Mentre diverse città in tutto il mondo hanno “approfittato” della pandemia per riorganizzare la mobilità urbana e mettere effettivamente al centro la transizione ecologica, in Italia a parte qualche timido tentativo la situazione è rimasta pressoché invariata: traffico, smog alle stelle, scarsa sicurezza, trasporti pubblici inefficienti. Lo rivela il rapporto “Pan-European City Rating and Ranking on Urban Mobility for Liveable Cities” della Clean Cities Campaign, una coalizione di organizzazioni che chiedono ai sindaci delle città europee impegni concreti per raggiungere una mobilità a emissioni zero entro il 2030. Il report è stato lanciato giovedì 24 febbraio in occasione della tappa romana della campagna itinerante di Legambiente, uno dei partner nazionali della campagna Clean Cities in Italia.
Sono state analizzate 36 città in 16 Paesi europei, classificate sulla base dello stato della mobilità urbana e della qualità dell’aria. Alcuni dei parametri considerati sono stati: i livelli di sicurezza per pedoni e ciclisti sulle strade urbane; lo spazio urbano dedicato a pedoni e biciclette; i livelli di congestione del traffico urbano; l’accessibilità ed economicità del trasporto pubblico locale; l’infrastruttura per la ricarica dei veicoli elettrici; le politiche di riduzione del traffico, dei veicoli inquinanti e l’offerta di servizi di sharing mobility.
Nella classifica europea, il primo posto è stato conquistato da Oslo, seguita da Amsterdam, Helsinki e Copenaghen. Ma nessuna delle 36 città può dirsi soddisfatta. Infatti un punteggio inferiore al 100% indica che si sta facendo troppo poco per raggiungere la mobilità a emissioni zero entro il 2030. I punteggi vanno dal 71,5% di Oslo al 37,8% di Napoli.
Il nostro Paese è rimasto indietro. Le quattro città italiane analizzate sono tutte nella parte bassa della classifica: Milano al 20esimo posto; Torino al 23esimo; Roma al 32esimo; e Napoli ultima in classifica, al 36esimo posto.
Secondo la Clean Cities Campaign, azzerare le emissioni della mobilità urbana entro il 2030 sarà essenziale per tenerci sulla strada degli obiettivi sul clima di Parigi: -55% CO2 entro il 2030 e neutralità climatica a metà secolo. Il settore dei trasporti contribuisce a un quarto delle emissioni di gas serra in Italia e in Europa, ed è l’unico ad aver registrato un aumento delle emissioni dal 1990. Inoltre quasi tre europei su quattro vivono nelle città: per questo la transizione energetica ed ecologica passa necessariamente per le aree urbane.
Qualità dell’aria
Ma una mobilità non sostenibile significa anche congestione urbana e inquinamento dell’aria. Delle trenta città con la peggiore qualità dell’aria in Europa, dieci sono italiane. Il nostro Paese è oggetto di molte procedure d’infrazione europee per l’assenza di politiche adeguate in materia.
“Veniamo da decenni di centralità dell’auto e di dipendenza dai combustibili fossili. Abbiamo progettato le nostre città, e le abbiamo modificate negli anni, con in mente l’automobile” dichiara Claudio Magliulo, responsabile di Clean Cities Italia. “È il momento di invertire questo paradigma, ripensando lo spazio urbano e la mobilità, a favore degli spostamenti a piedi, in bici e con i mezzi pubblici o di sharing mobility. Ma per farlo, e rapidamente, i sindaci italiani dovranno dimostrare più coraggio e lungimiranza”.