Il numero di persone nell’Unione Europea che non possono permettersi di riscaldare adeguatamente la propria casa è aumentato in modo allarmante negli ultimi anni. Tra il 2019 e il 2023 si sono aggiunti 16 milioni di cittadini alla lista di coloro che vivono in condizioni di povertà energetica e più della metà di queste persone ha un lavoro.
Come spiega la Confederazione Europea dei Sindacati (Etuc), secondo un’analisi condotta dall’European Union Trade Institute sui dati Eurostat, nel 2019 circa il 7% della popolazione europea, pari a 30,7 milioni di persone, non poteva permettersi di accendere il riscaldamento. Tra queste, 13,4 milioni erano lavoratori. Nel 2023, la percentuale è salita al 10,6%, coinvolgendo ben 47,5 milioni di cittadini, di cui 23,7 milioni occupati. In altre parole, dei 16 milioni di nuovi poveri energetici, oltre 10 milioni hanno un impiego, ma ciò non basta più a garantire condizioni di vita dignitose.
Il peso della crisi sui lavoratori e sulle industrie
Per la Confederazione, la metà di tutti coloro che non possono permettersi il riscaldamento ora lavora, rispetto al 44% del 2019. Tuttavia, molti dei loro posti di lavoro sono ora a rischio a causa degli elevati costi energetici sostenuti dalle industrie
L’urgenza di un intervento concreto è stata evidenziata alla vigilia del lancio del “Clean Industrial Deal” da parte della Commissione Europea, un piano che punta a garantire energia accessibile e sostenibile. La Confederazione Europea dei Sindacati sottolinea la necessità di attuare pienamente la direttiva sul salario minimo europeo, che potrebbe migliorare la condizione di oltre 20 milioni di persone, e ha avanzato richieste specifiche per contenere la crisi.
Le richieste dei sindacati: controlli sui prezzi e protezione per le famiglie
Tra le misure proposte dalla Etuc per contrastare la povertà energetica e proteggere sia i cittadini che le imprese, figurano:
- Un controllo dei prezzi dell’energia per ridurre la volatilità del mercato;
- Il divieto di disconnessione per chi non riesce a pagare le bollette;
- Maggiori investimenti pubblici nelle infrastrutture energetiche;
- Riduzione dei costi di indebitamento per progetti di energia rinnovabile e a basse emissioni;
- Garanzie affinché i fondi pubblici per l’energia rispettino condizioni sociali e tutelino i diritti dei lavoratori;
- Azioni concrete per garantire energia pulita e accessibile a tutti.
Un allarme sociale ed economico
Esther Lynch, Segretaria generale dell’Etuc, ha dichiarato: “L’aumento sconvolgente del numero di lavoratori che non possono permettersi il riscaldamento dimostra la necessità di un’azione urgente. La direttiva sul salario minimo deve essere pienamente recepita dagli Stati membri per garantire retribuzioni adeguate, mentre l’UE deve intervenire per abbassare le bollette energetiche per industrie, aziende e famiglie”.
Ludovic Voet, Segretario confederale dell’Etuc, infine aggiunge: “In Europa, già 363.500 persone muoiono ogni anno a causa del freddo. Il drammatico aumento di chi non può permettersi di scaldare casa richiede risposte immediate. Il Piano d’azione per l’energia accessibile deve includere misure concrete, dal controllo dei prezzi alla protezione dei più vulnerabili. Il fallimento del mercato deve essere affrontato con un maggiore ruolo del settore pubblico nella gestione dell’energia”.