Mobilità condivisa, l’Italia può risparmiare 3800 euro a famiglia | Il Rapporto Future Ways

Il Rapporto realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile rivela che un incremento della mobilità condivisa potrebbe far risparmiare alle famiglie italiane fino a 3.800 euro l’anno, ridurre di 18 milioni di tonnellate le emissioni di gas serra e liberare le città da 4,5 milioni di automobili, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi climatici del 2030. Tuttavia, il sistema dei trasporti è ancora dominato dalla mobilità privata, con una spesa pubblica stagnante e forti disparità territoriali, mentre il numero di auto è cresciuto fino a 40,9 milioni nel 2023. Per riequilibrare la mobilità e migliorare la qualità della vita urbana, il rapporto propone sei azioni strategiche, tra cui un sistema integrato di sharing mobility, riforme normative e una maggiore attenzione alla mobilità quotidiana e locale

Mobilità condivisa Italia

Il Rapporto Future Ways, elaborato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e presentato al Forum Nazionale della Mobilità Condivisa di Rimini, evidenzia come una transizione dalla mobilità privata a quella condivisa possa generare benefici economici, ambientali e sociali per il Paese. Le famiglie italiane potrebbero risparmiare fino a 3.800 euro l’anno, sfruttando un sistema integrato di trasporto che includa treni, metropolitane, tram, autobus, taxi, noleggio e servizi di sharing mobility. Oltre ai vantaggi economici, questa trasformazione ridurrebbe significativamente le emissioni di gas serra, liberando le città da circa 4,5 milioni di automobili e rendendole più vivibili e sostenibili.

Un impatto ambientale decisivo

Il settore dei trasporti è responsabile di oltre il 25% delle emissioni di gas serra in Italia, ma secondo il Rapporto Future Ways, un incremento del 30% della mobilità condivisa consentirebbe una riduzione delle emissioni di 18 milioni di tonnellate, superando metà del target nazionale di riduzione previsto per il 2030. Questa trasformazione contribuirebbe anche a un miglioramento complessivo della qualità della vita urbana.

Una mobilità dominata dall’auto privata

I dati del rapporto mostrano una netta prevalenza della mobilità personale (83%) rispetto a quella condivisa (17%). Negli ultimi decenni, l’uso dell’auto privata è cresciuto significativamente: nel 1971 il 25% degli italiani si recava al lavoro o a scuola in auto, oggi questa quota è salita a due terzi. Il numero di automobili è passato da 6,3 milioni nel 1966 a 40,9 milioni nel 2023, mentre il trasporto pubblico ha registrato un calo nei passeggeri/km, passando da 33,16 miliardi nel 1990 a 31,54 miliardi nel 2023 (-5%).

Investimenti pubblici insufficienti e disparità territoriali

Il Rapporto Future Ways sottolinea una grave carenza di investimenti nel trasporto pubblico e una distribuzione disomogenea dell’offerta tra Nord e Sud. Le città settentrionali come Milano offrono fino a 20.000 posti/km per abitante all’anno, mentre nel Mezzogiorno questa media scende a soli 2.528 posti/km. La spesa pubblica per i trasporti è rimasta stagnante negli ultimi dieci anni: il Fondo nazionale per il trasporto pubblico è calato da 5,05 miliardi di euro nel 2013 a 4,51 miliardi oggi, con l’Italia che spende molto meno rispetto a Paesi come la Francia, che ha portato la spesa pro capite a 321 euro nel 2023, contro i 119 euro italiani.

Le sei strategie di Future Ways

Per riequilibrare la mobilità italiana, il Rapporto Future Ways propone sei azioni strategiche:

  1. Integrare i servizi di mobilità condivisa in un sistema unico e sinergico, rappresentato dal Ventaglio della mobilità condivisa.
  2. Riformare il quadro normativo, adottando leggi innovative come la Loi d’orientation des mobilités francese.
  3. Riallocare le risorse pubbliche, favorendo la mobilità condivisa rispetto a quella personale.
  4. Ripensare lo spazio urbano, creando un ambiente favorevole alla coabitazione di diversi mezzi di trasporto.
  5. Focalizzarsi sulla mobilità quotidiana e locale, massimizzando i benefici ambientali e sociali.
  6. Coinvolgere aziende e comunità, con le imprese impegnate nel mobility management e il Terzo Settore attivo nel trasporto sociale.

Un cambio di paradigma culturale ed economico

Come evidenziato da Raimondo Orsini, Coordinatore dell’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility, la mobilità condivisa rappresenta una rivoluzione culturale ed economica in grado di migliorare la qualità della vita, gli spazi urbani e l’ambiente. Tuttavia, per raggiungere questi obiettivi, sarà necessario un impegno collettivo volto a sovvertire lo status quo e portare la mobilità condivisa oltre l’attuale 16% del totale dei passeggeri/km.