Approvato alla Camera nuovo codice della strada. Le associazioni: “Brutta notizia”

La Camera dei Deputati ha ratificato mercoledì 27 marzo la proposta del Ministro Salvini riguardante il nuovo Codice della Strada, senza accogliere alcuna delle richieste avanzate in sede parlamentare da parte delle associazioni dei familiari delle vittime della strada e nonostante le varie iniziative tenutesi nelle ultime settimane in oltre 40 piazze in Italia. Queste manifestazioni, promosse da associazioni per la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile, hanno evidenziato un chiaro dissenso nei confronti del provvedimento, ritenuto sbagliato perchè peggiorativo rispetto alla già grave situazione sulle strade italiane

Nuovo codice della strada Incidenti stradali 2023

La Camera dei Deputati ha ratificato mercoledì 27 marzo la proposta del Ministro Salvini riguardante il nuovo Codice della Strada, senza accogliere alcuna delle richieste avanzate in sede parlamentare da parte delle associazioni dei familiari delle vittime della strada e nonostante le varie iniziative tenutesi nelle ultime settimane in oltre 40 piazze in Italia. Queste manifestazioni, promosse da associazioni per la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile, hanno evidenziato un chiaro dissenso nei confronti del provvedimento, ritenuto sbagliato perchè peggiorativo rispetto alla già grave situazione sulle strade italiane.

Le organizzazioni, unite a migliaia di cittadini, hanno già annunciato che continueranno comunque la mobilitazione.

“È una giornata triste per l’Italia – dichiarano Paolo Pozzi e Angela Bedoni, genitori di Lucia, investita e uccisa a 17 anni, nella notte di Natale del 2004, a Melegnano – l’approvazione alla Camera del nuovo Codice della Strada è una brutta notizia perché questa riforma rappresenta un passo indietro per la tutela della vita umana. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: troppe persone muoiono a causa della velocità delle automobili, nel nostro Paese, quasi il doppio rispetto agli altri paesi europei. È la prima causa di morte tra i giovani, proprio come nostra figlia Lucia. Ma il nuovo codice, insieme a decreti e direttive, limita gli autovelox, ostacola i provvedimenti comunali di riduzione della velocità e addirittura delega il governo ad aumentare i limiti, ad esempio. E moltissime altre sono le norme critiche come denunciamo da tempo senza che sia stata accolta nessuna nostra proposta. Per questo motivo chiediamo al Governo Meloni e a tutte le forze di maggioranza e opposizione di riscrivere in profondità insieme alle nostre associazioni la riforma del Codice della Strada, che dovrà essere discussa al Senato nelle prossime settimane, eliminando tutte le gravi criticità dell’attuale testo e inserendo le norme necessarie invece mancanti”.

Le associazioni spiegano che il Nuovo Codice della Strada è stato appena approvato da uno dei due rami del Parlamento nonostante:

  • Un appello video delle associazioni familiari vittime della strada
  • Una lettera diretta al presidente Meloni da parte delle associazioni familiari vittime sulla strada, con cui veniva chiesto di mettere in pausa l’approvazione del codice per riscriverlo insieme a loro
  • 40 piazze in tutta Italia tra il 9 e il 12 marzo, dove associazioni e attiviste/i si sono mobilitato al grido di “Stop al Codice della Strage”
  • Oltre 20.000 email ai parlamentari suddivisi per Regione e oltre 12.000 rivolte direttamente alla Presidente Meloni
  • Oltre 2.500 telefonate ai capigruppo alla Camera, uno strumento usato per la prima volta in Italia
  • Ordini del Giorno approvati dai Consigli Comunali e dalle Assemblee di Roma Capitale, Milano, Torino, Bologna, e forti prese di posizione di Brescia, Bergamo, Padova, Verona, Vicenza. Sono molte le altre città in cui Ordini del Giorno simili sono stati presentati e stanno per venire discussi, tra cui: Aosta, Genova, Jesi, Modena, Monza, Perugia

Come si legge in una nota di Legambiente, “il Ministro Salvini qualche giorno fa ha dichiarato che “il 25% delle osservazioni fatte nelle audizioni è stato accolto” e questo non dovrebbe essere già di per sé motivo di vanto, perché significa che tre osservazioni su quattro sono state rigettate. Ma andando ancora più a fondo a verificare le audizioni svolte e le memorie depositate, si vede come solo pochissime delle osservazioni fatte dalle associazioni familiari vittime e dalle associazioni impegnate nella tutela della sicurezza stradale e promozione della mobilità attiva siano state accolte (ad esempio l’alcool lock), mentre tutte le altre sono state ignorate o rifiutate. Sono stati respinti, in particolare, tutte le proposte e gli emendamenti che da un lato correggevano le norme più gravi (quelle contenenti pesanti limitazioni ad autovelox, ciclabili, ZTL, zone 30, aree pedonali, controlli e sanzioni, finto metro e mezzo salva-ciclisti, etc.) e che dall’altro lato introducevano le misure necessarie per una vera sicurezza stradale (abbassamento delle velocità nelle strade urbane, controlli digitali contro la guida distratta al telefono, sensori anti-angoli ciechi, educazione stradale come materia obbligatoria dell’educazione civica, etc.)”.

