Una ricerca dell’Università di Vienna, in collaborazione con l’Agenzia per l’Ambiente austriaca, confermerebbe i sospetti che molti scienziati avevano da tempo sulla presenza delle microplastiche nell’intestino umano. Philipp Schwabl, il ricercatore che ha diretto lo studio ha dichiarato che “le particelle più piccole delle microplastiche sono in grado di entrare nel flusso sanguigno e potrebbero raggiungere anche il fegato“. Si tratterebbe di microplastiche usate in alcuni prodotti come i cosmetici, ma anche plastica ridotta in piccoli pezzi come quella che si trova in mare.
Sarebbero state trovate fino a 9 materie plastiche sulle 10 testate, con dimensioni variabili da 50 a 500 micrometri, esaminando le feci di 8 partecipanti, 3 uomini e 5 donne.
Secondo lo studio, che non è stato ancora pubblicato ma che sarà presentato oggi, martedì 23 ottobre,al Congresso Europeo di Gastroenterologia di Vienna, le microplastiche sarebbero presenti nelle feci di più del 50% della popolazione mondiale. Una stima spaventosa.
Tra i materiali individuati dai ricercatoti ci sarebbe anche il polyethilene terephthalate ovvero il PET, principalmente usato per fare le bottiglie di plastica e altri imballaggi usa e getta. Schwabl si augura che questa scoperta possa accelerare gli studi sugli effetti delle microplastiche sulla salute umana.
È di qualche giorno fa la notizia sulla scoperta delle microplastiche nel sale da cucina a seguito di una ricerca scientifica nata dalla collaborazione tra Greenpeace e l’Università di Incheon, in Corea del Sud.