Il consumo di cibo al di fuori delle mura domestiche rimane una pratica costante in Italia: nel 2022, considerando il totale del consumo alimentare, la percentuale di pasti consumati fuori casa è aumentata al 31%. Questa tendenza comprende una varietà di luoghi, tra cui bar, ristoranti, pizzerie e altri locali commerciali, con la ristorazione veloce che rappresenta circa il 7% delle visite totali.
La gestione circolare degli imballaggi è al centro di uno studio intitolato “Economia circolare e ristorazione veloce: raccolta e riciclo degli imballaggi cellulosici, il caso McDonald’s Italia”. Questo studio è stato curato da Duccio Bianchi su iniziativa di Comieco, il Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli imballaggi a base cellulosica. La ricerca è stata presentata a Roma durante un convegno organizzato in collaborazione con McDonald’s e Seda International Packaging Group, alla quale hanno partecipato importanti figure, tra cui gli europarlamentari Mercedes Bresso e Massimiliano Salini. Questo argomento è di grande attualità anche in Europa, dove è in corso una discussione riguardo a una proposta di Regolamento sugli imballaggi che sta suscitando un ampio dibattito.
“Nel nostro paese sono molto diffuse buone pratiche di riciclo, specialmente di carta e cartone, che raggiungono ottimi livelli e prestazioni” – afferma l’On.le Mercedes Bresso. “Nella discussione in Parlamento europeo sul regolamento sugli imballaggi stiamo lavorando per difendere queste esperienze, rifiutando una contrapposizione a priori con il riuso, ma ricercando sempre il miglior risultato ambientale”.
I dati: nel “best case” la raccolta differenziata degli imballaggi cellulosici arriva fino al 90%
Nei ristoranti McDonald’s, la carta costituisce il 96,4% del totale degli imballaggi immessi al consumo. Si tratta di contenitori in fibra vergine (in Italia non è utilizzabile fibra da riciclo nel contatto con gli alimenti) in maggioranza monomateriale, che rappresentano una risorsa preziosa che può e deve essere valorizzata attraverso il riciclo.
Lo studio (ed il caso McDonald’s) dimostra che esiste un modello sostenibile di gestione dei rifiuti estendibile a tutta la ristorazione veloce in grado di garantire questo obiettivo grazie a: contenitori appositi per la raccolta differenziata, un servizio comunale dei rifiuti differenziati puntuale e ben organizzato (con un numero di prelievi maggiore sulla carta e minore sull’indifferenziato), utilizzo di imballaggi rinnovabili e riciclabili e collaborazione degli operatori della ristorazione e dei consumatori che vanno attentamente informati e coinvolti.
“Abbiamo analizzato le performance di raccolta e riciclo dei rifiuti in sala in sei esercizi McDonald’s di Milano: la produzione dei rifiuti settimanale è in media di 485 kg di cui il 64% (310 kg) sono carta e cartone. Di questi materiali cellulosici oltre l’80% viene raccolto in maniera differenziata per essere avviato a riciclo” commenta Duccio Bianchi, autore dello studio. “Le analisi qualitative effettuate su questa frazione specifica, inoltre, evidenziano come la presenza di frazioni estranee e carta con livelli di contaminazione da cibo troppo elevati per il riciclo sia decisamente bassa, poco più del 2%”.
Una delle questioni che si pone in relazione alla riciclabilità degli imballaggi primari impiegati nei servizi “quick service restaurant” e per il “take away” è sicuramente la riciclabilità di prodotti a base carta accoppiati con polietilene. Gli imballaggi oggetto dello studio rientrano tutti in classe Aticelca A o B dove la componente carta è superiore all’80% cosa che li rende facilmente riciclabili.
“Questo studio conferma come la sinergia tra operatori della ristorazione, industria che progetta gli imballaggi secondo criteri di ecodesign, gli operatori della raccolta e i consumatori porti la filiera italiana del riciclo di carta e cartone ad essere un’eccellenza con ulteriori prospettive: sono già stati superati gli obiettivi UE al 2025 (75% tasso di riciclo) e stimiamo nel 2023 di raggiungere l’85% (ovvero il riciclo di circa 4,3 milioni di tonnellate di imballaggi in carta e cartone), in anticipo sul target fissato al 2030.” – commenta Carlo Montalbetti, Direttore Generale Comieco.