Si è tenuta il 19 giugno la presentazione presso la Sala Binni della Biblioteca Augusta per discutere di un materiale innovativo che può rivitalizzare la terra quando viene raccolto nell’umido. La Bioplastica è il protagonista di questa discussione, un materiale ancora poco conosciuto ma sempre più presente nella vita di tutti i giorni dei cittadini. In collaborazione con il Consorzio Biorepack, responsabile della gestione degli imballaggi compostabili in bioplastica certificata EN 13432 e simili, Gesenu si impegna a garantire una corretta raccolta differenziata e il riciclo della frazione organica dei rifiuti urbani, ovvero l’umido.
Biorepack ha avviato una campagna di sensibilizzazione che è stata presentata questa mattina durante l’evento. All’incontro erano presenti l’Assessore del Comune di Perugia ai Lavori Pubblici, Infrastrutture e Ambiente, Otello Numerini, il Direttore Generale del Consorzio Biorepack, Carmine Pagnozzi, e il Direttore Operativo di Gesenu SpA, Massimo Pera.
Cos’è la bioplastica
L’introduzione della bioplastica come un materiale biodegradabile e compostabile ha portato numerosi vantaggi dal punto di vista ambientale. Tuttavia, questa innovazione ha comportato alcuni effetti collaterali nel sistema di raccolta differenziata in tutti i Comuni Italiani, inclusi gli impianti di selezione. Anche l’impianto di selezione di Plastica e Metalli di Ponte Rio (PG), gestito da Gesenu, ha riscontrato un aumento costante di frazioni estranee costituite da imballaggi come bottiglie e sacchetti realizzati con materiale bioplastico. Questi materiali risultano incompatibili con la filiera COREPLA di recupero della plastica.
Di fronte a questa situazione, Gesenu ha valutato la collaborazione con l’obiettivo di affrontare il crescente utilizzo delle bioplastiche nella produzione di imballaggi. L’obiettivo principale è avviare una significativa campagna di comunicazione per sensibilizzare cittadini e attività commerciali sull’importanza di conferire correttamente questi materiali innovativi nelle filiere che consentono un effettivo recupero. Questa premessa progettuale sottolinea la necessità di guidare i cittadini verso la corretta gestione della bioplastica e favorire il suo adeguato smaltimento nell’ambito del sistema di riciclaggio.
Utilizzo corretto dei sacchi biocompostabili
Il rifiuto organico rappresenta quasi il 40% del totale dei rifiuti prodotti. Questa categoria di rifiuti è costituita principalmente da materiali di origine organica, spesso ricchi di acqua, ed è comunemente definita umido. Include principalmente scarti alimentari e altri elementi biodegradabili.
La corretta raccolta differenziata e il trattamento specifico dei rifiuti organici permettono di evitare l’inquinamento del terreno e delle acque tramite i liquidi percolati, nonché dell’atmosfera attraverso la formazione di biogas. Inoltre, la gestione separata di questa frazione dai rifiuti domestici consente di creare compost utilizzabile per il nutrimento e la rigenerazione dei suoli.
Per il conferimento dei rifiuti organici, è importante utilizzare sacchetti realizzati in bioplastica biodegradabile e compostabile, conformi alla norma EN 13432. L’obiettivo della campagna informativa presentata oggi è sensibilizzare i cittadini sull’utilizzo di tali sacchetti biocompostabili per la raccolta dei rifiuti organici, evitando l’uso di sacchetti di plastica che compromettono il recupero dei rifiuti organici durante le operazioni di separazione.
“Ricordiamo quindi ai cittadini – hanno spiegato gli organizzatori dell’evento – di utilizzare esclusivamente sacchetti biocompostabili per conferire i rifiuti organici e di non gettare bottiglie di plastica compostabile nel contenitore della plastica, ma piuttosto nel contenitore dell’umido”.
Attività online e offline
a campagna di comunicazione presentata prevede una serie di attività mirate, tra cui un piano social con video tutorial e post, animazioni territoriali tramite stand informativi, distribuzione di materiale informativo nelle scuole locali, attività presso gli URP (Uffici Relazioni con il Pubblico) e incontri con le associazioni del territorio.
L’obiettivo principale di Gesenu e Biorepack è quello di far comprendere ai cittadini la differenza tra gli imballaggi in plastica e quelli in bioplastica. Per raggiungere questo obiettivo, sono previste una serie di attività che si svolgeranno a Perugia, combinando azioni online e offline.
Tra le attività offline del progetto, è previsto un calendario denso di stand informativi. Oltre alla divulgazione di materiale informativo, questi stand offriranno al pubblico un’esperienza interattiva per aumentare la conoscenza e la consapevolezza dei cittadini sulle proprietà delle bioplastiche, i loro utilizzi, la loro origine e le corrette modalità di smaltimento e riciclo.
Nel piano dello stand, sarà presente una griglia con una serie di tessere puzzle che, una volta assemblate, formeranno un percorso “leggibile” da Ozobot. Ozobot è un piccolo robot dotato di una microcamera che può “leggere” sequenze di istruzioni composte da linee nere e segmenti colorati, individuando il percorso tracciato.
Questa attività creerà un’interazione giocosa con il pubblico, invitandolo a creare il percorso corretto ed efficiente tra i rifiuti e la destinazione di smaltimento, aumentando così la conoscenza sulla filiera dello smaltimento dei rifiuti in bioplastica.
Infine, i cittadini che parteciperanno alle attività riceveranno dei gadget, tra cui una fornitura di sacchetti compostabili.
“Ci impegniamo quotidianamente a creare sinergie con enti locali e gestori della raccolta per promuovere un’economia sempre più circolare”, ha dichiarato Carmine Pagnozzi, Direttore Generale di Biorepack. “Tuttavia, la nostra esperienza ci ha insegnato che l’impegno per una transizione ecologica deve partire dalle persone. Siamo quindi molto soddisfatti della collaborazione con Gesenu, un percorso educativo che coinvolge direttamente le persone nella bioeconomia circolare, un settore in cui l’Italia è leader in Europa”.