Secondo una nuova indagine Eurobarometro pubblicata oggi giovedì 20 luglio, la grande maggioranza degli europei (93%) ritiene che i cambiamenti climatici rappresentino un grave problema su scala mondiale. Più della metà (58%) crede che la transizione verso un’economia verde andrebbe accelerata, soprattutto alla luce delle impennate dei prezzi dell’energia e delle preoccupazioni per gli approvvigionamenti del gas originate dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Dal punto di vista economico, il 73% degli europei concorda sul fatto che i costi dei danni causati dai cambiamenti climatici siano molto superiori agli investimenti necessari per la transizione verde. Tre quarti degli intervistati (75%) pensano che la lotta ai cambiamenti climatici favorirà l’innovazione.
Sostegno alla riduzione delle emissioni, alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica
Quasi nove europei su dieci (88%) concordano sulla necessità di ridurre al minimo le emissioni di gas a effetto serra e di compensare allo stesso tempo le emissioni residue per far sì che l’UE raggiunga la neutralità climatica entro il 2050. Quasi nove europei su dieci (87%) credono che sia importante che l’UE fissi obiettivi ambiziosi per aumentare il ricorso alle energie rinnovabili e una percentuale analoga (85%) ritiene altrettanto cruciale che l’UE intervenga per migliorare l’efficienza energetica, ad esempio incoraggiando i cittadini a isolare le abitazioni, installare pannelli solari o acquistare automobili elettriche. Sette intervistati su dieci (70%) credono che ridurre le importazioni di combustibili fossili possa aumentare la sicurezza energetica e avvantaggiare economicamente l’UE.
I cittadini si impegnano individualmente e chiedono riforme strutturali
La grande maggioranza dei cittadini dell’UE (93%) s’impegna già individualmente in favore del clima e opta per scelte sostenibili nella vita di tutti i giorni. Tuttavia, quando è stato chiesto loro chi debba farsi carico della lotta ai cambiamenti climatici, i cittadini hanno evidenziato la necessità di altre riforme che accompagnino l’azione individuale, segnalando anche la responsabilità dei governi nazionali (56%), dell’UE (56%), delle imprese e dell’industria (53%).
I cittadini europei percepiscono inoltre i cambiamenti climatici come una minaccia anche nella vita quotidiana. In media, oltre un terzo degli europei si sente personalmente esposto ai rischi e alle minacce ambientali, una preoccupazione che in 7 Stati membri è condivisa da più della metà dei cittadini, soprattutto nei paesi dell’Europa meridionale, ma anche in Polonia e Ungheria. L’84% degli europei concorda sul fatto che gli interventi per combattere i cambiamenti climatici e risolvere le questioni ambientali dovrebbero essere una priorità anche per migliorare la salute pubblica, mentre il 63% degli intervistati ritiene che prepararsi agli effetti dei cambiamenti climatici possa avere conseguenze positive per i cittadini dell’UE.
Contesto
Per l’Eurobarometro speciale n. 538 sui cambiamenti climatici sono stati intervistati 26 358 cittadini dell’UE di età e categorie sociali diverse in tutti i 27 Stati membri. L’indagine si è svolta fra il 10 maggio e il 15 giugno 2023 e tutte le interviste sono state condotte di persona, nelle abitazioni degli intervistati o in remoto tramite una connessione video.
I risultati di questa indagine sui cambiamenti climatici sono pienamente in linea con quelli dell’ultimo “Eurobarometro standard – Primavera 2023”, pubblicato il 10 luglio, che ha dimostrato come i cittadini dell’UE continuino a sostenere con forza la transizione energetica, a considerare i cambiamenti climatici e ambientali come una delle questioni più importanti a cui l’UE deve far fronte e ad aspettarsi massicci investimenti nelle energie rinnovabili.
Il Green Deal europeo rappresenta la priorità assoluta della Commissione europea. Trasformerà l’UE in un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, senza lasciare indietro nessuno. La normativa europea sul clima stabilisce l’obiettivo vincolante della neutralità climatica entro il 2050 e introduce il traguardo intermedio di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 % entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, attraverso il pacchetto di proposte chiamato “Pronti per il 55 %”, che si trova ad uno stadio avanzato dell’iter legislativo. Allo stesso modo, i recenti progressi compiuti con la normativa sul ripristino della natura, il regolamento sulla deforestazione, nonché con le iniziative volte a promuovere i prodotti sostenibili e ridurre i rifiuti di imballaggio faranno sì che l’Unione europea arresti la perdita di biodiversità e trasformi la sua economia in un’economia circolare.