Come ogni anno, l’Earth Overshoot Day segna il giorno in cui la domanda da parte dell’umanità di risorse e servizi ecologici in un dato anno, supera ciò che la Terra può rigenerare in quei dodici mesi. Il 15 maggio 2022 è il Country Overshoot Day dell’Italia, ovvero il giorno di superamento in cui cadrebbe l’Earth Overshoot Day se tutta l’umanità consumasse come gli italiani. Quest’anno cade due giorni dopo rispetto al 2021.
Per sapere effettivamente quando sarà l’Overshoot Day 2022 della Terra bisognerà attendere almeno la Giornata mondiale dell’Ambiente del 5 giugno prossimo. Per ora sono disponibili solo i calcoli sull’impronta ecologica dei singoli paesi rispetto alle capacità di rigenerazione, che sono stati realizzati dal Global Footprint Network, organizzazione di ricerca internazionale.
La biocapacità globale è attualmente fissata 1,6 gha a persona, che corrisponde alla produttività media di un ettaro di superficie del pianeta. In base a questa equazione, un paese avrà un giorno di superamento solo se la sua impronta ecologica per persona è maggiore della biocapacità globale per persona.
Quella di un italiano in media è di 4,32 ettari nell’arco di 12 mesi, per cui l’Italia si calcola che avrebbe bisogno di 2,7 Terre, rispetto alle 5,1 degli Stati Uniti, alle 4,5 dell’Australia e alle 3,4 della Russia, mentre secondo un altro calcolo l’Italia avrebbe bisogno di 5,3 Italie per soddisfare la domanda di natura dei propri residenti, piazzandosi solo al secondo posto dopo il Giappone con 7,9.
Tra i paesi industrializzati, i peggiori Overshoot Country day 2022 sono quelli del Canada e degli Stati Uniti, entrambi il 13 marzo. Maggio 2022 è il mese con il maggior numero di Paesi in “overshoot day”: sono 28, o 29 se si include l’Unione europea nel suo insieme. Il primo paese in assoluto invece è il Qatar seguito dal Lussemburgo.
Secondo i calcoli, l’umanità sta “usando la natura 1,75 volte più velocemente di quanto la biocapacità del nostro pianeta possa rigenerarsi” che equivale a “utilizzare le risorse di 1,75 Terre”. L’impronta ecologica è tra gli indicatori più completi ad oggi disponibili per la contabilità delle risorse biologiche, ridorda l’organizzazione, e somma tutte le richieste concorrenti delle persone per le aree biologicamente produttive: cibo, legname, fibre, sequestro del carbonio e sistemazione delle infrastrutture. Attualmente, le emissioni di carbonio derivanti dai combustibili fossili costituiscono al 61% dell’Impronta Ecologica dell’umanità. (ANSA).