“Crisi energetica e climatica: la nuova roadmap per l’Italia” è il tema della Conferenza Nazionale sul clima 2022 di Italy For Climate che si è tenuta il 14 luglio a Roma, l’appuntamento più importante a livello nazionale dedicato al clima. Ad inaugurarla, le parole di Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, promotore di Italy For Climate: “La lotta al cambiamento climatico e l’obiettivo della neutralità climatica al 2050 sono una priorità, da cui dipendono il futuro e l’economia del nostro Paese”. L’iniziativa è promossa da Italy For Climate con il patrocinio del Ministero per la Transizione Ecologica, della Commissione Europea e di Rai per la Sostenibilità, e la media partnership di Rai Radio 1 e Rai Pubblica Utilità.
“L’Italia deve dotarsi quanto prima di una legge per il clima, come hanno già fatto Germania, Francia e Regno Unito, per varare misure concrete di adattamento al cambiamento climatico, coinvolgendo i diversi settori e i territori. – spiega Edo Ronchi – Abbiamo accumulato 30 anni di ritardi e, a causa dello scarso impegno nella riduzione delle emissioni, subiamo già oggi ingenti danni: incendi, siccità, eventi meteorologici estremi sono conseguenze gravi davanti agli occhi di tutti”.
Il loro impatto sulla salute delle persone e sulla produzione alimentare e non solo, sono una realtà e continueranno a verificarsi in ogni caso per molti anni, anche invertendo oggi la rotta energetica, a causa dell’inerzia del sistema climatico: danni ambientali, alle persone, all’economia, all’agricoltura, alle imprese che sono evidenti e saranno sempre più gravi, con una perdita di PIL stimata da Italy for Climate dell’8%, ossia oltre 140 miliardi di euro ogni anno a partire dai prossimi decenni.
Al pacchetto di 40 proposte di intervento presentato da Italy for Climate a dicembre 2021, articolato per ogni settore economico, per conseguire gli obiettivi della roadmap che consentirebbe all’Italia di arrivare al 2030 con una riduzione delle emissioni di gas serra del 60% rispetto al 1990, azzeramento dell’uso energetico del carbone, taglio del 41% del petrolio, taglio del 45% del gas (ossia30 Mld di mc, equivalente all’import di gas dalla Russia prima della crisi) si aggiungono 3 nuove proposte operative prioritarie, presentate nella Conferenza di oggi, coerenti con il piano europeo REPowerEU e con un impatto rilevante in tempi relativamente brevi: nei prossimi tre anni da sole produrranno un risparmio di oltre 15 miliardi di mc di gas e taglio di quasi 40 milioni di tonnellate di gas serra:
1. Raggiungere al 2030 l’85% della produzione elettrica nazionale attraverso fonti rinnovabili (oggi è circa al 40%).
2. Ripensare il Superbonus dell’edilizia, per elettrificare 3 milioni di abitazioni in tre anni, con un risparmio di risorse pubbliche e un innalzamento dei benefici ambientali connessi.
3. Mobilitare i cittadini, attraverso “Faccio la mia parte”, una campagna per incidere molto e velocemente sui consumi di energia attraverso i comportamenti individuali.
Rinnovabili strategiche e decisive
L’elettrificazione dei consumi è un driver fondamentale della transizione energetica, ma solo se associata alla progressiva decarbonizzazione del kWh, grazie alle fonti rinnovabili.
È la strategia del programma presentato nelle scorse settimane da Elettricità Futura (Confindustria) e condiviso con il Ministro Cingolani, che ci porterà ad avere circa l’84% della generazione elettrica nazionale da fonti rinnovabili attraverso tre step:
· Revisione del quadro normativo, con l’adozione dei nuovi target europei, la classificazione delle fonti rinnovabili come «materia di interesse pubblico prevalente», l’individuazione delle “aree di riferimento” con iter autorizzativi semplificati e della durata inferiore a un anno;
· Iniziativa “tetti solari”, con introduzione di uno sportello unico e iter amministrativo inferiore ai tre mesi, obbligo di solarizzazione dei tetti commerciali e pubblici entro il 2027, promozione dell’elettrificazione, dei prosumer e la diffusione dei sistemi di accumulo;
· Attivazione di comunità e territori, promuovendo un ruolo attivo di Regioni città e Comuni nella lotta al cambiamento climatico, introducendo l’obbligo per le Amministrazioni comunali di monitorare e rendicontare, di valutare i potenziali locali, di fissare target e obiettivi a medio e lungo termine, di promuovere le Comunità energetiche rinnovabili.
Un nuovo e decisivo Superbonus
Il sistema, in vigore da quasi due anni, purtroppo non ha prodotto risultati sufficienti nell’ottica della riduzione dei consumi energetici e della decarbonizzazione.
