“Lo smog uccide anche d’estate” dice il comitato Torino Respira e purtroppo i dati dell’omonima campagna presentati il 12 dicembre lo confermano: nella bella stagione l’aria in città è satura di ozono, un inquinante ancora troppo sottovalutato ma i cui effetti sulla salute sono gli stessi di altri inquinanti atmosferici e si sommano spesso a quelli del caldo estremo.
I dati sono frutto di una campagna sperimentale di monitoraggio civico, la prima in Italia, realizzata nel capoluogo piemontese a luglio 2024, con la collaborazione di volontari e volontarie di FIAB Bike Pride Torino, del Circolo Legambiente il Platano di Carmagnola e del Comune di Avigliana. Si è basata sull’installazione di 50 campionatori passivi nel territorio comunale e in alcuni comuni della Città Metropolitana con l’obiettivo principale di rilevare le concentrazioni di ozono in parchi e giardini, orti urbani, ospedali e impianti sportivi.
Ebbene i risultati hanno messo in evidenza come circa un terzo dei punti di misura avessero concentrazioni medie mensili di ozono superiori a quelle rilevate dalle uniche due stazioni di monitoraggio dell’ARPA localizzate a Torino. I punti con le concentrazioni più alte sono risultati la Basilica di Superga e il Faro della Vittoria nella collina del capoluogo e il Castello di Avigliana. “Questo risultato non deve stupire perché spesso l’ozono ha concentrazioni più alte a quote più elevate ed in campagna” dice Torino Respira.
Tra gli altri punti con le concentrazioni più alte ci sono parchi pubblici molto frequentati come Parco Dora, Parco Ruffini Parco Cavalieri di Vittorio Veneto e il Parco delle Vallere, e impianti sportivi come il campo da rugby del CUS Torino, l’impianto sportivo di Corso Tazzoli e l’impianto sportivo di via Petrella. Tra gli ospedali, il Mauriziano è risultato quello con le concentrazioni più elevate.
L’ozono è un inquinante particolare, che non viene emesso direttamente, ma si forma in atmosfera a partire da sostanze come gli ossidi di azoto e gli idrocarburi, soprattutto in presenza di una forte insolazione. Per questo le sue concentrazioni sono più alte in estate, e, a causa dei suoi meccanismi di formazione e distruzione, nelle aree agricole, nei parchi e a quote elevate. Tra gli inquinanti atmosferici problematici l’ozono è l’unico per il quale le concentrazioni stanno aumentando, a causa del cambiamento climatico, che aumenta il numero di giorni caldi e con cielo sereno durante l’estate.
Come detto, gli effetti sulla salute dell’ozono sono gli stessi di altri inquinanti dell’aria e riguardano soprattutto l’apparato respiratorio e quello cardio circolatorio. I suoi effetti si sommano spesso a quelli del caldo estremo e possono diventare molto gravi durante le ondate di calore, che diventano sempre più intense e prolungate.
La situazione di Torino, chiaramente, è molto simile a quella di tante altre città in Italia e in Europa. Lo scorso luglio Copernicus aveva lanciato l’allarme, mostrando come diverse regioni europee, tra cui la Francia, il Benelux, la Germania e per l’Italia settentrionale, stessero registrando picchi di ozono oltre i limiti stabiliti dalla legislazione europea. In particolare, si sottolineava come la Pianura Padana fosse particolarmente vulnerabile a questi episodi di inquinamento, a causa delle elevate emissioni di precursori dell’ozono e delle favorevoli condizioni meteorologiche.
A commento dei risultati della campagna sperimentale il Presidente di Torino Respira, Roberto Mezzalama, ha dichiarato: “Crediamo che i dati confermino che l’ozono è un inquinante diffuso a concentrazioni pericolose in molti luoghi frequentati dagli sportivi e dalle famiglie d’estate. Questo dovrebbe indurre gli amministratori comunali a informare meglio i cittadini dei rischi che si corrono ad esempio facendo attività sportiva durante le giornate calde e con concentrazioni elevate di ozono. Inoltre crediamo che l’attuale rete di monitoraggio non sia sufficiente per rappresentare la complessità della distribuzione dell’ozono in città e che ARPA Piemonte dovrebbe condurre studi specifici e approfonditi per capire meglio la dinamica di questo inquinante, visto che le sue concentrazioni crescono nel tempo. È chiaro poi che si dovrebbero prendere delle azioni decise per limitare il traffico anche d’estate, seguendo l’esperienza di città e regioni francesi come Lione e Parigi, e investire per aumentare il verde urbano in modo da ridurre le temperature e l’insolazione delle strade e piazze di Torino” .
Durante la serata di presentazione dei dati, il Comitato Torino Respira ha inoltre raccontato le attività svolte durante l’anno, a partire dalla costituzione di parte civile nel “Processo Smog” – vicenda giudiziaria sorta a seguito di un esposto presentato da Torino Respira – rispetto al quale si è in attesa del processo di appello dopo l’impugnazione presentata dai pubblici ministeri contro la sentenza di proscioglimento adottata dal Tribunale di Torino nel luglio scorso. Aggiornamenti sono stati condivisi anche sulla “Causa di Chiara”, che procede con le consulenze tecniche.