Entrata in vigore per la prima volta il 16 gennaio del 2012, Area C ha compiuto, domenica 16 gennaio, i primi dieci anni di attività. Nata con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita per chi abita, lavora, studia e visita Milano, aveva e ha lo scopo di ridurre il traffico nella Cerchia dei Bastioni e rendere più efficaci le reti di trasporto pubblico, favorendone lo sviluppo e salvaguardando il diritto alla mobilità individuale nel rispetto dell’interesse comune.
Per raccontare questi dieci anni di attività, Amat (Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio) ha prodotto un documento che, partendo dai dati di transito rilevati, fa emergere una serie storica di numeri da cui è possibile ricavare un’analisi degli effetti riscontrati dall’introduzione di Area C fino al 31 dicembre 2021.
I dati riportati sono ricavati dal sistema di varchi elettronici che controlla tutti i transiti veicolari in ingresso all’area. Per ogni targa in transito, sono ricavate le informazioni necessarie per una classificazione dei veicoli in funzione della tipologia, dell’alimentazione e della classe Euro, al fine di caratterizzare il veicolo in una delle classi definite dal provvedimento ed effettuare le analisi di carattere ambientale.
I risultati mostrano che l’introduzione della regolamentazione, e le modifiche ad essa apportate nel corso degli anni, hanno determinato una diminuzione dei transiti nella Cerchia dei Bastioni. Si parte infatti da oltre 90mila ingressi rilevati nel 2012 (-31% rispetto al 2011), per arrivare agli 81mila del 2021, con una diminuzione che raggiunge il 38,5%. Il dato del 2020 (-46,8%) risente ovviamente degli effetti sugli spostamenti causati dall’epidemia da Covid 2019. Per quanto riguarda il 2021 si può invece ipotizzare un aumento del mezzo privato dovuto al timore di utilizzare il trasporto pubblico e quindi la percentuale potrebbe essere anche sovrastimata.
Nella ripartizione delle macroclassi veicolari in ingresso alla ZTL, spicca il dato dei veicoli ecologici che dal 4,1% del 2017 (momento in cui vengono inclusi in questa definizione esclusivamente le alimentazioni elettriche e ibride) passano al 12,2% del 2021.
Questo dato è rafforzato dall’analisi della ripartizione della tipologia di alimentazione dei veicoli: quelli elettrici, che nel 2012 erano lo 0,1% di tutti i mezzi che sono entrati in Area C, nel 2021 sono il 2,7%, mentre quelli ibridi sono più che quadruplicati (partiti dal 5,3% arrivano al 22,2% nel 2021).
I veicoli più inquinanti sono, nel corso del tempo, scomparsi e l’anno scorso si è registrato che il 98,4% di ingressi è costituito da mezzi Euro 5 ed Euro 6, con una prevalenza di quest’ultimi, che sono il 54,2%.
La ripartizione delle tipologie veicolari in ingresso (persone, autobus sia pubblici che privati, merci) non ha avuto significative variazioni nel corso degli anni, a dimostrazione che non c’è una tipologia che è stata particolarmente ‘colpita’ da questo provvedimento.
Amat ha anche provveduto ad analizzare le informazioni sulle emissioni inquinanti dei mezzi che hanno avuto accesso alla ZTL, evidenziando la serie storica nei dieci anni delle emissioni atmosferiche medie diurne feriali di PM10 allo scarico, di PM10 totale (scarico più attriti) e di ossidi di azoto (NOx). Il trend, per tutti questi valori – escludendo il 2020 che è il dato con numeri più bassi dovuti anche ai diversi mesi di lockdown – è di progressiva e costante discesa. Nel 2012 le emissioni di PM10 allo scarico sono risultate pari a una tonnellata all’anno, nel 2021 arrivano a 0,3; il PM10 totale passa da 4,5 tonnellate a 1,7; gli ossidi di azoto vanno da un valore di 64 tonnellate a 14.
La generale decrescita delle emissioni degli inquinanti atmosferici successivamente all’attivazione di Area C è legata soprattutto al ricambio tecnologico veicolare e alla progressiva diffusione di veicoli a minore impatto ambientale. La diminuzione delle emissioni di PM10 totale è meno accentuata rispetto agli altri due inquinanti, perché con il termine PM10 totale si intendono le polveri atmosferiche prodotte sia allo scarico sia a seguito dei fenomeni di attrito meccanico di varie parti del veicolo.
“I dati forniti da Amat – spiega l’assessora alla Mobilità Arianna Censi – ci dicono che Area C è un provvedimento che ha avuto un effetto diretto sul traffico nel centro cittadino e il suo effetto si è consolidato nel tempo e continua a funzionare. Possiamo inoltre dire che la sua introduzione ha concorso ad abbassare notevolmente l’inquinamento generato dalle auto che vi sono transitate nel corso degli anni. Ciò è dovuto anche al fatto che, contemporaneamente, ha contribuito a cambiare il parco auto della nostra città, portando progressivamente il cittadino verso scelte più ecologiche di cui beneficeranno tutti i milanesi e non solo quelli residenti nella ZTL. Questo slancio è stato ovviamente supportato dall’Amministrazione che in questi anni ha investito oltre 20 milioni di euro nei contributi per l’acquisto di veicoli a minore impatto ambientale”.
Dal 2015 a oggi sono stati infatti promossi dall’Amministrazione comunale sette diversi bandi, uno all’anno per una cifra complessiva investita di 23 milioni e 749mila euro, in parte destinati ai residenti a Milano in parte alle imprese, come contributo all’acquisto di veicoli a minore impatto ambientale.
“Area C è stata e continua ad essere uno dei provvedimenti più importanti che fanno parte della complessa strategia attuata dall’Amministrazione sulla mobilità – conclude Censi – che include anche Area B e le Zone 30 e che si allarga alle Piazze Aperte, alle piste ciclabili e allo sviluppo della diffusione dei mezzi in sharing, risultato del grande lavoro svolto e della collaborazione tra la Direzione Mobilità, Atm e Amat. Tutti questi interventi sono finalizzati a rendere Milano più vivibile e più ‘green’, con un occhio di particolare riguardo alla salute dei cittadini, riducendo progressivamente il numero di auto in circolazione e salvaguardando nel contempo il diritto di ciascuno alla mobilità”.
Il documento di Amat.