Con la presentazione del Collegio al Parlamento e al Governo della Relazione annuale 2023 sono stati pubblicati i due volumi della Relazione Annuale ARERA – l’Autorità di regolazione per l’energia e l’ambiente – sullo Stato dei servizi e sull’Attività svolta nel 2022, che riguarda i comparti: elettricità, gas, acqua, rifiuti, teleriscaldamento e altri servizi per i consumatori.
- Il quadro, spiega l’Autorità, è stato decisamente influenzato dalla crisi energetica a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. In particolare, l’andamento dei prezzi, e il loro confronto tra i diversi paesi europei in base ai dati Eurostat, è influenzato anche dalla diversità degli interventi pubblici realizzati dai Governi a tutela dei consumatori nei settori energetici.
Nel caso italiano molti degli interventi, che hanno impiegato ingenti risorse pubbliche, hanno garantito un contenimento dei prezzi anche a valle della loro formazione, attraverso lo strumento dei bonus che ha protetto in modo selettivo, dagli aumenti della fase di crisi, fasce sempre più ampie di consumatori in difficoltà economiche. In altre esperienze europee l’intervento si è concentrato nelle fasi a monte, incidendo direttamente sulla formazione del prezzo nei mercati all’ingrosso.
Per l’Italia inoltre ha pesato una maggiore dipendenza dal gas come fonte diretta di consumo o di generazione elettrica, mentre altri grandi paesi europei hanno potuto fare affidamento su altre fonti meno impattate dalla crisi (ad es. nucleare in Francia o carbone in Germania).
Comparto rifiuti
Nel 2022 con l’approvazione della nuova metodologia tariffaria MTR-2, ha preso avvio il secondo periodo di regolazione tariffaria per il servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani e caratterizzato dalla pianificazione economico-finanziaria del servizio su un orizzonte pluriennale estesa al quadriennio 2022-2025, continuando ad interessare una platea molto consistente di Enti competenti (3.550) e ambiti tariffari.
Con riferimento al Piano economico-finanziario 2022-2025, l’Autorità ha ricevuto le predisposizioni tariffarie relative a 5.987 ambiti (5.961 comunali e 26 pluricomunali) pari a circa il 90% della popolazione (52,3 milioni di abitanti serviti). Dall’analisi dei Piani economico-finanziari a disposizione dell’Autorità sono emersi incrementi delle entrate tariffarie che variano tra il 2,4% del 2022 e lo 0,9% del 2025: a livello geografico, le variazioni più consistenti si osservano nelle Isole (+5,6% nel biennio), mentre le più contenute al Centro e nella macroarea Nord-Ovest (poco più del 3%).
Il presidente di Arera, Stefano Besseghini, a questo proposito ha detto: “Ci è ben noto che la sola regolazione non può, e non dovrebbe neppure, essere condizione sufficiente per lo sviluppo del settore, ma ne è certamente condizione necessaria. L’obiettivo che abbiamo dichiarato sin dalle prime mosse del Metodo tariffario servizio integrato di gestione dei rifiuti è il superamento di una intollerabile differenza nella qualità del servizio e nei costi sostenuti, che porta spesso alla combinazione di maggiori costi e peggiore qualità, in diverse parti del Paese. Il metodo tariffario – ha aggiunto – contribuisce a questo disegno con la trasparenza nei costi, la certezza nella remunerazione degli investimenti, la difesa dei consumatori dalle inefficienze della programmazione e la valorizzazione dei territori che accettano soluzioni impiantistiche anche rilevanti”.
Più in generale Besseghini spiega che il percorso di riordino del settore “risulta ad oggi non pienamente compiuto sul territorio nazionale, tanto che l’Autorità ha da tempo adottato la definizione di ‘Ente territorialmente competente’, ricomprendendo quindi nella stessa anche i Comuni laddove gli Enti di governo dell’ambito non fossero costituiti o pienamente operativi. La governance multilivello che caratterizza il settore non è scevra da incongruenze e rischi”.
“È importante che le strutture di governo del territorio facciano propria questa complessità e se ne approprino come lo strumento le cui leve permettono di declinare una generica volontà politica di buona gestione del proprio territorio in precise indicazioni di qualità e perimetro per i destinatari degli affidamenti. Il metodo tariffario altro non è, quindi, che una grammatica con cui comporre il racconto presente e futuro dello sviluppo locale del settore dei rifiuti. Una grammatica principalmente nelle mani dei decisori locali”, ha concluso.
Per quanto riguarda le predisposizioni tariffarie per i servizi di trattamento, l’Autorità ha ricevuto 61 proposte da 13 Organismi competenti, riferite prevalentemente a impianti operanti nel Nord e nel Centro del Paese. Le predisposizioni riguardano 39 impianti di chiusura del ciclo “minimi” e 22 impianti “intermedi” (cioè quelli assoggettati in qualche modo alla regolazione tariffaria). Infine, con riferimento ai meccanismi di garanzia inerenti alle procedure di approvazione tariffaria, nel corso dell’anno 2022, l’Autorità ha ricevuto complessivamente 68 segnalazioni di inerzia (116 nel 2021), 62 delle quali riguardavano situazioni di inerzia dei gestori del servizio di gestione dei rifiuti urbani, mentre le restanti 6 avevano ad oggetto l’inerzia di gestori di impianti minimi o intermedi.