Dalle ong europee e dalla società civile riunite nello European Environmental Bureau, arriva la richiesta per la nuova Commissione Ue appena insediatasi “di migliorare urgentemente il quadro normativo per proteggere la salute dei bambini dall’inquinamento tossico”.
“Studi recenti – si legge in una nota dell’Eeb – rivelano che nei corpi dei bambini si trovano costantemente sostanze chimiche tossiche a causa dell’esposizione a oggetti di uso quotidiano come bottiglie di plastica, giocattoli, vestiti e persino rivestimenti per pavimenti. Questo contatto quotidiano minaccia la salute e lo sviluppo”.
Tossine nelle bottiglie per bambini
Un nuovo studio condotto dalla Tegengif Foundation nei Paesi Bassi, in collaborazione con cinque Ong europee, ha scoperto che le bottiglie di plastica per bambini rilasciavano diisobutilftalato (DIBP), un additivo chimico vietato della plastica, noto per alterare gli ormoni e danneggiare la riproduzione e lo sviluppo del feto. Il DIBP è solo una delle tante “sostanze chimiche ovunque” che possono essere trovate nei giocattoli e in altri prodotti di plastica, vestiti e rivestimenti per pavimenti.
I plastificanti ftalati sono ampiamente presenti nelle urine dei bambini in tutta Europa: secondo l’Human biomonitoring for Europe (HBM4EU), il 17% dei bimbi e degli adolescenti europei rischia danni da esposizioni combinate a più ftalati. Lo studio ha anche scoperto che solo una piccola frazione delle centinaia di sostanze chimiche che fuoriescono dalle bottiglie è stata identificata, lasciando genitori ed esperti all’oscuro su cosa siano queste sostanze e quali danni possano causare.
Anne-Simone Parent, professoressa di pediatria presso il laboratorio di neuroendocrinologia, GIGA Neurosciences, presso l’Università di Liegi, ha affermato: “Durante la vita fetale e l’infanzia si verificano processi cruciali che garantiranno una funzione cognitiva ottimale, un bilancio energetico e una salute riproduttiva per tutta la vita. In qualità di pediatra, esprimo la mia più grande preoccupazione per gli effetti a lungo termine dell’esposizione a tali sostanze chimiche durante periodi cruciali dello sviluppo della vita”
“Forever Chemicals” PFAS negli indumenti per bambini
La minaccia tossica si estende oltre le bottiglie. La ricerca di Arnika/IPEN rivela che oltre la metà delle giacche outdoor per bambini e altri indumenti per bambini contengono PFAS, altre “sostanze chimiche eterne” altamente persistenti, collegate al cancro, agli impatti sui sistemi immunitario, riproduttivo e ormonale e ad altri effetti negativi sulla salute e sono particolarmente dannose per i bambini.
Lo studio spiega che le aziende possono produrre indumenti performanti privi di Sostanze perfluoro alchiliche. Tra gli indumenti testati, sono state trovate ventuno giacche impermeabili o antimacchia prive di PFAS, a dimostrazione che il divieto totale di queste sostanze chimiche, compresi i polimeri fluorurati, è una soluzione praticabile.
Un appello per un’azione immediata da parte dell’Ue
Per proteggere i cittadini e l’ambiente dall’inquinamento tossico, l’Eeb chiede un rapido aggiornamento di REACH, il sistema di controllo delle sostanze chimiche dell’Unione europea che dura da quasi due decenni. Al momento, ci vogliono in media oltre 19 anni per eliminare gradualmente le sostanze chimiche con profili di pericolo ben noti, mentre molte altre sostanze chimiche sono ammesse sul mercato nonostante proprietà sconosciute. Il sistema è in ritardo rispetto al consenso scientifico, con sostanze chimiche come PFAS, bisfenoli, ritardanti di fiamma alogenati e PVC che rimangono sul mercato.