Venerdì 11 giugno l’Assemblea Capitolina ha approvato la delibera con cui Roma Capitale adotta il PAESC (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima).
Si tratta di uno strumento di pianificazione fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici che coinvolge tutti i settori dell’organizzazione urbana: dal trasporto, allo sviluppo urbano, agli standard energetici, alla rigenerazione del patrimonio edilizio, all’illuminazione stradale, all’economia circolare, al verde, all’utilizzo di energie rinnovabili, allo smart working, agli sportelli energia sostenibile a supporto di cittadini e imprese. Attraverso questo documento Roma Capitale rispetta gli impegni assunti nel 2017 con la sottoscrizione del “Patto dei Sindaci” prevedendo di ridurre le emissioni climalteranti entro il 2030 all’interno del proprio territorio.
Il documento è frutto di un lavoro partecipato di tutti gli assessorati e i Dipartimenti di Roma Capitale in collaborazione con ISPRA, ENEA, GSE, il Ministero della Difesa attraverso il quale si definiscono le strategie e le azioni per la riduzione di CO2 attraverso la riorganizzazione urbana con una nuova consapevolezza della correlazione tra inquinamento e benessere, tra sostenibilità ambientale e crescita economica nel tempo.
“Ringrazio Danila Severa e Dario Tamburrano per aver coordinato il gruppo di lavoro e per aver contribuito a rendere la Capitale d’Italia all’altezza delle grandi sfide ambientali e delle opportunità economiche delineate dal Green Deal europeo” ha dichiarato l’Assessora ai Rifiuti e al Risanamento Ambientale Katia Ziantoni.
In un’intervista concessa a Roma Today, l’assessora ha spiegato le novità del Piano sul fronte rifiuti, tra cui c’è anche lo spreco di cibo: “Lo spreco alimentare ha un grosso impatto sulla produzione di CO2. Vogliamo mettere in campo un progetto simile a quello milanese, che prevede di fissare uno sconto del 25% della tariffa sui rifiuti per le utenze non domestiche. Ne beneficeranno le attività che collaborano al recupero delle eccedenze. Le recuperiamo e le avviamo all’interno del circuito solidale. In cambio le aziende pagano meno la TARI. E’ un modello che vogliamo mettere a sistema, lo renderemo strutturale. E questo aiuterà nella riduzione delle emissioni”.