La votazione del 26 aprile scorso a Bruxelles non è stata l’ultimo passaggio formale, ma ha rappresentato un punto di svolta per la filiera del riciclo degli Pneumatici Fuori Uso (PFU) in Italia.
Ogni anno, spiega il Consorzio Ecopneus, “grazie ad un efficiente sistema nazionale di rintracciamento, raccolta e riciclo, circa 400.000 tonnellate di pneumatici per autovettura, autocarro e moto vengono trasformate in prezioso materiale riutilizzabile in molteplici applicazioni dalle alte prestazioni, dagli asfalti stradali, alle superfici sportive, pavimentazioni antitrauma, sistemi antivibranti“.
Tramite comunicato stampa, Ecopneus, il principale operatore della gestione ed il recupero dei PFU in Italia, esprime la propria preoccupazione in merito alla prospettiva che vedrà, venire meno la principale applicazione per utilizzo di gomma riciclata, in Italia e in Europa: “le superfici sportive in erba sintetica, soprattutto i campi da calcio, calcetto, rugby, utilizzate e fondamentali per la pratica sportiva dilettantistica, ma anche professionistica. Il periodo di transizione indicato è di otto anni ma le conseguenze sono attese molto prima della scadenza di tale periodo”.
Come spiegato dal Consorzio, “si tratta di circa 5.000 impianti sportivi in Italia, di cui oltre 1.600 omologati da parte della Lega Nazionale Dilettanti e quindi realizzati secondo i più avanzati requisiti tecnici e di sostenibilità, anche per quanto attiene l’abbattimento del rischio di dispersione del materiale di intaso prestazionale, solitamente costituito da granuli di gomma riciclata”.
Ecopneus ha aggiunto che, “nonostante il lavoro svolto e numerosi altri soggetti della filiera nazionale del riciclo dei PFU, delle aziende produttrici ed utilizzatrici del granulo in gomma riciclata, l’approvazione della proposta di bando da parte del Comitato REACH Europeo del 26 aprile 2023 impone al settore un profondo stravolgimento. Questo mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità della filiera dei PFU, che ogni anno recupera, sotto forma di materia o energia, oltre il 100% del target imposto dalla legge”.
Secondo il Consorzio, “la proposta di restrizione, che sarà oggetto di scrutinio e voto anche in Parlamento Europeo e in Consiglio nei prossimi tre mesi, avrà conseguenze rilevanti anche sulla sopravvivenza delle aziende di trattamento che nel Paese rappresentano una filiera solida, che negli ultimi anni ha lavorato in qualità e investimenti“.
Infine, ha concluso Ecopneus, “sono da sottolineare gli impatti sulla pratica sportiva in Italia, che coinvolgeranno migliaia di associazioni sportive dilettantistiche, in prospettiva obbligate a sostituire eccellenti campi in erba sintetica, su cui si sono disputate fino ad oggi anche competizioni sportive di livello Europeo, con tecnologie alternative che oggi non sono in grado di garantire disponibilità sul mercato, durabilità nel tempo, giocabilità tutto l’anno e sostenibilità“.
“Lo scenario attuale è di profonda criticità per il sistema nazionale di riciclo degli Pneumatici Fuori Uso (PFU), per la sopravvivenza delle aziende della filiera e per la pratica sportiva dilettantistica e professionistica, sia in Italia che in Europa – ha dichiarato il Direttore Generale di Ecopneus Federico Dossena – Riteniamo che il provvedimento approvato dal Comitato REACH, così come formulato attualmente, possa avere un impatto sproporzionato rispetto al rischio di dispersione associato, rischiando di generare un danno maggiore rispetto al problema che si intende risolvere. È fondamentale prendere in considerazione i benefici ambientali e cercare soluzioni alternative sostenibili per valorizzare i PFU e promuovere l’economia circolare”.
Proprio per affrontare queste tematiche cruciali, Ecopneus e Unirigom, i principali rappresentanti della Filiera della gestione e riciclo dei PFU, hanno convocato un incontro a Roma il prossimo 23 maggio, al quale parteciperanno tutti gli stakeholder tecnici e istituzionali. L’obiettivo è quello di presentare proposte per il futuro dell’intero settore e chiedere alle Istituzioni competenti un impegno concreto per intervenire tempestivamente a sostegno di un “settore cruciale per lo sviluppo dell’economia circolare del Paese” spiega il Consorzio.