Il mercato delle auto elettriche sta facendo notevoli passi avanti nell’ultimo periodo, tanto che i veicoli elettrici a zero emissioni sono destinati ad essere il futuro del settore automotive. A oggi però i motori a combustione sono ancora il presente ed è quindi fondamentale una costante manutenzione per cercare di ridurre al massimo le emissioni.
Filtro aria
La funzione di un filtro aria è nota per essere una delle attività fondamentali per il buon funzionamento di un motore a scoppio, ovvero le auto a combustibile: benzina e diesel. Il suo compito è quello di bloccare ogni genere di impurità affinché non si inseriscano nelle parti interne del motore – pistoni, valvole, fasce – garantendo un flusso di aria pulita necessaria per avviare il processo di combustione per il motore a scoppio. È quindi buona pratica fare attenzione al corretto funzionamento del filtro aria che potrebbe subire un guasto se è presente della sporcizia, se il suo alloggiamento è deformato o è danneggiato. Esistono diversi segni per capire se il filtro dell’aria è danneggiato:
- presenza di rumori e suoni anomali provenienti dal motore durante il normale utilizzo della vettura
- notevole riduzione della potenza del motore
- difficile accensione del motore
- alta concentrazione di monossido di carbonio contenuto nel gas di scarico
- incremento del consumo di carburante
- gas di scarico nero o grigio
La raccomandazione è quella di sostituire il filtro dell’aria ogni 10000-15000 km, anche se il filtro presenta piccoli danni. In caso di danni del filtro più ingenti, vi raccomandiamo di diagnosticare anche i cilindri e i pistoni del motore. Se si trova polvere dentro una delle camere di compressione, l’intero motore a combustione interna rischia di rompersi.
La sostituzione del filtro dell’aria è un’operazione abbastanza semplice. Infatti, anche un proprietario inesperto può eseguire tale operazione in 10 minuti. È bene notare che conviene sostituire il filtro durante la manutenzione programmata del motore e del sistema di raffreddamento.
Sonda lambda
Alcuni catalizzatori usano anche una sonda lambda per individuare la quantità di ossigeno e carburante incombusto presenti nei gas di scarico e mantenere un regime di esercizio ottimale. In poche e semplici parole, il catalizzatore montato su moltissime auto moderne non è altro che una marmitta catalitica a 3 vie, cioè esattamente, come sopra si è detto: per gasolio, per benzina e con la sonda lambda.
La lettera greca lambda (λ), che dà il nome alla sonda, indica il rapporto corretto tra aria e carburante in un motore a benzina, che deve essere di 14,7 kg di aria per 1 kg di carburante. Tale rapporto identifica la cosiddetta “miscela stechiometrica”: in questa “condizione ideale” la quantità d’ara introdotta per la combustione corrisponde esattamente al fabbisogno d’aria teorico per avere una combustione completa.
Nel tempo le sonde lambda diventano meno reattive e il salto di tensione si indebolisce, di conseguenza l’invio del segnale alla centralina è meno rapido, oppure non utilizzabile. Se la sonda lambda si guasta, la centralina rileva un problema di segnale si passa al funzionamento di emergenza, in cui la miscela viene precauzionalmente arricchita per proteggere i componenti dal surriscaldamento e assicurare un livello di potenza accettabile. Questo, tuttavia, provoca un significativo aumento dei consumi di carburante e, conseguentemente, dei gas di scarico. Di qui l’importanza del controllo dei gas di scarico e della sostituzione della sonda lambda, in modo da tornare ai corretti livelli prestazionali e di consumi.
La sonda lambda è sottoposta a vibrazioni, carichi termici o agenti chimici aggressivi che possono creare malfunzionamenti. Ma in alcuni casi anche eventuali errori di installazione possono creare problemi. Ma quali sono quelli più comuni?
- Sonda piegata: la sonda è stata installata in modo errato e questo potrebbe compromettere la corretta trasmissione del segnale
- Cavo o connettori fusi: un contatto con l’impianto di scarico potrebbe provocare la fusione di un cavo o di un connettore.
- Depositi carboniosi: una miscela troppo grassa potrebbe provocare forti depositi carboniosi nel tubo protettivo. Ciò potrebbe essere causato dall’usura di motore e valvole o perdite nell’impianto di scarico.
- Contatti arrugginiti: una possibile penetrazione di acqua potrebbe aver arrugginito i contatti. Quando si sostituisce la sonda occorre controllare attentamente la solidità del connettore e di tutti i collegamenti tra sonda e centralina motore.
- Cavo sfilacciato/rotto: una trazione eccessiva può avere danneggiato il cavo
- Guarnizione del cavo staccata: in fase di montaggio la sonda probabilmente è stata eccessivamente tirata. Si potrebbe avere una possibile penetrazione di acqua
- Depositi bianchi/grigi: forti depositi bianchi o grigi potrebbero essere causati dall’utilizzo di additivi per il carburante o da olio bruciato
Fonti: