Le innovazioni tecnologiche introdotte dai nuovi strumenti digitali hanno mutato considerevolmente le abitudini di vita e di lavoro alle quali eravamo abituati e aumentato la consapevolezza sul rapporto esistente tra digitalizzazione e sostenibilità ambientale.
Con l’obiettivo di sensibilizzare le aziende e gli enti pubblici sulla relazione esistente tra i nuovi strumenti informatici e l’ambiente, la Fondazione per la Sostenibilità Digitale ha istituito gli Stati Generali della Sostenibilità Digitale, per fare il punto sulle sinergie esistenti tra le tecnologie utilizzate dalle imprese, dai privati e dalle istituzioni con l’ambiente. Infatti, un’accelerazione all’adozione di tecnologie a basso impatto ambientale è stata fornita dalla diffusione di strumenti come lo SPID e la Firma Digitale, che hanno reso i rapporti con le PA più semplici e immediati, contribuendo alla riduzione della carbon footprint grazie alle minori emissioni dovute, ad esempio, al mancato trasporto dei documenti contabili cartacei inviati tramite posta raccomandata.
Tra le innovazioni registrate negli ultimi tempi, inoltre, occorre segnalare quelle derivanti all’introduzione di specifiche normative che hanno segnato un deciso spartiacque e accelerato notevolmente la digitalizzazione dei processi gestionali, come nel caso dell’adozione della fatturazione elettronica: già all’alba della sua entrata in vigore InfoCert, provider leader del settore, sottolineava come questa misura avrebbe non solo reso più semplice la gestione dei documenti di natura fiscale nelle aziende, ma anche contribuito ad accelerare il processo di digitalizzazione, con indubbi vantaggi anche per l’ambiente grazie alla dematerializzazione di una grande quantità di documenti cartacei.
Gli obiettivi degli Stati Generali della Sostenibilità Digitale
Nell’ultimo evento svoltosi a novembre, che ha visto la partecipazione dei top manager delle più importanti aziende nazionali e straniere presenti in Italia, la Fondazione ha comunicato il raggiungimento di un percorso progettuale, che mira a promuovere interventi concreti per aumentare la sinergia tra le nuove tecnologie e il loro impatto sulle persone, sulla società e sul loro habitat naturale.
Un obiettivo sfidante con cui si vogliono fornire delle linee guida alle istituzioni e alle imprese, per orientare al meglio gli investimenti previsti dal PNRR verso un nuovo modello di sviluppo economico, che non si limiti a diminuire le emissioni e l’utilizzo delle materie prime, ma che costituisca una leva portante dello sviluppo sostenibile. La dematerializzazione dei documenti infatti consente di ridurre notevolmente i consumi di carta: basti pensare che per realizzare 10 risme di carta sono necessari 2228 litri di acqua, che emettono nell’atmosfera circa 225 kg di CO2, l’equivalente di un treno ad alta velocità che percorre un tragitto di circa 5 mila km.
Con l’intento di sostenere l’azione del Governo è stato creato inoltre un Digital Sustainability Paper, un documento contenente le riflessioni del Comitato Scientifico della Fondazione che evidenzia le principali aree di azione su cui focalizzarsi. Tra queste si consiglia l’introduzione di criteri di premialità per gli enti pubblici e privati che implementano in modo adeguato tecnologie a basso impatto ambientale e l’istituzione di un Testo Unico, con cui semplificare e raccogliere le normative esistenti.