A maggio del 2022 sono stati realizzati 170 mila interventi con 30 miliardi di euro di finanziamenti (ultimo consuntivo ENEA) che avrebbero interessato circa 500 mila abitazioni (meno del 2% del totale nazionale; stima di Italy for Climate) e prodotto un risparmio non superiore a 400 mila tep: meno dell’1% del consumo energetico degli edifici in Italia e dello 0,4% di tutti i consumi energetici finali nazionali.
Puntare con più forza sull’elettrificazione degli edifici residenziali è non solo tecnicamente possibile, ma anche ambientalmente ed economicamente molto più efficiente e con tempi di realizzazione relativamente rapidi: sostituzione delle caldaie tradizionali con pompe di calore e piastre a induzione, fotovoltaico e sistemi di accumulo. Un intervento straordinario in questo senso su 3 milioni di abitazioni consentirebbe di tagliare al 2025 circa 2-3 miliardi di mc di gas e circa 6 MtCO2eq, con costi molto più contenuti.
Gli edifici sono responsabili di oltre il 40% dei consumi finali di energia ed in particolare, di gas; oggi una abitazione italiana consuma il 50% di energia in più rispetto alla media europea (a parità di condizioni climatiche).
Il contributo di ogni cittadino
I comportamenti individuali possono incidere moltissimo e molto velocemente sui consumi di energia e, quindi, sulle emissioni di gas serra. Italy for Climate propone di lanciare a livello nazionale una grande campagna di sensibilizzazione collegata all’iniziativa dell’Agenzia Internazionale dell’Energia e della Commissione europea “Playing my part”, che prevede la diffusione su vasta scala di misure comportamentali per i cittadini: abbassare riscaldamento e condizionatori, impostare meglio le temperature delle caldaie, promuovere lo smart working, ridurre l’utilizzo dell’auto privata in città per spostarsi a piedi, bicicletta e con il trasporto pubblico e condiviso, usare meno l’aereo e prendere di più il treno. Secondo le stime questa campagna potrebbe portare in media a un risparmio annuo per le famiglie di 450 euro insieme alla riduzione di 3 miliardi di mc di gas e di 2 milioni di tonnellate di petrolio, per un taglio delle emissioni pari a circa 12 milioni di tonnellate di CO2eq.
Rendere le città e il territorio protagonisti
Sono tutti d’accordo sul fatto che senza un coinvolgimento attivo degli enti locali e dei territori non si potrà realizzare alcuna transizione. Per questo Italy for Climate propone di portare velocemente a termine il burden sharing tra le Regioni del nuovo target europeo sulle rinnovabili (già adottando il 45% al 2030 indicato in REPowerEU) con nuovi target effettivamente vincolanti per le Amministrazioni regionali, prevedendo anche la possibilità di commissariamento in caso di inadempienze gravi e prolungate. Ma anche i Comuni dovranno fare la loro parte, a cominciare da quelli con più di 10 mila abitanti che dovranno dotarsi di un sistema di monitoraggio e rendicontazione dei livelli di produzione e consumo di energie rinnovabili, di analisi dei potenziali locali e specifici target. E che dovranno anche dare vita nel proprio territorio ad almeno una Comunità energetica rinnovabile entro il 2025: questo vorrebbe dire in pochi anni passare da qualche decina a oltre mille Cer. Per i Comuni più grandi, con più di 50 mila abitanti, si prevede l’introduzione di specifici Piani comunali per il clima con target fino al 2050.
Una legge per il clima
A monte di tutto ciò l’urgenza che l’Italia, come già fatto da tutti i grandi paesi europei, si doti di una Legge per il clima, che fornisca un quadro certo e vincolante da qui al 2050, definendo target specifici, anche a livello dei singoli settori produttivi, e azioni chiare e stabili.
Il Governo italiano vari misure necessarie per conseguire quei target, far ripartire l’efficienza energetica e raddoppiare in pochissimi anni la produzione di energia da fonti rinnovabili, che in Italia non crescono dal 2014 e nel 2021 anno abbiamo installato di gran lunga meno rinnovabili di qualsiasi altro Paese europeo.
Tagliare la dipendenza dall’estero e creare occupazione
Realizzare gli obiettivi della Roadmap di Italy for Climate consentirebbe all’Italia anche di ridurre notevolmente la dipendenza energetica dall’estero, e di promuovere nuovi posti di lavoro nelle filiere della green economy collegate alla transizione energetica. Secondo le ultime stime presentate da Elettricità futura, nel solo comparto della generazione elettrica lo sviluppo delle rinnovabili potrebbe portare da qui al 2030 a 470 mila posti di lavoro in più rispetto a quelli oggi esistenti.
