Protesta di Extinction Rebellion al Viminale: 5 quintali di letame scaricati contro le politiche climatiche del Governo

Riceviamo e condividiamo il comunicato stampa di Extinction Rebellion che nella mattinata del 22 novembre ha scaricato 5 quintali di letame al Ministero dell’Interno, con un centinaio di persone accampate in tenda. In quello che doveva essere l’ultimo giorno della COP29, Extinction Rebellion ha ooccupato piazza del Viminale in segno di protesta con le politiche climatiche inquinanti del Governo italiano e la promozione di leggi volte a reprimere il dissenso. “L’unica sicurezza che abbiamo è questo clima di merda” si legge sugli striscioni

Credit foto: Extinction Rebellion Italia

Nella mattinata di venerdì 22 novembre, un centinaio di persone ha risposto all’appello lanciato da Extinction Rebellion, occupando in tenda la piazza del Viminale, sede del Ministero dell’Interno, dopo aver scaricato 5 quintali di letame davanti all’ingresso. “L’unica sicurezza è questo clima di merda” si legge su uno degli striscioni. Nel frattempo, sono intervenute le forze dell’ordine. Alcune persone sono state fermate e trascinate via mentre stavano provando ad arrampicarsi su degli alberi della piazza per esporre uno striscione. Le persone entrate nelle tende sono state trascinate fuori, le tende distrutte e sequestrate, mentre altre persone hanno praticato resistenza passiva e si sono sedute a terra, circondate da un cordone delle forze dell’ordine. Una protesta dai toni forti, ma colorati e rigorosamente nonviolenti, che arriva dopo un anno di politiche governative che hanno portato all’aumento degli investimenti in combustibili fossili e alla promozione di nuove pene per chi protesta, in un momento in cui l’Italia e il mondo intero sono colpiti da eventi climatici estremi sempre più intensi.

La scelta del luogo non è infatti casuale. “Questo ministero è uno dei promotori del nuovo DDL sicurezza che aumenta notevolmente le pene per chi protesta pacificamente” commenta Paola, una delle persone in tenda. “Occupiamo questa piazza per pretendere che chi ha il compito di tutelare la nostra sicurezza faccia tutto ciò che è necessario per contrastare il collasso ecoclimatico e per garantire il diritto di dissentire”. Il riferimento è al DDL 1660, in discussione proprio in questi giorni al Senato, contestato da Extinction Rebellion e altri movimenti già in altre occasioni, e criticato fortemente anche da autorevoli giuristi, costituzionalisti e avvocatidurante le audizioni in Commissione Giustizia. “In un momento storico in cui l’Italia intera, da nord a sud, sta pagando i pesantissimi danni di alluvioni e siccità, siamo qui per ribadire che l’unica sicurezza che abbiamo oggi è questo clima di merda ” continua Paola.

Negli ultimi mesi l’Italia è stata messa in ginocchio dal susseguirsi di eventi estremi da Nord a Sud: in Emilia Romagna sono ricominciate le alluvioni e, dopo mesi di siccità in Sicilia, anche Catania è stata allagata da piogge torrenziali. La crisi ecoclimatica sta costando parecchio: 9 miliardi sono solo i danni delle alluvioni in Emilia Romagna, e secondo Coldiretti, nel 2024 la siccità ha bruciato 33mila posti di lavoro nei campi del Sud, tra Sicilia e Puglia. Proprio in questi
giorni, alla COP29 di Baku, Azerbaijan – la seconda di fila a svolgersi in un “petrostato”, e terza in uno stato autoritario e repressivo – la premier Meloni ha confermato da un lato l’impegno dell’Italia nel limitare l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 1,5°C, e dall’altro la volontà di trasformare l’Italia in un hub del gas a livello europeo, in aperto contrasto con gli obiettivi di neutralità climatica al 2050.

“Non possiamo più nascondere sotto questo tappeto di falsa sicurezza l’urgenza di affrontare la crisi climatica e sociale” aggiunge Davide, indicando un enorme tappeto giallo steso sulle scalinate della piazza “Chiediamo che sia dichiarato lo stato di emergenza nazionale, che queste tende precarie simboleggiano, esigiamo che si interrompano le emissioni climalteranti, la distruzione degli ecosistemi e la perdita della biodiversità. Infine che venga istituita un’Assemblea dei Cittadini per decidere su misure che siano veramente giuste e che non lascino nessuno indietro.”

“Siamo qui perché in quanto cittadini di questo paese, vogliamo poter decidere assieme quale sia la sicurezza di cui abbiamo bisogno ” conclude Davide.