Giovedì 14 gennaio sulla piattaforma Biovoices avrà luogo il webinar ‘Plastica, bioplastica, riplastica o NoPlastica’ organizzato dal Cnr (e co-organizzato da progetti Bio Plastic Europe e Biovoices) che si propone di facilitare la discussione e la collaborazione tra gli stakeholders della quadrupla elica (ricerca, industria, responsabili politici e società civile) per condividere e discutere le diverse possibilità di fruizione di soluzioni sostenibili e innovative che coinvolgono l’uso delle plastiche per guidare la transizione verso una produzione, un consumo e un ciclo virtuoso di recupero, unito ad uno stile di vita più sostenibile.
Il webinar costituirà un momento di scambio di conoscenze basate sull’evidenza fra le diverse istituzioni operative che lavorano in prima linea nel settore, i ricercatori, gli imprenditori e gli esperti rispetto alle strategie e alle prassi attuative. Il dibattito sarà focalizzato su quattro percorsi orientati ad affrontare questioni fondamentali quali: prevenzione / riduzione al minimo delle materie plastiche (fossili o biobased), riciclo / riutilizzo delle materie plastiche fossili, compostaggio della plastica bio-based, riciclo / riutilizzo della plastica bio-based.
Qui il link per partecipare e il programma provvisorio
Il contesto in cui si svolge il webinar. L’ elevata funzionalità e il costo relativamente basso della plastica ne hanno agevolato un’ampia diffusione nella vita di tutti i giorni. La plastica svolge un ruolo cruciale nell’economia mondiale e fornisce applicazioni essenziali in molti settori con un uso crescente in applicazioni di breve durata. Tuttavia, non sempre le plastiche sono progettate per essere riutilizzate o riciclate a costi contenuti. Ciò implica che i relativi modelli di produzione e consumo mostrano sempre più la loro inefficienza.
L’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da COVID-19 ha determinato una crescita importante nell’uso degli imballaggi e dei prodotti in plastica monouso (come guanti e mascherine). Questa situazione ripropone la necessità di discutere e affrontare i problemi connessi all’uso delle plastiche, come produrre gli imballaggi, come favorire e potenziare un ciclo di trattamento dei rifiuti plastici virtuoso. Nell’Unione Europea, l’80-85% dei rifiuti marini sono costituiti da materiale plastico, nello specifico solo gli oggetti in plastica monouso rappresentano il 50% e quelli correlati alla pesca il 27% del totale. L’ inquinamento terrestre e la contaminazione del suolo da parte di oggetti di plastica, dai più grandi alle microplastiche, può essere significativo visto che i materiali plastici possono penetrare nell’ambiente marino.
La crescita esponenziale della plastica, dispersa nell’ambiente, sta ora minacciando la sopravvivenza del nostro pianeta, producendo problemi quali l’avvelenamento e il danneggiamento della vita marina e terrestre producendo talvolta ripercussioni ormonali per il genere umano e animale. Per far fronte a queste sfide, nel maggio 2019 è stata approvata la direttiva UE sulla plastica monouso (SUP). La direttiva introduce nuove restrizioni su specifici prodotti in plastica monouso e stabilisce che entro il 2021 l’uso delle plastiche monouso dovrà essere completamente vietato e sostituito con altro materiale non inquinante. In base alle nuove normative, vengono introdotte misure specifiche per ridurre l’uso dei prodotti più frequentemente tracciabili negli ambienti marini.
Gli Stati Membri hanno tempo fino al 3 luglio 2021 per attuare la direttiva nella legislazione nazionale e per affrontare le questioni economiche e sociali che la nuova legislazione produrrà. Tuttavia, molte questioni relative alla produzione, al consumo e allo smaltimento delle materie plastiche, sia da fonti fossili sia biologiche, rimangono irrisolte.
C’è stato un rapido incremento di soluzioni alternative compostabili promosse in sostituzione degli articoli monouso in plastica come cannucce, bicchieri, piatti e posate. Va sottolineato che i prodotti bio-based non devono continuare a essere promossi come l’unica alternativa ai prodotti monouso; i principali problemi sono legati al trattamento di fine vita di questi materiali, poiché i compostatori industriali spesso non sono attrezzati o disposti ad accettare materie plastiche a base biologica, poiché il tempo di degradazione (stabilito nella norma europea EN 13432. EN 13432) è più lungo rispetto ai loro standard attuali. Inoltre, attualmente non esiste uno standard internazionale che specifichi le condizioni per il compostaggio domestico di materie plastiche biodegradabili.