Nel 1976, meno di 20.000 persone a Parigi facevano i loro spostamenti quotidiani in bicicletta nei quartieri più centrali e nelle periferie. Nel 2021 si arriverà vicino al milione. E in dieci anni si prevede che il loro numero registrerà un incremento pari a quattro volte. Lo scorso inverno, rue de Rivoli, la principale arteria di Parigi, ha registrato fino a quasi 15.000 passaggi di bici al giorno.
Tra gli scioperi della RATP di dicembre 2019 e i lockdown per la pandemia, si è creato un clima di sfiducia nei confronti della metropolitana e, di pari passo, sono aumentate le piste ciclabili. L’insieme di questi e altri fattori ha portato la mobilità ciclistica a riscuotere un grande successo nella capitale francese.
Jean-Sébastien Catier, presidente dell’associazione “Paris en selle”, ha spiegato come Parigi stia recuperando terreno su Strasburgo nel numero di piste ciclabili e facendo un paragone con gli investimenti fatti da Londra e da Berlino, famosissima questa per le sue piste ciclabili, quelli introdotti dalla capitale transalpina per la mobilità dolce sono maggiori.
Nel 2015 il comune guidato da Anne Hidalgo ha lanciato un piano per la bicicletta di 150 milioni di euro in cinque anni, ma stava solo perseguendo politiche a favore della mobilità ciclistica avviate molto prima. È stato Jean Tiberi (sindaco conservatore dell’RPR dal 1995 al 2001) a immaginare le prime piste ciclabili nella Parigi contemporanea, attraverso un primo piano per biciclette ideato dopo gli scioperi della RATP dell’inverno 1995. Queste avevano paralizzato l’Île-de-France, ma portarono ad un triplice aumento dell’uso della bicicletta.
Il primo Vélib’ voluto da Bertrand Delanoë (sindaco socialista dal 2001 al 2014) ha poi contribuito alla conversione dei parigini alle biciclette. Tra il 2015 e il 2020, la lunghezza delle piste ciclabili è quintuplicata. Alla fine del mandato di Bertrand Delanoë, la città aveva 200 chilometri di percorsi sicuri. Oggi ha da poco superato i 1.000 chilometri.
Il primo lockdown del 2020 ha portato alla creazione di “coronapistes” provvisorie, generalmente lungo le linee della metropolitana, ed Anne Hidalgo ha appena annunciato un investimento di 17 milioni per mantenerle.
Nell’Île-de-France solo il 10% delle persone percorre distanze quotidiane che superano i dieci chilometri, mentre il 50% ne fa meno di cinque. Per farli in bici bastano una ventina di minuti. Ovviamente questo discorso vale solo con il bel tempo. Le giornate di pioggia (circa 170 all’anno di media a Parigi) possono scoraggiare le persone dal salire in sella. Anche se città con un clima più rigido, come la maggior parte di quelle che si trovano in Germania, Olanda o Danimarca, dimostrano che è un ostacolo sormontabile.