Ammonta a 221,5 miliardi il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano, di cui 191,5 miliardi finanziati con le risorse in arrivo da Bruxelles e 30 dal fondo complementare. E’ quanto si legge nel documento di sintesi messo a punto dal Mef che sabato 24 aprile alle ore 10 sarà discusso dal Consiglio dei Ministri, prima di approdare in Parlamento. Il piano verrà inviato a Bruxelles il 30 aprile.
La fetta più grande del cosiddetto Recovery Plan, pari a 57 miliardi, dovrebbe andare alla transizione ecologica. Si tratta di 12 miliardi in meno rispetto a quanto previsto dalla bozza del 12 gennaio scorso del Governo Conte, che ne aveva stanziati 69.
Confermate le 6 missioni del Piano: oltre a rivoluzione verde e transizione ecologica (57 miliardi); digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (42,5 miliardi); infrastrutture per la mobilità sostenibile (25,3 miliardi); istruzione e ricerca (31,9 miliardi); inclusione e coesione (19,1 miliardi); salute (15,6 miliardi).
“Il governo ha predisposto uno schema di governance del PNRR che prevede una struttura di coordinamento centrale presso il ministero dell’Economia – ha scritto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nell’introduzione alla bozza – Questa struttura supervisiona l’attuazione del piano ed è responsabile dell’invio delle richieste di pagamento alla Commissione europea, invio che è subordinato al raggiungimento degli obiettivi previsti. Accanto a questa struttura di coordinamento, agiscono una struttura di valutazione e una struttura di controllo. Le amministrazioni sono invece responsabili dei singoli investimenti e delle singole riforme e inviano i loro rendiconti alla struttura di coordinamento centrale”.