A Bari il Comitato Mobilita2030, “alla luce delle inadempienze dell’amministrazione comunale nell’applicazione della normativa europea sui Piani Urbani di Mobilità Sostenibile” ha lanciato una petizione popolare a cui dovranno rispondere il Sindaco del capoluogo pugliese, il Presidente del Consiglio Comunale e i Gruppi Consiliari. Con questa iniziativa il comitato vuole sottoporre all’attenzione dei cittadini il fatto che i “provvedimenti fino ad oggi adottati dall’Amministrazione comunale in tema di mobilità urbana sono parziali e di vecchia concezione“.
Mobilita2030 fa un elenco dei principali: la pedonalizzazione parziale di Via Manzoni e l’estensione della sosta a pagamento (ZSR) all’interno del quartiere Liberà; i lavori di riqualificazione di via Argiro, con un dietro front sulla pedonalizzazione dei tratti di via Calefati e via Putignani (da via Andrea da Bari a via Melo); l’annunciato ‘piano parcheggi’ di cui faranno parte il parcheggio interrato per 420 posti auto all’interno del Parco Rossani, i parcheggi previsti nelle aree di proprietà del Gruppo Ferrovie dello Stato e dell’Autorità Portuale di Bari e quelli a Santa Rita; il dimezzamento della pista ciclabile di 470 metri su Viale Iapigia per consentire, di fatto, la sosta delle auto in seconda fila. “Tutte azioni focalizzate sul traffico autoveicolare e non sull’accessibilità e sulla mobilità delle persone – dice il Comitato – come previsto dalla normativa europea sui Piani Urbani di Mobilità Sostenibile con apposite Linee Guida, peraltro presentate nel 2011 proprio a Bari in una iniziativa pubblica della Regione Puglia”.
Mobilita2030 spiega che “i PUMS, voluti dalla Commissione Europea come strumento di pianificazione strategica della mobilità di persone e merci, finalizzati a ridurre il tasso di motorizzazione privata di cui l’Italia detiene il primato europeo con circa 694 auto ogni 1000 nel 2023, e a migliorare l’efficacia e l’efficienza del sistema della mobilità multimodale sostenibile e la sua integrazione con l’assetto e gli sviluppi urbanistici e territoriali, assumono rilievo anche maggiore con l’entrata in vigore dello scorso 18 luglio del nuovo regolamento EU 2024/1679 sulle reti TEN T, che fissa al 2027 l’elaborazione dei PUMS secondo nuove linee guida oltre al monitoraggio delle misure attuate e la raccolta dati da inviare periodicamente a Bruxelles”.
Prosegue il Comitato: “L’Amministrazione Comunale di Bari ignora inoltre anche l’applicazione della normativa sul Mobility Management rilanciata con Legge n. 77 del 17 luglio 2020, ma avviata con un primo decreto risalente al 1998. La normativa è finalizzata a ridurre l’uso del mezzo di trasporto privato motorizzato individuale a partire dagli spostamenti sistematici (casa-lavoro, casa-scuola) e a potenziare altre forme di mobilità meno impattanti (TPL, car/bike sharing, car pooling, mobilità a piedi e in bici, intermodalità). Questo sulla base dei piani per gli spostamenti predisposti per ciascun polo attrattore di traffico, tramite l’individuazione di un rispettivo mobility manager aziendale”.
Pertanto, “per fare chiarezza e capire se e come viene osservata la normativa vigente sulla mobilità urbana sostenibile, ai sensi dell’art. 80 del Regolamento del Consiglio Comunale di Bari”, la petizione popolare del Comitato Mobilita2030 chiede alle istituzioni comunali di:
- Illustrare ai cittadini il PUMS di propria competenza inserito nel PUMS della Città Metropolitana, quali misure sono state previste e con quale cronoprogramma;
- Adeguare ed attuare il PUMS vigente entro il 2027 secondo le disposizioni del nuovo Reg. UE 2024/1679;
- Rendere pubbliche le azioni già compiute e quelle che intende attuare per dare realtà alla normativa sul mobility management.