L’attuale bozza di Pniec pone un obiettivo di decarbonizzazione del 40%, che è assolutamente insufficiente e non in linea con gli accordi europei. Questo, in estrema sintesi, il pensiero del presidente di Elettricità Futura Agostino Re Rebaudengo sull’ultima versione del Piano nazionale integrato energia e clima italiano, espresso in occasione dell’audizione alle commissioni riunite Attività produttive e Ambiente alla Camera.
Secondo Re Rebaudengo l’Italia “non è in linea con gli obiettivi” di riduzione delle emissioni concordati con l’Unione europea, che ad esempio in virtù del Pnrr impegnano il paese per almeno il 51% e con il RepowerEU, votato anche dall’Italia, per il 60%.
L’aggiornamento del Pniec, lo ricordiamo, presentato dal Governo Meloni è stato bocciato sia dalla Commissione europea, che dall’Ocse, oltre che dalle associazioni ambientaliste. Dovrà essere ripresentato entro giugno.
Tra le proposte di Elettricità futura da inserire nel Piano c’è quindi l’aumento dei target di decarbonizzazione, l’incremento di impianti di energia rinnovabili e un maggiore lavorare agli iter autorizzativi e ai permessi. Per farlo, spiega Re Rebaudengo, si dovrebbero realizzare almeno 12 GW (Gigawatt) di nuovi impianti rinnovabili all’anno ed arrivare a 84 GW di nuova capacità rinnovabile al 2030. Ma – avverte – “nel 2022 abbiamo realizzato soltanto 3 GW, e nel 2023 ne abbiamo realizzati 6”.
Inoltre – conclude Re Rebaudengo – “sarebbe molto importante lavorare e mettere finalmente mano al permitting, cioè offrire la possibilità di costruire impianti di grande scala in Italia”.