“È inutile inviare cinque bus ogni cinque minuti tra le 7 e le 7,25 se l’orario di ingresso per tutti è quello delle 8. Gli studenti si ammassano sulle ultime due corse, le 7,20 e le 7,25. Per arrivare a scuola dieci minuti prima della campanella, non mezz’ora prima”. La ministra dei Trasporti e Infrastrutture, Paola De Micheli, in un’intervista a Repubblica, rilancia l’idea di scaglionare gli ingressi nelle scuole e tenerle aperte anche di sabato e domenica, perché non basta solamente avere più autobus per il trasporto pubblico.
“Siamo in emergenza e credo sia necessario fare lezioni in presenza anche il sabato”, ha aggiunto la ministra che sull’apertura delle scuole anche la domenca ha proseguito: “sono decisioni che vanno condivise con tutto il governo, ma, dicevamo, siamo in emergenza e bisogna far cadere ogni tabù. Ce lo chiedono diverse Regioni. Anche gli orari delle attività produttive dovranno essere cambiati, cadenzati”. rolex fake
“Nessuno mi ha portato uno studio che dimostri che i trasporti sono la principale ragione della crescita della curva – ha concluso -. Ho sentito troppi scienziati parlare a braccio, in questo periodo. Poiché la politica, però, non si muove solo per scienza esatta, ma anche per rassicurare i cittadini, vi dico che le Regioni hanno messo a disposizione quasi diecimila bus aggiuntivi in tutto il Paese con le risorse assegnate dal Governo. Sono pronti a scendere in strada, alcune città hanno già codificato le corse in più da fare”.
In queste ore si apprende che la ministra De Micheli ha scritto una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e per conoscenza alla ministra dell’Istruzione Azzolina nella quale fa presente che alla luce delle simulazioni fatte sulle città di Milano, Roma e Napoli, nonostante la previsione di un’offerta di servizi aggiuntivi, i limiti possono essere ovviati solo rimodulando la domanda. La lettera si chiude con la richiesta all’Istruzione, alle Regioni e alle associazioni di categoria: riorganizzare completamente il piano orari degli istituti scolastici. Ma non solo: organizzare tamponi rapidi a studenti e docenti e protocolli uguali da parte delle Asl in tutte le città per evitare indicazioni diverse da un territorio all’altro.