Giovedì 10 febbraio alle ore 20 anche le luci del Campidoglio a Roma si spegneranno per aderire all’iniziativa promossa da Anci e dal presidente Antonio Decaro, un segno di protesta simbolica per far sentire la voce dei sindaci contro il caro bollette. Tante le città che hanno aderito all’iniziativa e in cui verranno spente le luci in piazze e monumenti cittadini.
“Si tratta – spiega il sindaco Roberto Gualtieri in una nota – di un’iniziativa che ci trova pienamente d’accordo: l’aumento delle bollette grava e mette in seria difficoltà famiglie e istituzioni, dal piccolo al grande Comune, soprattutto in questo momento storico che ci vede già in difficoltà a causa della pandemia. È un problema che va affrontato e sono certo che il Governo ascolterà il grido di allarme dei cittadini e dei sindaci”.
Il tema è di forte attualità, tanto che alcuni partiti stanno chiedendo al Governo un eventuale scostamento di bilancio per arginarne le conseguenze non solo per i cittadini, ma anche per le imprese e le stesse istituzioni. Il prezzo dell’energia elettrica, infatti, nei primi tre mesi dell’anno, secondo i dati forniti da Arera, è raddoppiato (+55%) e poco meno ha fatto il gas (+41,8%), creando problemi non solo alle attività produttive ma anche alle utenze comunali in capo ai sindaci, che oggi per protesta “spegneranno” i monumenti e gli uffici pubblici.
“Le conseguenze sono evidenti anche per gli stessi Comuni – ha spiegato Gualtieri in un’intervista a “La Repubblica” –, noi paghiamo una bolletta molto salata per i riscaldamenti ed è questa una delle ragioni per cui vorremmo fare un progetto per rendere più efficiente il sistema energetico delle scuole. Basti pensare che paghiamo circa 110milioni di euro per il riscaldamento negli istituti scolastici. Servono interventi”.
Secondo quanto riportato da Romatoday, i rincari avranno un impatto pesante sulla Capitale per un aumento che vale tra i 40 e 50 milioni in un anno, pari a 3 anni di trasporto scolastico, 3 mesi di mense e 180 km di manutenzione stradale, secondo stime fornite dal primo cittadino.
“È un problema che riguarda tutti, dalle aziende, alle famiglie fino agli enti locali – sottolinea Antonio Decaro. Nei bilanci dei Comuni il costo dell’energia oscilla intorno a 1 miliardo e 800 milioni di euro. Un rincaro stimato del 30 per cento non ci permetterebbe di chiudere i bilanci e potremmo essere costretti a tagliare servizi essenziali, a cominciare dalla pubblica illuminazione che svolge un ruolo fondamentale anche in termini di sicurezza urbana”.