“Al contrario – prosegue l’organizzazione ambientalista – sono state ampiamente accolte le osservazioni provenienti da quel comparto che rappresenta chiarissimi interessi economici privati legati al mondo del trasporto privato e del trasporto su gomma, come l’ACI – automobile club d’Italia e l’Associazione delle imprese di Autotrasporto (AssoTir), proprio quell’associazione che a Milano ha fatto ricorso al TAR contro l’obbligo di sensori contro gli angoli ciechi dei mezzi pesanti, misura per l’appunto non prevista dal Nuovo Codice ed esplicitamente bocciata a fronte di vari emendamenti che andavano in quella direzione. Sempre il Ministro Salvini nelle scorse settimane ha dichiarato di essere disponibile ad accogliere ‘suggerimenti’, ma nei fatti nessuna proposta fatta per migliorare il Nuovo Codice è finora stata accolta, in oltre 6 mesi di iter del disegno di legge”.

Le critiche e l’allarme per la “controriforma dell’insicurezza stradale“, come l’hanno ribattezzate le associazioni, non sono arrivate solo dall’Italia: quasi 50 organizzazioni internazionali hanno scritto al Governo per chiedere di fermare l’approvazione e riscriverne le parti più pericolose per la tutela della vita umana. Tra queste Clean Cities Campaign, European Federation of Road Traffic Victims, European Transport Safety Council, International Federation of Pedestrians, European Cyclists’ Federation, European Driving Schools Association. Ha sottoscritto anche POLIS, la principale rete di città e regioni europee che collaborano per sviluppare tecnologie e politiche innovative per il trasporto locale.

Le critiche alla proposta di nuovo codice

Come riportato nell’analisi legale dell’esperto di sicurezza stradale Andrea Colombo, la riforma viene criticata perché ha un impianto molto chiaro: debole coi forti e forte coi deboli. “Da una parte – commentano le associazioni – meno regole, meno limitazioni, meno controlli, meno sanzioni e più libertà di circolare e andare veloci nelle città per auto, moto, camion merci, ecc.; dall’altra parte, regole più restrittive, meno spazio in strada e quindi, meno sicurezza per i veicoli più leggeri e gli utenti più vulnerabili, cioè pedoni, ciclisti, micromobilità, bambini, anziani, disabili. È perciò una riforma contro la sicurezza stradale, con limiti di velocità più alti, restrizioni all’uso di autovelox e controlli automatici in generale, nessun intervento reale sulla distrazione alla guida; una riforma contro la mobilità sostenibile, con uno stop immediato alla realizzazione di nuove ciclabili urbane e una sola multa per chi viola le aree pedonali anche più volte al giorno; una riforma contro i Comuni, con nuovi regolamenti e decreti ministeriali che decideranno se, come e dove le città possono usare leve come ZTL, telecamere, sosta regolamentata, etc”.

Le associazioni riportano che il Nuovo codice:

  • diminuisce la sicurezza stradale
  • boicotta la mobilità sostenibile
  • indebolisce i Comuni
  • rende più difficili i controlli per velocità e sosta abusiva
  • rende possibile l’aumento dei limiti di velocità
  • diminuisce le multe per i limiti di velocità e transito in ZTL e aree pedonali
  • boicotta le Zone a Traffico Limitato e le Aree Pedonali

Inoltre, facendo un focus sulla mobilità attiva, le associazioni spiegano che, il nuovo Codice:

  • blocca la realizzazione di nuove piste e corsie ciclabili
  • restringe la possibilità del doppio senso di marcia per le bici
  • riduce la possibilità di realizzare le case avanzate
  • rende le strade ciclabili meno sicure
  • rende inutile il “metro e mezzo salvaciclisti” con la clausola “ove la strada lo consenta”
  • crea confusione con l’introduzione di nuove Zone Ciclabili
  • obbliga in futuro i ciclisti a casco e targa

I dati della sicurezza stradale in Italia

Come riportato da Legambiente, il tasso di mortalità stradale in Italia, con 53 persone per milione di abitanti, è significativamente più elevato rispetto alla media europea, che si attesta a 26 in Gran Bretagna e 36 in Spagna. Inoltre, l’Italia ha mostrato un ritardo nella riduzione degli incidenti mortali, registrando solo un calo del 15% nell’ultimo decennio, rispetto alla media europea del 22%.

“Questi dati – commenta l’organizzazione ambientalista – sono in netto contrasto con la richiesta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di ridurre del 50% gli incidenti stradali mortali e i feriti gravi entro il 2030, come indicato nel Piano globale per il Decennio d’Azione per la Sicurezza Stradale. L’attuale traiettoria dell’Italia, evidenziata dagli emendamenti proposti, solleva dubbi sulla capacità del paese di allinearsi a questi obiettivi cruciali. In particolare, l’impatto nelle città italiane è preoccupante: il 73% degli incidenti stradali avviene in ambito urbano, con l’eccesso di velocità che rappresenta la principale causa di mortalità nel traffico”.

La mobilitazione “Stop al Codice della Strage” continuerà con fermezza nell’esortare il Governo e il Senato a fermarsi per migliorare il testo, coinvolgendo prioritariamente le associazioni familiari delle vittime della strada nella riscrittura.

La mobilitazione “Stop al Codice della Strage” è promossa e organizzata a livello nazionale da FEVR – Federazione Europa delle Vittime della Strada, AIFVS – Associazione Italiana Familiari e Vittime della STRADA A.P.S. e dalla piattaforma #CITTÀ30SUBITO – Legambiente, FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Clean Cities Campaign, ASviS, Amodo, Fondazione Michele Scarponi, Associazione Lorenzo Guarnieri, Fondazione Marco Pietrobono, Fondazione Luigi Guccione e Vivinstrada. Con il supporto di molte altre organizzazioni e persone a livello locale in tutto il territorio italiano.