Via libera all’impianto di compostaggio in zona Ponticelli a Napoli, il primo della città. Il Consiglio Comunale del capoluogo partenopeo, nella seduta del 18 aprile, ha approvato la delibera relativa alla “variazione al bilancio di previsione 2022-2024 esercizio 2023 per l’istituzione del capitolo di entrata e di spesa relativo alla realizzazione di un impianto di compostaggio con recupero di biometano nell’area del depuratore di Napoli est in via De Roberto”.
Finanziato complessivamente con oltre 42 milioni di euro (progetto definitivo approvato con delibera di G.C. n. 196/2022), stando al progetto presentato a luglio 2022 da Comune e Regione Campania, la struttura consentirà il trattamento di 30mila tonnellate all’anno di rifiuti organici derivanti dalla raccolta differenziata cittadina, mediante digestione anaerobica e con produzione di biogas da immettere in rete, per circa 4 milioni di metri cubi all’anno. L’impianto dovrebbe occupare una superficie di circa 72.000 metri quadrati (di cui circa 15.000 coperti).
Nel corso della relazione della delibera, l’assessore all’Ambiente, Vincenzo Santagada, ha annunciato inoltre che nel quartiere Ponticelli dovrebbe partire a maggio la raccolta rifiuti porta a porta. Secondo quanto riportato dall’assessore, la zona ad oggi registra la percentuale più bassa in città di raccolta differenziata in città, circa il 22 per cento.
Oltre a questo, il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità anche un ordine del giorno del consigliere del gruppo “Napoli Libera”, Massimo Cilenti, sulle proposte di azioni amministrative per avviare un processo di riqualificazione del quartiere Ponticelli.
L’odg impegna il sindaco e la giunta a rafforzare il controllo sul territorio attraverso presidi fissi di polizia municipale e di intensificare, in attesa della realizzazione della BRT, il trasporto pubblico su gomma e su ferro; inoltre stabilisce di rafforzare iniziative culturali ed educative a medio-lungo termine anche per porre un argine alla dispersione scolastica e favorire azioni programmate di cura del verde. Al fine di incrementare lo sviluppo economico, si chiede l’impegno anche ad immaginare allocazione di attività produttive negli ampi spazi di proprietà comunale attualmente privi di piani di recupero e abbandonati.