Nonostante gli accordi internazionali sul clima continua la corsa della concentrazione di CO2 nella nostra atmosfera. Secondo i dati del Centro Aeronautica Militare di Montagna (C.A.M.M.) di Monte Cimone, nel mese di dicembre 2020 la media mensile della concentrazione di anidride carbonica ha raggiunto la quota record di 418.38 ppm (parti per milione), mentre nello stesso mese del 2019 il valore è stato di 415.09 ppm.
Un trend in crescita che aumenta a un ritmo medio di 1.85 ppm all’anno, confermato anche dai dati Copernicus che parlano addirittura di una crescita di 2,3 ppm all’anno, ma con una massimo di concentrazioni registrate inferiore (413,1 ppm a maggio).
Il centro di Monte Cimone, sugli Appenini emiliani,misuraquotidianamente la CO2 dal 1979 (le concentrazioni di metano dal 2015): si tratta della serie storica di dati più lunga d’Europa e la seconda più lunga al mondo dopo quella registrata dall’osservatorio di Mauna Loa alle Hawaii.
Durante il mese di dicembre 2020 le misurazioni di CO2 del Centro sono state effettuate in 30 giorni su 31. Il massimo tra le medie giornaliere è stato misurato il giorno 26 ed è pari a 421.38 ppm. Il minimo è stato misurato il giorno 22 ed è pari a 414.44 ppm.
Già a nel mese di giugno 2020 gli scienziati dell’osservatorio di Mauna Loa avevano lanciato l’allarme rilevando come a maggio 2020 era stato rilevato il valore massimo dell’anno rispetto al 2019 con una media mensile di 417,1 ppm. I valori mensili di anidride carbonica (CO2) rilevati a Mauna Loa hanno superato per la prima volta la soglia di 400 ppm nel 2014. Un dato importante in quanto, secondo gli scienziati, gli attuali livelli di anidride carbonica sono del tutto inediti per la nostra atmosfera negli ultimi due milioni di anni.
L’anidride carbonica è il gas serra più comune prodotto dalle attività umane ed è responsabile del 64% del riscaldamento globale causato dall’uomo. La sua concentrazione nell’atmosfera è attualmente del 40% superiore rispetto a quando è iniziata l’industrializzazione. Altri gas serra invece vengono emessi in quantità minori, ma intrappolano il calore in modo molto più efficace della CO2 e in alcuni casi sono migliaia di volte più forti. Il metano è responsabile del 17% del riscaldamento globale causato dall’uomo, il protossido di azoto del 6%.