Nel dibattito internazionale sull’importanza di scelte politiche che vadano verso la decarbonizzazione e a favore dell’utilizzo di risorse 100% rinnovabili, si staglia il profilo della Sardegna, come territorio “vergine” da cui potrebbe partire da subito un primo esperimento pilota di impiego di fonti rinnovabili su vasta scala. A sostegno di questa visione, nasce oggi l’alleanza “Sardegna rinnovabile”, promossa da una coalizione di organizzazioni ambientaliste (WWF, Greenpeace, Legambiente, Kyoto Club), destinata ad aprirsi ad altre adesioni ed esperienze,con lo scopo di portare la Sardegna a una transizione energetica che produca benessere a società, ambiente ed economia.
Geograficamente isolata, con potenziale rinnovabile molto interessante, la Sardegna ha un lungo passato di dipendenza dall’energia prodotta da fonti fossili, in particolare il carbone; in Sardegna non c’è una rete gas, e questa potrebbe essere l’occasione di un salto tecnologico, per evitare il passaggio da combustibile fossile ad altro combustibile fossile, che farebbe da volano a un nuovo sviluppo sostenibile dell’isola.
Con un’azione congiunta firmata da WWF, Legambiente,Greenpeace e Kyoto Club, le principali associazioni ambientaliste italiane, entrano nel dibattito regionale (ma di interesse nazionale) sull’importante tematica della transizione energetica in Sardegna, con l’obiettivo di coinvolgere e sensibilizzare il maggior numero possibile di cittadini, e allo stesso tempo il governo stesso, che è appena uscito dall’incontro del Consiglio europeo per discutere sull’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 al 2030 come tappa decisiva per arrivare alla neutralità climatica entro il 2050. Proprio la Sardegna infatti, rappresenta un’opportunità per dare una svolta alla politica energetica nazionale.
In occasione della nascita dell’Alleanza, il WWF ha promosso un’indagine sui cittadini sardi rispetto alla loro preoccupazione nei confronti degli impatti del cambiamento climatico, e alla loro opinione nei confronti delle scelte energetiche più opportune per l’isola. I risultati raccontano una Regione largamente consapevole degli effetti della crisi climatica e delle sue ripercussioni sul territorio. Emerge inoltre un larghissimo appoggio per la soluzione delle energie rinnovabili: per ben il 94% delle persone intervistate infatti, il passaggio dal carbone alle energie rinnovabili sarebbe molto o abbastanza vantaggioso per la salvaguardia dell’ambiente. A ciò si aggiunge una chiara percezione delle ripercussioni positive che la soluzione rinnovabile porterebbe all’economia della Regione e alla creazione di posti di lavoro.
Considerando l’importanza dell’informazione come strumento di creazione di consapevolezza e conoscenza, fondamentale per i cittadini in particolare su questi temi e in questo periodo storico, da oggi è online la piattaforma Sardegna rinnovabile, promossa dall’Alleanza, con notizie, ricerche e informazioni utili per chiunque voglia approfondire questo tema.
Secondo le associazioni dell’Alleanza “Sardegna rinnovabile” è arrivato il momento di tracciare lo sviluppo energetico dell’Isola e dar vita a un nuovo modello energetico 100% rinnovabile, che permetta alle famiglie e alle attività presenti nella Regione di produrre autonomamente l’energia di cui hanno bisogno, ottimizzando i consumi attraverso uno sviluppo sicuro delle rinnovabili, progettando prioritariamente una rete di distribuzione smart, che risponda adeguatamente allo sviluppo delle FER (fonti energetiche rinnovabili) e che avvantaggi la distribuzione tra le comunità energetiche. Così facendo, la Sardegna potrebbe diventare un esempio virtuoso da riproporre, basato su sistemi per la gestione intelligente e l’uso efficiente dell’energia, con un mix energetico completamente coperto da fonti rinnovabili.
“La Sardegna già presenta alcuni modelli consolidati di realtà sul territorio in grado di produrre autonomamente energia pulita, vendendo la sovrapproduzione, come le comunità energetiche di Benetutti, Berchidda, Borutta o il progetto del comune di Porto Torres con gli impianti fotovoltaici pagati dal comune. Le comunità energetiche sono un esempio reale e dimostrano come le aziende del territorio, le amministrazioni e i cittadini possano investire in maniera proficua su un sistema energetico innovativo che guardi al futuro, incentrato sulle energie pulite.” Sostiene Carmelo Spada, delegato del WWF Sardegna.
“Lo sviluppo dell’infrastruttura energetica sarda nei prossimi anni rappresenterà un passaggio significativo per le politiche energetiche nazionali. Dato il suo immenso potenziale ambientale, la Sardegna, attraverso le fonti di energia rinnovabili, potrebbe diventare la prima Regione d’Europa libera dai combustibili fossili, a zero emissioni di CO2.” Afferma Luca Iacoboni, responsabile Energia e Clima di Greenpeace Italia: “Per questo motivo, è necessario fare un passaggio decisivo verso un sistema efficiente, basato su nuove tecnologie a basse o nulle emissioni di carbonio. Decarbonizzare il sistema contribuirebbe a raggiungere gli obiettivi climatici, a migliorare l’occupazione e non per ultimo ridurre i costi a carico dalla popolazione.”
“Tramontato il progetto della dorsale, la Sardegna può fare da apripista verso nuovi scenari che conducano a una neutralità climatica ben prima del 2050. L’isola ha le caratteristiche e i numeri per fare il salto tecnologico e divenire un vero e proprio laboratorio di sostenibilità. Per questo è necessario investire in innovazione, affinché la produzione rinnovabile diventi la migliore risposta per una domanda crescente di energia e una produzione affidabile per sostituire le tecnologie ad alte emissioni.” Afferma Marta Battaglia, Direttrice di Legambiente Sardegna.
“É fondamentale attivare un approccio dal basso creando cultura dei paesaggi energetici, consapevolezza nelle comunità, e privilegiando la produzione in loco e l’autoconsumo. Questo porterà importanti benefici di carattere economico, sociale e ambientale.” Aggiunge Vincenzo Tiana, Responsabile Energia di Legambiente Sardegna.