Abbiamo letto con stupore la dichiarazione del dott. Sciarrillo di Unindustria che sostiene la tesi che il termovalorizzatore a S. Palomba serva a Roma per risolvere il problema rifiuti, senza tenere conto dell’impatto devastante per il territorio e per chi ci lavora.
Ormai è evidente che il problema di Roma è legato al sistema di raccolta inefficiente che non differenzia, impedendo lo sviluppo della filiera del riciclo, capace di generare molta più occupazione rispetto a un mega impianto di incenerimento, che per funzionare brucia principalmente carta e plastica.
Il progetto messo a bando, sul quale si deve ancora pronunciare il Consiglio di Stato, prevede che l’approvvigionamento delle 600.000 tonnellate di rifiuti e lo smaltimento delle scorie avvenga tramite oltre 150 camion al giorno, utilizzando una rete stradale già satura, come testimoniano anche i dati sugli incidenti che coinvolgono i veicoli merci sull’Ardeatina e la Laurentina (vedi grafico).
Basterebbe solo questo dato per allarmare gli imprenditori, perché più congestione significa meno competitività, ma soprattutto non è in sintonia con il grande impegno che stanno mettendo i sindaci per scongiurare questo scenario negativo sotto ogni punto di vista, a partire da Albano, Pomezia, Ardea, Ariccia, Aprilia e Marino, per citare i più prossimi.
Probabilmente è necessario approfondire l’argomento per conoscere le alternative migliori sia dal punto di vista economico che ambientale, per questo le associazioni del territorio sono disponibili ad organizzare congiuntamente un convegno con esperti super partes.
Alleghiamo in proposito il nostro Comunicato di risposta a quello di Unindustria, con l’auspicio di poterci incontrare, perché il confronto è l’unico strumento che consente il miglioramento, come avviene nel mercato e nei Paesi democratici. Confronto negato finora dal Commissario del Governo Gualtieri.