogliamo porre fine alla vergogna di una città che era costretta a mandare a smaltire i rifiuti ovunque: il termovalorizzatore di Roma sarà un impianto all’avanguardia sul piano tecnologico, il meno inquinante d’Europa e ci garantirà di raggiungere l’obiettivo discarica zero”.
Roma Capitale aveva avviato un’interlocuzione con l’Acea per migliorare la proposta dal punto di vista tecnico ed economico, per avere una tariffa più concorrenziale ed una soluzione operativa più efficace. Il progetto così ridefinito dall’Associazione Temporanea di Imprese guidata da ACEA, è stato utilizzato come base del bando.
Secondo il cronoprogramma, il cantiere dovrebbe iniziare entro l’autunno 2024 per finire entro il 2026. I termini di scadenza del bando sono fissati per la metà di maggio 2024.
Le reazioni di comuni e associazioni contrari all’inceneritore di Roma
Le reazioni di chi è da sempre contrario all’impianto non si sono fatte attendere. La Rete Tutela Roma Sud – composta da associazioni, comitati di quartiere e aziende, sostenuti da Spi Cgil Castelli Romani, Italia Nostra e Legambiente – scrive su facebook: “Roberto Gualtieri impone la sua scelta senza valutare le alternative e oggi ha pubblicato la gara, nonostante sia pendente il giudizio in Consiglio di Stato, caricando i giudici di una responsabilità ulteriore. Tutte le preoccupazioni si rivelano fondate, altro che impianto avveniristico a impatto zero, da una prima lettura inquinerà ‘rispettando’ i vecchi limiti del 2010, nonostante in Europa siano in fase di revisione perché considerati non sufficienti a tutelare la salute”.
Ancora: “La ciminiera sarà alta 85 m (contro i 120 dell’inceneritore di Brescia), un’altezza perfetta per fare arrivare i fumi sui Colli Albani. Vogliono prendere l’acqua tramite pozzi in un’area già in emergenza e sottoposta a tutela. Un affare da 7.432.700.000 di euro in nome del giubileo, che i privati dovranno recuperare tramite la TARI in 401 mesi, pari a circa 225 mln di euro l’anno. Secondo l’ultimo bilancio pubblicato dall’AMA smaltire 874.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati costa 142 milioni di euro, praticamente il costo a tonnellata raddoppia”.
Le associazioni lanciano quindi una manifestazione di protesta: “Adesso basta!!! Diamo un segnale già sabato 18 novembre, scendendo tutti in strada. Ci vediamo alle 8 in piazza della Costituente ad Albano Laziale!”