Il Circolo del Design di Torino, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e Fondazione Santagata hanno lanciato Green Culture: “Il progetto nazionale che ha come obiettivo quello di fornire gratuitamente alle imprese culturali e creative le competenze e gli strumenti necessari per intraprendere un percorso di cambiamento e innovazione finalizzato alla loro transizione ecologica, anche grazie al supporto di una nuova specifica figura professionale, quella del Green Coordinator, formata all’interno del progetto“.
“Green Culture – continua la nota – si è aggiudicato un bando finanziato dal Ministero dei Beni Culturali con una cifra di quasi mezzo milione di euro proveniente dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) riconoscendo l’importanza di ridurre gli impatti di un settore che gestisce edifici storici, organizza eventi e festival, è fortemente connesso all’offerta turistica, genera spostamenti di grandi gruppi di persone e ha filiere produttive complesse e molto differenziate”.
“Il progetto – spiega il Circolo del Design di Torino – si è distinto per aver risposto efficacemente alla necessità di un approccio interdisciplinare, nel quale il design rappresenta lo strumento progettuale attraverso il quale aiutare le imprese culturali e creative (appartenenti agli ambiti: Arti visive, Area interdisciplinare, Architettura e Design, Artigianato artistico, Editoria, Audiovisivo e radio, Editoria, Moda, Musica, Patrimonio, Spettacolo dal vivo) a perseguire gli obiettivi SDGs di sostenibilità ambientale, economica e sociale fissati dall’Unione Europea. Il Circolo del Design è capofila dell’iniziativa realizzata in partnership con Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura e Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta”.
“In sintesi, il progetto si articola in due principali percorsi: uno dedicato alla formazione dei Green Coordinator, figure professionali specializzate in progettazione per la sostenibilità ambientale in ambito culturale e uno rivolto alle imprese culturali e creative, per sostenere o avviare i loro percorsi di transizione ecologica attraverso attività di capacity building per implementare conoscenze, sviluppare competenze e acquisire strumenti concreti”, continua il Circolo.
“Nella primavera del prossimo anno i due percorsi convergeranno in tre giorni di co-progettazione guidata in un workshop che si terrà a Torino, durante il quale ogni impresa culturale sarà abbinata ad un Green Coordinator, per la realizzazione di un piano operativo che orienterà in maniera strategica e contemporaneamente molto concreta i percorsi di transizione ecologica degli enti partecipanti. Per entrambi i percorsi è possibile candidarsi rispondendo a una call che mette a disposizione gratuitamente 75 posti per ciascuna delle due categorie. È ora aperta la call per gli enti, a breve aprirà anche la call per i Green Coordinator. Quella della transizione ecologica è una sfida complessa a cui Green Culture risponde costruendo un percorso radicato nell’incontro tra tre discipline: l’ambientalismo scientifico con la sua aggiornata ricerca e capacità di definizione dei temi ecologici calati su tutti i livelli della società, l’economia della cultura attraverso cui leggere i modelli di gestione, costruire la sostenibilità economica dei processi e articolare il ciclo del progetto dall’idea agli impatti, e il design con il suo fondativo orientamento alla produzione di innovazione, la capacità di porre al centro l’esperienza delle persone coinvolte e la messa in campo di strumenti e pratiche che favoriscono la progettazione partecipata e orientata agli obiettivi”, prosegue la nota.
“L’Italia è inoltre una delle nazioni europee che presenta un settore delle Imprese Culturali e Creative (ICC) più sviluppato sia per quanto riguarda il loro numero (circa 178.000 rispetto alle 101.000 circa in UK, 129.000 in Germania, 165.000 in Francia e 126.000 in Spagna) sia per quanto riguarda gli indicatori economici: nel 2022 le ICC occupano circa il 6% della popolazione attiva ovvero 1,55 milioni di occupati (Symbola, 2023) e rappresentano circa il 12% del PIL insieme al turismo. Alle imprese vanno aggiunte poi circa 38.000 organizzazioni non-profit e un numero ancora più elevato di associazioni culturali che operano sul territorio e che concorrono a comporre un’offerta culturale molto diversificata. Inoltre, molte ICC devono gestire un patrimonio edilizio storico, che presenta difficoltà a ottemperare ai nuovi paradigmi di sostenibilità. Ecco perché numerosi enti culturali italiani stanno già manifestando interesse verso Green Culture: la call si chiuderà il prossimo 19 aprile, ad oggi le candidature superano già il numero di posti disponibili, la selezione dei partecipanti sarà comunicata entro la prima settimana del mese di maggio”, conclude il Circolo.
“Oltre a mirare alla riduzione dell’impatto ambientale prodotto dal settore culturale, Green Culture nasce considerando il ruolo degli enti culturali come importanti veicoli di diffusione di valori, in grado quindi di contribuire in maniera profonda al cambiamento culturale necessario a far strada alla formazione di una coscienza ecologica collettiva più diffusa e radicata. Questo può partire in primis da enti culturali più consapevoli sui temi ambientali e in grado di condurre i propri percorsi di cambiamento e innovazione, a testimonianza di una direzione ecologica effettiva. Il contesto, i riferimenti e le condizioni all’interno dei quali il mondo della cultura agisce sono specifici e peculiari, ed è proprio qui che Green Culture vuole dare il proprio contributo.” – afferma Sara Fortunati, direttrice del Circolo del Design.
“Attualmente le norme prevedono l’obbligo di adozione di criteri ambientali minimi solo per gli enti pubblici. Portare criteri di sostenibilità ambientale all’interno della realizzazione di festival e altri format culturali, in imprese culturali grandi o piccole che siano, ci è utile per dimostrare che sostenibilità, intrattenimento e cultura possono e devono viaggiare insieme. – sostiene Rubina Pinto, Vice-Direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Con Green Culture, facendo rete e creando sinergie attraverso la cultura, possiamo diffondere la conoscenza e l’adozione di misure concrete di tutela dell’ambiente, dei territori e delle persone. L’approccio intersezionale del progetto non solo fornirà alle imprese culturali competenze e strumenti per raggiungere la giusta transizione ecologica, ma, con la formazione dei green coordinator, aprirà nuovi scenari dei green jobs e dei nuovi posti di lavoro generati dalla riconversione ecologica dell’economia”.
“Quello dei settori culturali e creativi è uno scenario complesso, come emerge dalle prime rilevazioni della ricerca “4C – deCarbonizzazione in Campo Culturale e Creativo” che stiamo conducendo. Per gli enti e le imprese culturali la difficoltà nell’identificare e inserire all’interno dello staff le competenze specifiche per la transizione verso un nuovo paradigma di sostenibilità si accompagna alla difficoltà nel reperire i fondi per gli investimenti, utili per affrontare processi di cambiamento”, dichiara Paola Borrione, presidente della Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura.