Quando mi hanno mostrato i primi comunicati stampa in cui si leggevano le dichiarazioni del Sindaco Gualtieri sulla decisione di realizzare a Roma un inceneritore da 600.000 tonnellate, non credevo ai miei occhi. Ma come è possibile passare da una logica interamente fondata sull’economia circolare, come lasciavano intendere tanti che lo hanno sostenuto in campagna elettorale (Masullo), alla prospettiva del secolo scorso? Cioè applicare la prospettiva dell’incenerimento che spreca risorse importanti? Mi sembra che alcune questioni fondamentali non siano state comprese.
E’ necessario passare da una logica dell’economia lineare che crea valore perso (discariche, inceneritori) ad un’economia circolare che dà nuova vita ai prodotti e crea valore aggiunto. Bisogna che qualcuno spieghi a Gualtieri che in 100 kg di rifiuti ci sono 70kg di carta, plastiche, vetro, organico e se si raggiunge il 70% di raccolta differenziata vengono recuperati. Poi i 30 kg che restano possono essere sottoposti ad un processo di perdita di massa (se ne riduce un 25%), si recuperano ferro, materiali legno cellulosici e altri metalli. Quel che resta, proprio poco, può essere sottoposto successivamente a processi di estrusione (strofinamento, senza bruciare) e essere utilizzato per fondi stradali ecc.
Inoltre spesso in discariche ed inceneritori finiscono Raee, che contengono metalli preziosi, imballaggi, materassi (che possono diventare materiali isolanti per edilizia, come l’esperienza industriale di Prato dimostra). Incenerire significa pagare di più. Mentre con la raccolta differenziata si investe, ma poi si recupera dalla vendita dei materiali e diminuisce di tanto il costo di smaltimento. Noi avevamo provato ad inserire i tag per far pagare ai cittadini solo l’indifferenziato.
Noi avevamo individuato soluzioni fattibili. Lo racconta bene Massimo de Maio che lavorava con me. E il cui testo allego alla fine del mio intervento.
Quando ci si avvicina alla questione della gestione dei rifiuti occorre applicare la ormai famosa gerarchia prevista dalle norme europee (riduzione della produzione – basterebbe seguire le 16 schede che ho pubblicato nel volumetto ‘Cambiamenti climatici. La sfida delle città’; poi recupero per il riutilizzo, raccolta differenziata, riciclo eco/efficiente.)
Il nostro piano contenuto nella delibera 47/2017 e nel piano industriale dell’allora direttore Ama, Lorenzo Bagnacani, era orientato a questo valori europei. Nascondere i rifiuti sotto la terra, nelle discariche o sotto la cenere (inceneritori) non risolve il problema ma lo sposta su altri piani, compromettendo la salute dei cittadini. Le soluzioni ci sono! Gualtieri legga bene il nostro volumetto “Economia circolare. La gestione sostenibile dei materiali post consumo. Il caso di Roma”. Gli possiamo anche spiegare perché li chiamiamo materiali post consumo. Perché sono materiali da recuperare. Poi oltre a realizzare i due impianti già approvati si possono realizzare biodigestori anaerobici che come a Pinerolo potrebbero essere collegati al teleriscaldamento di quartieri e gli altri 15 impianti di economia circolare indicati nel piano Bagnacani. Questa è una prospettiva virtuosa, crea posti di lavoro e valorizza i materiali che sono contenuti nei nostri rifiuti. Leggere le dichiarazioni di Gualtieri ci riporta indietro di 30 anni almeno.
Pinuccia Montanari
➡️ LA SOLUZIONE ESISTE. E FUNZIONA.
La soluzione esiste e a Roma è stata già parzialmente realizzata da un gruppo di ecologisti che per un paio d’anni si è trovato a lavorare a Porta Metronia, nell’Assessorato alla sostenibilità ambientale di Roma Capitale, sotto la guida di Pinuccia Montanari.
Il X Municipio di Roma – dove è stata completata l’opera di riorganizzazione della raccolta differenziata che doveva essere estesa a tutta la città – ha raggiunto il 70% di raccolta differenziata previsto dal “Piano per la riduzione e la gestione dei Materiali Post-Consumo di Roma Capitale 2017-2021” (Delibera di Giunta Capitolina n.47/2017), predisposto dall’Assessora Montanari e irresponsabilmente bloccato dalla stessa Giunta Raggi che lo aveva approvato.
Dunque, come prima cosa, bisogna estendere a tutti i Municipi l’ottimo lavoro che è stato fatto nel decimo. Prima di parlare di inceneritori, Gualtieri si impegni a rispettare la legge che gli impone l’obiettivo minimo del 65% di raccolta differenziata sull’intera città. Poi vediamo se ci sono ancora i numeri per fare un nuovo inceneritore.
Si riprenda, poi, il piano industriale messo a punto da AMA sotto la guida di Lorenzo Bagnacani, con il lavoro di Mariella Maffini, Andrea Masullo e Vanessa Ranieri, che prevedeva la realizzazione di una impiantistica innovativa e diversificata volta al recupero di materiali da destinare a nuovi cicli produttivi con enormi risparmi economici ed ambientali. Poi vediamo, ancora meglio, se ci sono i numeri per spendere milioni di euro in un nuovo inceneritore.
Oggi stesso, il Sindaco Gualtieri ritiri la sua proposta inceneritorista e pensi a realizzare prima possibile i due impianti di compostaggio già autorizzati dalla Regione Lazio che l’Assessora Montanari e il suo staff gli hanno lasciato in eredità. E se ne faccia autorizzare almeno altri due. Noi lo abbiamo fatto in due anni e
➡️ SERVE UNA CONVERSIONE ECOLOGICA, OLTRE LA DESTRA E LA SINISTRA
Esiste un grande problema politico se l’inceneritore a Roma è stato proposto, e continua ad esserlo, a più riprese, da destra, da sinistra e finanche dall’ex amministratore delegato di Ama scelto dal Movimento 5 Stelle.
Su questo problema, che è un problema di visione e cultura ecologica, deve lavorare l’intero movimento ecologista, superando schieramenti ideologici del passato e ritrovandosi nella tradizione – purtroppo ancora semisconosciuta – del pensiero verde. Altrimenti non ne usciamo.
Perchè le proposte tecniche sono sempre frutto di una visione del mondo. E chi ha come senso ed orizzonte della propria vita la conservazione dell’integrità del Creato non propone inceneritori. L’amico prof. Paul Connet diceva che “il diavolo brucia, Dio rigenera”.
🎂 AUGURI, ROMA
Auguri, Roma nostra, per il tuo 2775esimo compleanno. Oggi più che mai ne hai bisogno.