Il ruolo dell’informazione: cruciale per lo sviluppo della Roadmap
Conoscenza e informazione hanno ruolo centrale nel momento di transizione in cui viviamo e l’attuazione di misure come quelle descritte; per superare luoghi comuni infondati e, ad esempio, i “falsi miti” sul contributo che le fonti rinnovabili potrebbero/dovrebbero avere.
Le energie rinnovabili non bastano a coprire il fabbisogno energetico dei prossimi decenni?
Hanno un impatto ambientale negativo? Costano troppo? Deprimono l’occupazione collegata invece alle fonti fossili? Solo una informazione corretta e basta su dati scientifici può permettere di superare e demolire questi falsi miti e sostenere l’impegno e il contributo dei cittadini e dell’interno Paese, come discusso in Conferenza da un panel di giornalisti.
Nessun ruolo per il nucleare in Italia
I tempi tecnici di realizzazione degli impianti nucleari sono molto lunghi e, anche immaginando di partire domani, andrebbero ben oltre il 2035, cioè ben oltre il tempo limite per vincere la sfida climatica.
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia oggi in Europa il kWh da nucleare costa circa il triplo di quello da fotovoltaico ed eolico a terra, con previsioni al 2050 di aumento fino a cinque volte tanto, con costi in Italia ancora maggiori, perché non disponiamo di filiere produttive nazionali sul nucleare.
Due aspetti tecnici e oggettivi che condizionano fortemente ogni riflessione su una ipotesi di programma di sviluppo del nucleare in Italia, in cui il costo troppo elevato diventa variabile di valutazione determinante e insuperabile.
Accompagnare la transizione energetica
La transizione presenta, infine, implicazioni sociali rilevanti.
La conferenza è stata l’occasione per affermare come gli interventi in favore di rinnovabili ed efficienza energetica possono aiutare le fasce sociali più deboli, specie nel contesto attuali di prezzi dell’energia molto elevati. Accompagnare la transizione energetica con misure appropriate potrebbe non solo renderla socialmente accettabile ma addirittura pienamente socialmente desiderabile.
Edo Ronchi, Presidente Fondazione per lo sviluppo sostenibile
“Per uscire dalla dipendenza fossile dalla Russia e costruire un sistema energetico più sicuro e resiliente, dobbiamo accelerare subito la transizione energetica – ha dichiarato ancora Edo Ronchi Presidente Fondazione Sviluppo Sostenibile e Promotore di Italy for Climate. È prioritario attivare subito un programma organico di misure concrete per le fonti rinnovabili e l’autonomia energetica. Con il REPowerEU la Commissione Europea ha delineato obiettivi concreti che anche l’Italia deve implementare con un piano che acceleri l’elettrificazione e lo sviluppo delle fonti rinnovabili per raggiungere il nuovo target al 2030, che alza dal 40% al 45% la quota rinnovabile del consumo complessivo di energia. È fondamentale ridisegnare e rendere più incisivo il Superbonus per promuovere prioritariamente interventi integrati di elettrificazione totale delle abitazioni, coinvolgere di più i cittadini, le città e le Regioni nel percorso della transizione energetica. Infine, fondamentale dotarsi di una Legge per il clima che fornisca un quadro certo e vincolante da qui al 2050, definendo target specifici, anche a livello dei singoli settori”.
Andrea Barbabella, Coordinatore di Italy for Climate
“La crisi energetica che stiamo vivendo da un anno a questa parte ci ha messo di fronte agli occhi l’insostenibilità di un modello economico basato sull’import di combustibili fossili e i rischi ad esso connessi. – ha dichiarato Andrea Barbabella Coordinatore Italy For Climate – Gli eventi degli ultimi giorni sono tornati puntuali a ricordarci che il cambiamento climatico non si ferma nemmeno di fronte a pandemie o tensioni geopolitiche. Il riscaldamento globale è oramai una realtà con la quale dobbiamo fare i conti e a cui non possiamo dettare i tempi: per questo con Italy for Climate fin dall’inizio del nostro percorso abbiamo lavorato a una roadmap climatica per l’Italia, per fissare dei paletti su dove dobbiamo arrivare e stimolare un confronto tra le parti in causa su cosa e come fare per arrivarci. Adesso dobbiamo trasformare questo momento difficile in una opportunità per accelerare la costruzione di un sistema energetico più efficiente, più rispettoso della salute del pianeta e delle persone e basato prioritariamente sulle risorse che abbiamo in casa nostra, come il sole o il vento. Tutto questo non solo è possibile ma ha anche ricadute economiche e sociali positive importanti, anche se ovviamente la transizione va saggiamente accompagnata per non lasciare nessuno indietro.