Milano, nasce “Un sacco et(n)ico”: la campagna per migliorare la raccolta differenziata nella ristorazione etnica

L'iniziativa, promossa dall’Associazione Està in collaborazione con Amsa, finanziata da Fondazione Cariplo e Novamont, è volta a sensibilizzare le diverse realtà di ristorazione etnica a una migliore qualità della raccolta differenziata, oltre a favorire la graduale eliminazione delle plastiche monouso largamente utilizzate per l’asporto e la consegna di cibo a domicilio. 200 le attività di ristorazione coinvolte e un manuale in 5 lingue: cinese, arabo, turco, spagnolo e urdu

Milano migliora ulteriormente la cultura della raccolta differenziata e dell’attenzione all’ambiente grazie alla collaborazione con le comunità etniche della città. Parte infatti da NoLo, il quartiere milanese con la più alta concentrazione di sapori e profumi provenienti dal mondo, il progetto “UN SACCO ET(N)ICO”. L’iniziativa, promossa dall’Associazione Està in collaborazione con Amsa, è volta a sensibilizzare le diverse realtà di ristorazione etnica a una migliore qualità della raccolta differenziata, oltre a favorire la graduale eliminazione delle plastiche monouso largamente utilizzate per l’asporto e la consegna di cibo a domicilio. A presentare, questa mattina, la campagna alla stampa e ai primi operatori aderenti l’Assessora Elena Grandi (Ambiente e Verde) con Marcello Milani, Amministratore Delegato di Amsa.

“Ci auguriamo che questa nuova campagna espressamente rivolta agli operatori della ristorazione, da sempre attivi nell’asporto e nella consegna di cibo a domicilio, consentirà di promuovere atteggiamenti e comportamenti virtuosi sempre più attenti all’ambiente, sensibilizzando ristoratori e clienti al corretto smaltimento dei rifiuti e delle plastiche monouso. – Così l’Assessora Elena Grandi (Ambiente e Verde) – “Se la raccolta differenziata è una realtà cui tutti noi non possiamo più prescindere, oggi la nostra attenzione va concentrata sulla riduzione dell’usa-e-getta e sulla sostituzione delle plastiche a perdere con materiali alternativi per oggetti analoghi nelle prestazioni ma perfettamente compostabili. L’utilizzo dei mediatori culturali serve poi per allargare e includere in questa campagna tutti i cittadini, indipendentemente dall’etnia di appartenenza, poiché la tutela dell’ambiente e una maggiore attenzione alla sostenibilità sono e devono essere sempre più una cultura condivisa e fatta propria da tutti”.

“Con il 63% Milano è tra le prime città in Europa nella raccolta differenziata e un modello per tante altre realtà anche estere. – ha dichiarato Marcello Milani, Amministratore Delegato di Amsa – Con iniziative come “Sacco et(n)ico”, Amsa conferma il suo impegno nell’intercettare le nuove esigenze del capoluogo lombardo che cambiano – basti pensare alla crescita esponenziale degli ultimi 2 anni delle consegne a domicilio – e nel contribuire a rendere sempre più sostenibile il nostro territorio”.

La campagna “UN SACCO ET(N)ICO” si rivolge ai ristoranti etnici attraverso la mediazione linguistico-culturale e del personale di Amsa con il duplice obiettivo di indirizzare gli operatori alla corretta differenziazione dei rifiuti e di comunicare le novità introdotte dalla direttiva europea SUP (Single Use Plastics) sul divieto graduale di utilizzo di plastiche monouso non compostabili quali, ad esempio posate, piatti, cannucce, palettine da caffè, contenitori per alimenti e bevande in polistirene
espanso.

Nello specifico, le mediatrici e i mediatori culturali presenteranno il progetto alle circa 200 attività coinvolte a Milano. Saranno consegnati materiali informativi – quali le linee guida di Amsa per la raccolta differenziata, la brochure del progetto con i riferimenti principali, i poster esplicativi (tradotti nella lingua madre dell’esercente – cinese, arabo, turco, spagnolo e urdu). Gli operatori che hanno aderito al progetto (circa 40 ad oggi), dopo la prima fase di contatto, saranno coinvolti in due ulteriori incontri con il personale di Amsa, sempre accompagnati dai mediatori culturali: il primo per chiarire gli eventuali dubbi sulle procedure di differenziazione dei rifiuti e per fornire informazioni sui prodotti in plastica monouso utilizzati; il secondo, a distanza di qualche mese, per valutare i risultati dell’intervento, sia sulla qualità della differenziata che sul grado di sostituzione dei prodotti in plastica monouso non più a norma. Inoltre, ciascun esercente coinvolto riceverà in omaggio da parte di Amsa e Novamont circa 1.000 food bag compostabili da testare.

Le principali evidenze emerse dai dati raccolti a Milano rivelano che la quasi totalità dei ristoranti ha adottato, se non già attivi, servizi di take away a seguito dell’emergenza covid. È stata registrata la disponibilità di gran parte degli operatori a introdurre prodotti compostabili in sostituzione di quelli in plastica ancora largamente utilizzati, inoltre vengono spesso offerte ai clienti “doggy bag” per evitare lo spreco di cibo.

Il progetto UN SACCO ET(N)ICO, finanziato da Fondazione Cariplo e Novamont, si svolge contemporaneamente su tre città – Bergamo, Brescia e Milano – con il supporto delle aziende del Gruppo A2A che si occupano dei servizi ambientali, Amsa e Aprica – e coinvolge complessivamente 340 attività di ristorazione (oltre 200 a Milano, 65 a Bergamo e 75 a Brescia), due realtà locali esperte di mediazione linguistico-culturale (la cooperativa Ruah e l’associazione ADL a Zavidovici), il Dipartimento di Lingue, letterature, culture e mediazioni dell’Università degli Studi di Milano e l’associazione Economia e Sostenibilità come capofila. L’iniziativa gode del patrocinio dei Comuni di Milano, Bergamo e Brescia ed è sostenuto anche da ANIPS e Ascom Bergamo.