Mercoledì 9 giugno a Napoli torna attivo un servizio di bike sharing. L’inaugurazione è prevista in via Partenope, di fronte al Grand Hotel Vesuvio alle ore 11.30. Il progetto si chiama “Napoli ‘n bike” ed è in collaborazione con Mc Consulting, Unicoenergia, Esa, Emoby e Q8.
La notizia è importante in quanto la città partenopea finalmente ritorna ad avere un servizio di bike sharing, dopo la chiusura la scorsa estate di quello “in house” non senza polemiche. Anche questo nuovo servizio però parte già in modo controverso. Ad attirare l’attenzione sull’evento di inaugurazione è stato un post molto critico su Facebook di Emiliana Mellone, che nel 2012 vinse il bando “Smart Cities and Communities and Social Innovation” del Miur con l’associazione Cleanap (post ripreso anche da Repubblica nella giornata di ieri) e che in sostanza parla di un’operazione di greenwashing.
Le notizie in rete sul nuovo bike sharing sono pochissime (fino all’8 giugno questo è l’unico link da noi individuato dove si trova anche una locandina invito). Forse è una strategia comunicativa per non svelare troppo in attesa dell’inaugurazione. Se così fosse sarebbe stata una strategia riuscitissima visto che nemmeno l’Ufficio stampa del Comune di Napoli sapeva dell’iniziativa.
Siamo tuttavia riusciti a contattare Marcantonio Cascini della MC Consulting, capofila e promotore dell’iniziativa, per saperne di più.
“Domani facciamo la prima presentazione dell’idea progettuale. Un progetto che si articola in una prima parte con il posizionamento di 6 postazioni a ricarica induttiva per un totale di 36 biciclette. Ci sarà un primo test durante questa estate per poi andare a posizionare altre 48 biciclette. Tutte fornite dalla Emoby. Verificheremo la risposta del pubblico napoletano alle postazioni con ricarica induttiva e se trasformarlo in un servizio di semi free floating, perché ad ora l’erogazione del servizio viene fatto con ritiro della bicicletta alla colonnina attraverso un’app dedicata che consentirebbe anche di lasciare la bicicletta nelle immediate vicinanze della stazione, se questa risulta piena. Ovviamente l’obiettivo è quello di evitare che finiscano in mare educando la popolazione a gestire al meglio il servizio. Io rappresento una azienda che è la MC Consulting, che è la mia azienda personale, sono napoletano, faccio investimenti nel settore delle energie rinnovabili da più di 15 anni e ho pensato fosse giusto per la mia città fare qualcosa e dare un segnale perché la transizione energetica può e deve investire anche la mobilità. Infatti, fino a dove la Sovrintendenza ha approvato, realizzeremo a copertura di queste postazioni di bike sharing delle pensiline fotovoltaiche che garantiranno la ricarica. Invece per le altre, grazie al partner Esa, verrà garantito l’approvvigionamento con sola energia rinnovabile.”
Questo progetto rientra all’interno di un bando per la mobilità sostenibile del Comune di Napoli o è una iniziativa privata?
No, non è una iniziativa privata. Occupiamo suolo pubblico e facciamo un servizio pubblico. Il Comune di Napoli ha aperto una manifestazione d’interesse per un servizio sperimentale di bike sharing alla quale la mia azienda ha aderito presentando il progetto che verrà inaugurato. Successivamente abbiamo aderito a una seconda manifestazione d’interesse per realizzare ulteriori dieci ciclostazioni dove c’erano quelle dismesse e abbandonate perché già collegate alla rete elettrica. Infine stiamo anche cercando di realizzare una collaborazione con Reby, che gestisce la flotta di monopattini elettrici a Napoli, per integrare i due servizi.